Ch. 11 || Volare

9 2 3
                                    

Chiesi a Jun-yung di entrare con me al mio orale, lui non esitò neanche un secondo ad accettare, lo trovai sotto casa mia alle sette, con un sorriso stampato in faccia, ma neanche esso riuscì a calmarmi, ero troppo in ansia, tremavo come una foglia. Mi portò anche al bar a fare colazione, tanto che voleva provare a distrarmi, ovviamente fallendo.

"Aksa! Dai! Sarò lì con te, hai studiato tanto e so che ci riuscirai."

Continuava a ripetermi queste parole, ed effettivamente erano veritiere, passai l'esame con un buon voto.

Il giorno in cui uscirono i voti ero con lui, mi aveva portato a visitare un museo in una città vicina, non ne sapevo neanche l'esistenza, ma effettivamente mi era piaciuto molto.

Non appena gli diedi la notizia iniziò a saltare di gioia, era più contento lui che io, mi prese in braccio, mi tenne stretta, mi ripetè quanto fosse fiero di me, e soprattutto continuò a dirmi quanto mi amasse.

Diciamo stavo ancora cercando di capire come mi sentivo, non ero sicura: qualcosa provavo, ma non ero ancora pronta a dargli un nome... Ormai uscivamo tutti i giorni, a volte di mattina, a volte di sera, dipendeva da quando aveva gli esami all'università e anche da come si organizzava con lo studio, ma ci vedevamo quasi tutti giorni. Era definitivamente diventato parte della mia vita, ogni giorno quel raggio di Sole aveva sempre qualcosa di nuovo da raccontarmi, e non perdeva mai l'occasione di ricordarmi dei suoi sentimenti. Ma mai mi aveva parlato del suo passato... Tutto ciò che c'era prima che mi conoscesse era tutto nascosto, glielo chiesi un paio di volte ma lui si rabbuiava e diceva freddo e deciso di non volerne parlare, speravo solo che prima o poi avrebbe iniziato a fidarsi di me, a ricordarsi che non lo giudicherò mai, e che il suo passato non cambierà il mio pensiero su quanto sia una persona splendida. Il Jun-yung che ho conosciuto io è colui che si prende cura degli altri, è una lucciola nel buio più totale, la stella polare che ti guida durante la notte, è l'amore che mi dimostra quotidianamente, e alla fin fine io mi sentivo in colpa, ma lui diceva sempre che avrebbe aspettato quanto necessario. Era lì per me in ogni caso, qualunque cosa gli avessi detto.

Mi faceva battere il cuore, e spesso fantasticavo su come sarebbe stato il mio futuro con lui, era sempre nei miei pensieri, volevo prendere un taccuino e scrivere tutto ciò che provavo nei suoi confronti. E quando capii che mi ero innamorata di lui, non potei far altro che impanicarmi: ero davvero in grado di provare dei sentimenti simili? Sentimenti capaci di farti perdere l'equilibrio anche solo pensando all'altro? Era questo che Jun-yung provava da mesi quando mi guardava? Le farfalle nello stomaco, il cuore in fiamme; emozioni atroci incontrollabili... È riuscito a starmi accanto resistendo al suo istinto, e chissà, magari avrà anche pensato che il giorno in cui avrei provato lo stesso non sarebbe mai arrivato, eppure eccomi qui, scrivendogli un messaggio, chiedendogli di vederci.

JUN-YUNG'S POV

Non avevo mai pensato questo giorno fosse arrivato, e poi mi arrivò un suo messaggio, dicendomi di dovermi parlare. Corsi, corsi al parco, dov'era seduta sempre nello stesso posto e sullo stesso telo.

Mi sedetti al suo fianco e iniziò a parlare.
Mi disse tutto ciò che avrebbe voluto fare. Accettò i suoi sentimenti, ciò che il destino aveva conservato per lei.

Un amore che sboccia come un fiore, e quasi ne rimango affascinato dal potere, la sua voce tremante rimase impressa nella mia memoria, mentre i miei occhi si perdono nei suoi, lacrime che percorrono i nostri visi mentre aprì il suo cuore. Concludendo il tutto con le parole più belle io abbia mai sentito uscire dalle sue labbra: "Ti amo."

E poi la baciai, le mie mani strinsero i suoi fianchi, tirandola verso di me, le sue si persero tra i miei capelli e la tenni il più stretto possibile. Assaporai le sue labbra, quelle labbra rosee che volevo assaggiare da tempo. Avevo bisogno di sentirne il sapore, avevo bisogno di toccare quella ragazza come se mi appartenesse. Sapevo non fosse mia, ma anche per qualche secondo, dovevo averla.
Il vento le scompigliava i capelli, che sbattevano contro il mio viso e che lei cercava in continuazione di spostare, ridacchiando; la baciai e il silenzio attorno a noi esplode in un mare di battiti d'ali di farfalle, che abitavano i nostri corpi.

Voglio che il nostro amore voli libero, e voglio volare con lui. Voglio sedermi in cima al mondo con lei, e osservare l'imminenza della natura.

AKSA'S POV

"Ho sempre avuto paura di amare, anche perché non ne sapevo il significato, non sapevo che le farfalle nello stomaco, il sorriso della persona al tuo fianco, i suoi occhi, tutto ciò che una persona fa per te... Non sapevo, o forse non volevo dare un nome ai sentimenti che provavo, e che provo ancora oggi, nei tuoi confronti. Jun-yung mi dispiace, mi dispiace averti fatto aspettare così tanto, adesso capisco quanto sia incontrollabile un emozione simile. Ma non voglio più farti aspettare, anche perché ho la mia risposta... Jun-yung, ti amo."
Sorrise e le sue mani scivolarono sui miei fianchi, facendomi rabbrividire, mentre piano avvicinava le sue labbra alle mie, chiudendoci in un bacio, un bacio pieno d'amore, quel bacio che lui aspettava da mesi e che finalmente poteva avere, quel bacio che ci tolse il fiato, che ci lasciò senza parole. Le mie mani si infilarono tra i suoi capelli, mentre le nostre lingue si cercavano a vicenda. Mi rapì il fiato dalla bocca, i nostri occhi bloccavano il tempo, le onde che colpivano forti sugli scogli si fermarono improvvisamente, le nostre lacrime un mare in cui nuotare, e le nostre anime che finalmente lasciavano il mare aperto e in subbuglio, approdando e mettendo piede sulla terraferma, stringedosi e portandosi calore in quell'aria fredda. Una tranquillità apparente, che in realtà era un mare in tempesta, le strade pian piano si riempivano, i nostri ricordi si facevano vivi, tutti i momenti che avevamo passato insieme erano tutti lì, che rinchiudevano quel bacio in un caloroso silenzio, e che entrambi apprezzavamo.

Si staccò lentamente da me, tenendo i suoi palmi sui miei fianchi, provocandomi brividi lungo la schiena. "Non sai da quanto aspettavo questo momento, Aksa."
I miei occhi si riempirono di lacrime "Scusami, mi dispiace così tanto."
Lui sorrise, lasciandosi scappare una lacrima o due "E di cosa? Mi rendi così felice, non è davvero necessario che tu ti scusi."
"Mi dispiace averti fatto aspettare così tanto... Posso solo immaginare quanto sia stato difficile trattenerti."
Mi accarezzò il viso affettuosamente "Ero pronto ad aspettarti per tutta la vita se fosse stato necessario. Mi fai provare sentimenti che nessun'altro ha mai fatto, quello che mi fai è inspiegabile. Farei di tutto per te."
Lo guardai, lo guardai senza dire una parola, fissai quei suoi occhi castani che sembravano nascondere chissà quali segreti, e io volevo conoscerli, avevo bisogno di sapere.

"E allora dimmi cosa ti tortura, cosa nascondi dietro a tutta questa maschera forte che ti sei costruito."

Mi guardò, un filo di terrore fuggì dal suo sguardo. Mi tese la mano e mi portò a casa sua, iniziando a raccontare tutto ciò

Respiri Bruciati || Bae Jun-yungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora