Choni × Lutto

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(Piccola Nota:
In questa one-shot Tabitha è riuscita a riportare di nuovo tutti nella loro epoca, ovvero nel 2023, riuscendo a trasportare anche tutti quei personaggi che nella linea temporale originale non esistevano oppure erano morti, come per esempio Clay, Midge, Julian, anche se quest'ultimo ha deciso di rimanere negli anni '50, inoltre in questa linea temporale Jason era vivo, anche se l'ho dovuto far morire nuovamente, ed ovviamente tornano tutti ad essere adulti, ad avere sotto i 30 anni proprio come dopo il salto temporale della quinta stagione.)

Toni

Mi sveglio sbadigliando, mi stiracchio allungando le braccia, ed ormai come ogni mattina mia moglie non è a letto con me, questo mi porta a sbuffare, non per il fastidio o per rabbia, ma perché mi sento così impotente nei suoi confronti, la amo più di qualsiasi altra cosa al mondo, l'unica cosa che voglio e che lei sia al sicuro, che lei sia felice, in questo periodo però non so proprio come fare, non so come comportarmi, suo fratello Jason è morto, di nuovo, per un incidente stradale tre settimane fa e da allora, ovviamente, tutto è cambiato, da quel giorno lei si è chiusa ancora di più in se stessa, passa interi pomeriggi distesa sul pavimento della cucina oppure distesa sul letto a fissare un punto indefinito sul soffitto, l'altro giorno l'ho persino trovata nella doccia, e vederla in quello stato mi ha ferito talmente tanto quasi da sentirmi male, mi si è spezzato il cuore, letteralmente.
Per quanto non abbia voglia di alzarmi, devo farlo, ho bisogno di sapere dove sia, cosa sta facendo e soprattutto come sta, quindi mi tiro su infilandomi le ciabatte dirigendomi poi di sotto, verso la cucina, da due mattine a questa parte che la trovo distesa sul pavimento proprio in cucina, infatti è così che la trovo appena entro nella stanza, è stesa per terra, con le braccia lungo i fianchi, fissa il soffitto con gli occhi lucidi completamente immobile, come se fosse catatonica.
La osservo trattenendo le lacrime che vogliono uscire, devo essere forte, e devo farlo per lei, perciò, dopo aver fatto un respiro profondo, mi avvicino lentamente a lei, mi piego per poi distendermi a terra accanto a lei con la testa rivolta verso l'alto.
Toni: buongiorno amore, hai dormito bene!? Spero di sì, visto che russavi.
Dico voltando leggermente la testa verso di lei cercando di farla almeno sorridere, cosa che in parte riesco visto che piega di poco il labbro.
Toni: tu dici che è impossibile che russi!? Oh io invece sostengo il contrario, tu russi eccome.
Continuo a sostenere convinta ridacchiando facendola finalmente sorridere.
Cheryl: io non russo.
Parla improvvisamente facendomi sorridere all'istante.
Toni: ah allora parli.
Dico scherzosamente guardandola.
Cheryl: mi fai la colazione?
Mi chiede con voce flebile, quasi un sussurro, probabilmente se non fossi stata così vicina non l'avrei neanche sentita.
Toni: thè al limone e brioches alla crema?
Chiedo facendola annuire, allora mi alzo lasciandole un delicato bacio sulla fronte prima di dirigermi alla credenza recuperando la sua tazza rossa con le ciliegie sopra.
Riempio la tazza con dell'acqua, che sistemo successivamente nel microonde per farla scaldare, dopodiché recupero un piattino infilandoci sopra la brioches che poggio un attimo sull'isola, poi riprendo la tazza con l'acqua ormai calda inserendoci la bustina di thè che sistemo accanto alla brioches.
Prendo un altro respiro profondo e torno a stendermi sul pavimento accanto a lei, ho imparato in questi giorni che se mi chiede di preparare qualcosa da mangiare poi non c'è bisogno di dirle quando è pronto perché poi decide lei quando alzarsi per andare a mangiare, dove mangiare e se farlo, quindi mi metto nuovamente a guardare il soffitto al suo fianco senza parlare questa volta, lascio il tempo a lei di decidere cosa fare.
Cheryl: voglio fare colazione a letto.
Dice improvvisamente alzandosi, si guarda intorno con occhi vuoti, spenti per poi iniziare a camminare in direzione delle scale trascinandosi con i piedi.
Una volta sparita dietro l'angolo mi alzo anch'io, sistemo tutto in un vassoio, recuperando anche un'altra brioches per me e del succo di frutta seguendo poi la sua stessa strada verso la camera da letto, la ritrovo nuovamente distesa a letto, la schiena poggiata alla spalliera del letto, gli occhi fissi in un punto indefinito della stanza, non credo che neanche mi veda entrare.
Mi avvicino lentamente sistemando il vassoio sul comodino, per poi tornare a stendermi accanto a lei guardando davanti a me.
Toni: sai, ho sempre trovato osceno quel quadro, non so neanche perché io ti abbia permesso di comprarlo.
Dico dopo un po' riferendomi ad un bellissimo quadro di natura morta appeso sopra la nostra cassettiera, giusto per poter ricevere una reazione da parte sua, che non tarda ad arrivare, si volta verso di me, restringe gli occhi in due sottili fessure e mi tira uno sguardo quasi assassino.
Toni: okay, okay, va bene, stavo scherzando, adoro quel quadro.
Dico alzando le mani in segno di resa.
Cheryl: sarà meglio per te, io ho un ottimo gusto in fatto d'arte.
Dice decisa continuando a guardarmi con leggero giudizio.
Toni: sono d'accordo, mia bellissima pittrice dai capelli rossi padrona di una stupenda galleria d'arte.
Dico lasciandole un bacio sulla guancia facendola sorridere per quasi un minuto intero.
Cheryl: ora però voglio fare colazione.
Dice tornando seria guardandomi, semplicemente annuisco recuperando il vassoio che sistemo in mezzo a noi ed in silenzio iniziamo entrambe a mangiare.
Toni: che ne dici di andare a fare una passeggiata al Pickens Park nel pomeriggio?
Propongo senza metterle pressione oppure spingerla.
Cheryl: no, voglio rimanere a casa.
Decreta con decisione continuando a masticare la sua brioches tornando in silenzio.
Continuo a mangiare anch'io senza più proferire parola, dopo aver finito porto tutto in cucina sistemando ogni cosa al suo posto, quando improvvisamente la vedo entrare, però stranamente questa volta non si stende sul pavimento, viene dritta verso di me, mi guarda, allunga il braccio prendendomi la mano ed iniziando a trascinarmi, la guardo leggermente confusa, cercando di capire che diamine stia facendo, senza però dire niente, finché non raggiungiamo il divano che indica, allora volto lo sguardo verso di lei ancora particolarmente perplessa.
Cheryl: sdraiati.
Ordina semplicemente.
Toni: okay.
Dico sempre più confusa sdraiandomi, poggiando la testa sul cuscino, mettendomi comoda, senza preavviso si stende su di me poggiando la testa sul mio petto, rifugiandosi nell'incavo del mio collo, inizialmente rimango leggermente sbalordita, da quando suo fratello è morto non ha più permesso a nessuno di abbracciarla oppure di toccarla, solo io potevo, ma solamente se lo facevo di mia iniziativa, questa è la prima volta da allora che spontaneamente mi cerca per farsi abbracciare oppure coccolare, è quasi un mese che dormiamo ognuna nella nostra parte del letto, cosa che non è mai capitata da quando siamo tornate dagli anni '50, da allora abbiamo sempre dormito abbracciate, per questo rimango stupita per poi avvolgerla tra le braccia.
Cheryl: ho freddo.
Dice flebilmente, immediatamente mi allungo per recuperare la coperta poggiata ai nostri piedi per poi stenderla su di noi coprendola, appena faccio questo gesto scoppia in lacrime.
La stringo a me lasciandole dei delicati baci sulla testa, iniziando a cullarla cercando di calmarla.
Toni: shhh tranquilla, ci sono io qui con te.
Le sussurro in un orecchio.
Cheryl: lui se n'è andato, non c'è più.
Dice disperatamente aggrappandosi alla mia maglietta con tutta la forza possibile.
Vederla in questo stato ogni volta è una pugnalata dritta al cuore, è come se qualcuno mi piantasse, ogni singola volta, un coltello nel petto e si divertisse a girarlo a suo piacimento facendomi soffrire atrocemente.
Toni: lo so amore, lo so, ma lui ci sarà sempre comunque, sarà sempre al tuo fianco, anche se tu non potrai vederlo.
Dico cercando di rassicurarla, con l'intento di farla calmare.
Ci sono voluti svariati minuti per farla smettere di piangere, ed alla fine ha smesso perché troppo stanca, infatti è crollata addormentata su di me qualche secondo fa.
La osservo dormire, scostandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio, e penso a quanto sia fottutamente bella, e quanto non si meriti affatto tutto questo dolore, tutta questa sofferenza che la lacera dentro, io voglio solo che sia felice, e faccio del mio meglio ogni giorno per poterlo rendere possibile, ma non so come fare, non so neanche cosa stia facendo di preciso, però so che le starò accanto, anche quando crederà di non volerlo e magari mi urlerà contro io ci sarò comunque.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 20 ⏰

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