Capitolo 11

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TW violenza, stupro

Il bacio umido si spostò sul letto, dove Haru si mise prontamente a cavalcioni sul moro che la lasciò fare spostando le sue mani sul sedere della ragazza la quale si fece sfuggire un piccolo mugolio.

La mora sbottonò in modo disordinato la camicia bianca di Chan stropicciandogliela leggermente, ma nessuno dei due ci fece realmente caso, avevano altro a cui pensare.

Haru si staccò dalle labbra bagnate del ragazzo scendendo con la bocca verso i pettorali ben definiti del maggiore, lasciò alcuni succhiotti dove poggiava le labbra rendendo il petto e l'addome del ragazzo pezzato.
Si alzò dalle sue ginocchia guardando dall'alto il suo capolavoro del quale andava fiera.

<<allarga le gambe>>disse lei venendo assecondata.
La mora si infilò tra le cosce toniche del ragazzo inginocchiandocisi in mezzo.
Slacciò con una lentezza atroce per Chan la cerniera del pantalone che iniziava a stare stretto al moro.
<<non pensavo di farti questo effetto, non ho fatto ancora nulla e guardati>> lo canzonò ricevendo in risposta una piccola spinta di incoraggiamento verso l'erezione dal maggiore che era impaziente di essere soddisfatto.

Haru sorrise lievemente abbassando i pantaloni insieme ai boxer quel tanto che bastava per far uscire l'erezione del ragazzo che non perse tempo a prendere tra le labbra carnose.
Giocò con la lingua stuzzicando più parti mentre con le mani si occupava della base.
Chan non si sforzò di trattenere dei piccoli gemiti di piacere che perciò rimbombarono tra le pareti candide di quella stanza.

Era quasi al limite, i muscoli delle gambe si tendevano e il respiro aumentava la sua velocità, ma proprio per questo la mora si staccò lasciando un rivolo di saliva.
<<che stronza>> biscicò il ragazzo poggiando le mani sul materasso e gettando la testa indietro dallo sconforto.
Vedendolo in quelle condizioni la ragazza rise leggermente mentre si slacciava il vestito che cadde a terra insieme alle scarpe.
Non voleva che il favore fosse ricambiato, non era abituata a ricevere dei preliminari durante un rapporto sessuale, non le erano mai piaciuti, perché l'unica volta in cui un ragazzo aveva provato a farglieli si era sentita disgustata, quasi violata, nonostante fosse del tutto consenziente, vedeva i preliminari come una cosa
troppo intima e mai con nessuno lei aveva avuto ne voluto tale intimità dato che per lei il sesso era solo un modo per dimenticare, dimenticare quello che le era stato fatto con altri ricordi più piacevoli, eppure fino a quel momento nessuno era riuscito a darle sensazioni poi così piacevoli, quindi semplicemente si ritrovava a farlo per abitudine e con la speranza che un giorno avrebbe provato del vero e proprio sollievo.

Tornò a cavalcioni sul moro circondandogli il collo con le braccia, facendo unire nuovamente le loro labbra, dalla quale però il moro si staccò dopo poco per dedicarsi ad altre parti del corpo della ragazza.

Le spacciò il reggiseno gettandolo con poca grazia in un angolo della stanza.
Scese con una scia di baci fino ai capezzolo già turgidi.
Haru strinse in un pugno una ciocca di capelli di Chan mentre un gemito soffuso lasciava le sue labbra.
Non ne poteva più di quella straziante attesa perciò si sfilò da sola gli slip e fece scivolare l'erezione del ragazzo dentro di se.
Il suo gesto colse alla sprovvista anche il maggiore in quale emise un leggero lamento soffocato da se stesso.
Haru iniziò ad andare su e giù ritmicamente aiutata anche dalle mani del ragazzo che si posizionarono sotto le sue cosce per sostenerla.

La stanza fu riempita da gemiti indecenti e sensuali provenienti da entrambi i ragazzi che continuarono a non fare nulla per trattenerli.

Il ragazzo, nonostante non gli dispiacesse la vista che aveva in quella posizione, decise di cambiarla.
Fece mettere la ragazza a novanta uscendo da lei, rientrandoci da dietro pochi secondi dopo.
Le afferrò delle ciocche di capelli per tirarla verso di se cosa che causò un piccolo lamento di dolore alla ragazza.

Mafia - bang chanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora