Ch. 5 || Silenzio

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Appena il calore del bar mi circondò trassi un sospiro, seguendo Jun-yung fino al bancone. "Che ordini, Aksa?"
Guardai un attimo attorno, pensando a cosa volessi mangiare. Effettivamente avrei mangiato tutto, ma non era il caso "Credo un caffè e una brioche alla crema andranno bene."
"Siediti, ti raggiungo appena finisco di ordinare."
Annuii e presi posto in un tavolino accanto alla finestra, il bar era alquanto rustico, tutto sui toni del marrone e le decorazioni sul verdastro e sul rosso, insomma si ci sentiva al caldo anche solo a metterci piede dentro, era piccolino e accogliente, c'ero già stata un paio di volte precedentemente, ma era da un po' che non venivo.
Jun-yung, che prese posto dinanzi a me, mi sveglio dai miei pensieri "Aksa, sicura di sentirti bene?"
Annuii e sorrisi "sto solo pensando, lo faccio spesso eh" ridacchiai, facendolo sorridere.
"Davvero però, se hai bisogno di parlare ci sono..." Spostò la mano sulla mia, che stava appoggiata sul tavolo, e fece dei cerchietti col pollice sul mio palmo, mi sentii andare a fuoco, ma i nostri occhi erano come incollati.
"G-grazie." Risposi, finalmente spostando la mano, abbassai lo sguardo e aspettammo in silenzio la nostra colazione.

Dopo andammo a fare un giro, camminavano l'uno affianco all'altro mentre passavamo per le strade della città.
"Mi sento in colpa per aver saltato una giornata di scuola." Ammisi.
"Guarda, se può consolarti, il quinto anno avrò fatto più di trenta assenze. Mi hanno fatto uscire col minimo tanto per mandarmi via."
Aveva le mani in tasca, e mi venne naturale incrociare il mio braccio al suo, non me ne accorsi nemmeno. "Hai avuto i tuoi problemi, Jun-yung..."

JUN-YUNG'S POV

Mi irrigidii quando avvolse il mio braccio attorno al suo, e per qualche secondo tutto si era fermato attorno a me.

Perché mi batteva così forte il cuore?

"Jun-yung? Ci sei?"
Scossi la testa quando sentii chiamare il mio nome "Mh? Sì scusa, dicevi?" Non se n'era proprio accorta, le sarà venuto d'istinto e la lasciai fare.
"Che hai avuto i tuoi problemi per fare tutte quelle assenze."
"E tu hai i tuoi, e oggi non te la sentivi di andare. Va benissimo così, bisogna staccare la spina una volta tanto, non puoi continuare a scalare la montagna, devi fermarti e prendere respiro una volta tanto."
Lei guardò in basso e annuì "Giusto... Jun-yung, cos'è successo ai tuoi genitori?"
Mi bloccai sul posto, prima di prendere un grosso respiro e parlare "Semplicemente non ero un figlio voluto."
Lei sospirò e si fermò di fronte a me, cingendomi i fianchi con le braccia e stringendomi forte. Appoggiò la fronte sulla mia spalla, inizialmente potevo sentire tutti i muscoli del mio corpo tendersi al suo tocco, ma poi mi rilassai e le avvolsi le spalle.
"Spero tu sappia che qualcuno ti vuole bene." Disse con voce flebile, ma abbastanza alta perché io la sentissi.
"Anch'io ti voglio bene, Aksa." Mi strinse a sè ancora di più, non contestai, la lasciai fare, era umana anche lei, di conseguenza aveva bisogno di contatto fisico.
Apprezzavo il suo sentirsi al sicuro nelle mie braccia, si rendeva vulnerabile in mia presenza, come se ci fosse qualcosa che le sussurrasse che è al sicuro... Effettivamente lo era, ma il suo aprirsi tanto facilmente mi dava un'altra prova della sua giovane e amorevole anima, essa non aveva posto per la diffidenza, e continuava a ferirsi arrendendosi a quelle da poco incontrate. Abbassai la testa, poggiandomi sulla sua e captando debolmente il buon odore delle sue ciocche. Le accarezzai la schiena, sperando potesse sentirsi anche un minimo confortata.

AKSA'S POV

Non osavo aprire gli occhi e guardarlo in viso, mi poggiai nella sua spalla e lo tenni il più stretto possibile. Era da un po' che non ricevevo un'abbraccio, che non sentivo il calore di un altro corpo, e avevo realizzato solo adesso quanto mi mancava il contatto fisico. Cercai con tutte le mie forze di trattenere le lacrime, e non proferii parola, sapevo mi si sarebbe sicuramente spezzata la voce, e non volevo rovinare questa giornata.
Iniziò a carezzarmi la schiena, e lì mi irrigidii, si fermò immediatamente appena lo notò.
"Aksa, tutto ok?"
Mi staccai, annuendo "Sì, va tutto bene. Scusami ancora, dove ti andrebbe di andare?"
"Mhh, c'è la biblioteca qui vicino, oppure qualche negozio dell'usato, se non sbaglio. Ti va di farci un salto?"
"Volentieri!"
Camminavamo in silenzio, quasi non c'era più imbarazzo nella quiete che si creava. Non avevamo bisogno di riempire quei momenti con parole futili, e sembrava che entrambi apprezzassimo il silenzio. In esso possiamo ammirare completamente la bellezza di ciò che ci circonda, viaggiare all'interno dei nostri pensieri, conoscere meglio la persona al nostro fianco. Il silenzio è così calmo, ma così vigoroso, anche quando non si sente o non si vede. Due persone che sanno comunicare con uno sguardo non hanno bisogno di parole, di spiegarsi, non c'è mai un vero e proprio racconto di ciò che accade, ma sguardi complici e comprensivi.

Respiri Bruciati || Bae Jun-yungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora