Incoerenza

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Giunta l'ora di pranzo e dunque la fine delle lezioni Will tornò in infermeria, dove Remus nella sua pensierosa apatia si era rifiutato di mangiare in quanto la stanchezza e il dolore della notte precedente gli chiudevano ancora lo stomaco. Lei gli sorrise flebilmente e fece per accomodarsi su una sedia posta lì vicino, ma Remus le fece cenno di sedersi sul letto di fianco a lui. Will allora ci si arrampicò e, senza mai guardare il ragazzo negli occhi e torcendosi le dita, gli rivolse un saluto "Ciao...ehm...i ragazzi...ehm...i ragazzi verranno nel pomeriggio a trovarti...loro..ehm...loro hanno bisogno di riposarsi un po' poi arrivano" Remus, non vedendo che di profilo il suo volto, il quale gli appariva comunque tirato, osservava con attenzione la tortura a cui la ragazza sottoponeva le sue dita a causa dell'agitazione e si sentì un po' spazientito "Senti ma che hai?" Le chiese con sgarbata franchezza, lei scosse impercettibilmente le spalle "Niente" Remus era stanco, dolorante e decisamente impaziente "Balle! Dimmi un po' in fretta che hai che non va o vattene! Con questo tuo comportamento mi mandi al manicomio più di quanto già io non faccia da solo" Ci fu un momento di silenzio "Perdonami, mi sento a disagio. Non so come comportami per non darti fastidio e sento di starti troppo addosso. So di averti detto che non avrei più avuto paura di infastidirti, ma..." Remus la interruppe ancora provato dalle sue rimuginazioni "Quindi non sono io il problema? Non ti faccio schifo o paura?" "No, certo che no" Rispose lei guardandolo negli occhi e sorridendo appena. Il ragazzo, allora, la fece avvicinare un po' di più, fino a farla appoggiare sulla spalla sana "E' difficile stare con le persone che stanno male, vero?" Lei fece di sì con il capo "Allora ti dirò per filo e per segno cosa fare, perché adoro passare il tempo con te. Non temere che non ti voglia attorno, se non ti voglio non mi farò remore a dirtelo; se mi disturbi te lo dico, magari potrei anche mandarti a quel paese, non offenderti e, cosa più importante, non trattarmi in modo diverso perché mi vedi costretto qui" "Va bene" Rispose semplicemente lei sorridendo e smettendo di agitarsi "Come sta il tuo braccio, Will?" "Bene, bene solo una botta da nulla, l'ho appoggiato male quando sono inciampata stamattina" Remus ridacchiò "Capita. E' successo qualcosa di particolare oggi a lezione?" "No, non molto, però una cosa divertente è successa: un tale di serpeverde si è preso una secchiata di acqua e sapone e la pazza di ieri si è messa a litigare con Sirius subito dopo, si sono detti parecchie cose divertenti, però lei sembrava un po' offesa" "Piton...è una cosa normale, lei è una sua amica, a noi lui non piace e lei si arrabbia se qualcuno (noi) gli fa degli scherzi. Lily non sa proprio stare allo scherzo" "A capito" I due chiaccherarono serenamente ancora un po', fino a quando Will non si addormentò. Remus era molto divertito da ciò, da come dormiva nessuno avrebbe detto che Will era una rara creatura, cresciuta troppo in fretta e martoriata da un passato doloroso, pareva la bambina che avrebbe dovuto essere. "Si è addormentata?" "Sì, madama Chips" Rispose Remus alla donna che si avvicinava, raggiunta la sponda del letto continuò "O già poveretta, quel braccio l'avrà tenuta sveglia tutta la notte" "Perchè?" Chiese Remus confuso "Dovresti ben sapere che un polso rotto fa male. E' caduta in sala Comune ed è tornata a farsi fasciare ieri sera, poco dopo che sei "andato via" tu" "Ah, capito" Remus era ora confuso dall'incoerenza dei due racconti, ma preferì tacere. Qualcuno stava mentendo, sarebbe andato a fondo della questione. "Voi due vi conoscete bene, madama Chips?" "O sì, mi sono presa cura di lei quando era più piccola e quest'estate di nuovo" La medimago si bloccò improvvisamente "Questo non avrei dovuto dirlo"

La piccola amica dei MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora