RESTRIZIONI

141 6 0
                                    

Il mattino seguente alle otto in punto tutti veniamo convocati in sala meeting.
Eravamo tutti seduti in cerchio attorno al tavolo, qualcuno ancora sbadigliava, altri sembravano preoccupati, visto che i meeting di solito vengono fatti per cose serie.
Quando siamo tutti lì, Steve chiude la porta, e pende posto vicino mio padre.

«allora, vi chiederete come mai questo meeting, e come mai con così poco preavviso...» Steve incomincia.

«prevedo riguardi ciò che è successo ieri...» dice Sam.

«esatto» afferma Nat.

«perché cosa è successo ieri?» chiede Pietro.

«dei tizi strani ci hanno attaccato» dice Yelena ancora assonnata appoggiata sul tavolo.

«okay, non perdiamo tempo, la cosa è seria, non siamo neanche riusciti ad interrogare nessuno di loro, perché si sono tolti la vita.
Ieri Nat mi ha raccontato in modo più dettagliato la vicenda, è evidente che il loro bersaglio è Niki, non sappiamo con precisione il motivo, ma si presume sia per il suo potere da muta-forma.
Ieri abbiamo parlato tra noi adulti, e siamo arrivati a un accordo...
Niki... non potrai più partecipare alle missioni, dovrai stare qui alla torre per la maggior parte del tempo, potrai uscire solo per cose strettamente necessarie e dovrai essere accompagnata da un adulto»

«cosa!?» urlo io, non avevo intenzione di fare nessuna delle cose che aveva detto precedentemente Steve, «e voi siete d'accordo?!» dico guardandoli, ma tutti avevano testa bassa «papà!» dico guardandolo, ma lui non alza ancora lo sguardo.

«abbiamo parlato ieri sera, è la soluzione migliore, mi dispiace» dice con un filo di voce.

«cosa?! Nat?!» ma neanche lei dice niente per potere migliorare la situazione «quindi dovrei restare qui, rinchiusa in questa torre?!» urlo più forte che posso, ma nessuno mi degnava di uno sguardo.
Non ce la facevo più, dovevo uscire.
Ma Nat mi ferma.

«non provare neanche a pensare di scappare, siamo una squadra, se sei in pericolo, e proteggerti vorrà dire mettere in pericolo anche noi, lo faremo.
Non arrabbiarti, ti prego, sai che ti vogliamo bene» dice lei.

«lo vedo» dico uscendo dalla sala e dirigendomi nella mia camera.
Chiudo a chiave la porta e mi butto sul letto.
Non sapevo che fare.
Vedo dei messaggi di Kate, ma non li leggo neanche, volevo stare sola.

Dopo un po' sento qualcuno bussare alla porta.
Non mi degno neanche di rispondere, non avevo voglia di parlare con nessuno di loro.

«spero non ti stia preparando per un'altra gita nell'oceano» dice la voce di Wanda.
Mi fermo a riflettere se aprirgli o no, in effetti, forse era l'unica persona con cui avevo voglia di parlare.
«sempre nell'atlantico? Io ti consiglieri il Mar mediterraneo»

«hai finito di sfottermi?» le chiedo dopo avergli aperto la porta ed essermi ributtata sul letto.

Lei chiude la porta e si siede s'un angolo del letto vicino a me.

«era da tanto che non entravo in camera tua» sorride lei guardandosi intorno «hey, hai ancora le nostre foto appese» dice sorpresa, osservando il muro sopra il letto dove sono solita appendere qualche polaroid.

«certo che le ho ancora, perché dovrei toglierle?» le chiedo sorridendo.

Lei mi sorride pure «senti, lo so che le cose che ti hanno detto di fare sono molto restrittive, ma è solo per proteggerti»

«se sei venuta qui per difenderli, puoi anche andare» le dico voltandomi dall'altra parte.

«Niki... ti prego, pensaci, è una cosa seria, lo so, sarà difficile ma...»

Io la interrompo subito «se loro sanno che sono un'Avengers secondo te non sono in pericolo anche gli altri?»

«sì, inf...»

«allora perché gli altri possono uscire liberamente?!»

«stavo dicendo... Che dopo che te ne sei andata, abbiamo discusso un'altro po', e le stesse regole che ti sono state imposte sono state date anche a noi "giovani" Avengers, Kate ti ha anche invitato un messaggio a riguardo»

«beh... Non l'ho visto» in questo modo ciò che mi era stato dettato aveva leggermente più senso. Forse non avevo bisogno di fare tutto questo baccano, lo stanno facendo per proteggermi...

«allora... Ti sei calmata?»

«si... Mi sono calmata»

Lei mi sorride e mi accarezza la spalla, poi si alza e si dirige verso la porta.

«non scapperai, giusto?» chiede lei con un sorriso.

«basta! Sono scappata solo una volta, una, state tranquilli non lo farò più, okay?»

«bene, allora ci vediamo a pranzo» dice uscendo.

Ora ero da sola in camera, ed i miei pensieri vagavano, fino a quando non ripensai a tutta la conversazione di sta mattina, e di come forse avevo un po' esagerato, e di come avevo risposto a Nat.
Nat e papà non si fanno condizionare facilmente, perciò se erano d'accordo c'era un motivo, e soprattutto, so per certo che mi vogliono bene, come ho potuto dubitarlo?

------

*knock* *knock* *knock*

«si, ho capito non c... Oh, Niki, pensavo fossi Steve» dice Nat aprendo la porta.

«ehm... Posso entrare, volevo parlarti»

«certo, entra» dice poi chiudendo la porta alle mie spalle.
«senti, lo so che sei arrabbiata però...»

«ho esagerato» la interrompo.

Lei smette di parlare, e mi guarda, aspettando che continui la frase.

«se avete fatto questa scelta, ci sarà una ragione, e sì, sarà uno strazio dover stare qui, ma almeno non sarò sola»

Lei fa un sorriso e mi abbraccia «grazie per aver compreso, e no... Non sarai affatto sola, anche perché sarai con tutti gli altri "Young" Avengers»

«si, Wanda me lo ha detto»

«abbiamo fatto bene a far parlare lei con te... se avete parlato intendo»

«hey!» dico interrompendo l'abbraccio.

Lei sorride e mi scombina i capelli.

«mi dispiace di star portando tutto questo casino»

«non devi dispiacerti, non è colpa tua, ma dell'hydra, e puoi stare certa che sconfiggeremo, come dice tuo padre, quei 'figli di buttana', te lo prometto»

Io le sorrido e le do' un altro abbraccio.

«Nat! È successo di nuovo Nuov- » dice papà spalancando la porta «... Niki?»

«non si bussa più, eh» dice Nat interrompendo l'abbraccio.

«scusatemi, sono andata nella tua stanza e non c'eri più e...»

«pensavi che fossi scappata, ho capito, orami è un pensiero abbastanza comune, nonostante sia scappata, una, e dico una sola volta»

«beh... la paura c'è sempre» sorride lui «e riguardo al discorso di sta mattina, scusami, ma era l'unica soluzione, siete in pericolo, soprattutto tu»

«ho capito, e avete ragione»

«sono felice, e sarà comunque una situazione temporanea» sorride e si avvicina per abbracciarmi.

Nel frattempo dal corridoio si sente la voce di Sam «Nat, che dici, andiamo a cucinare? Io sto morendo di fa...» ma quando ci vede tutti smette di parlare «... perché non sono stato invitato a questa riunione di famiglia?» dice quasi offeso.

«Sam non incominciare» le dice Nat.

«allora... cucina?» dice Sam a Nat indicando con il pollice verso di essa.

«sono le 11.30!»

«già, e ho fame, e per preparare il pollo ci vuole molto, quindi?»

«secondo me Sam ha ragione» dico io.

«va bene...» sbuffa Nat seguendo Sam per andare in cucina.

WHAT IF WE REWRITE THE STARS || Wanda MaximoffDove le storie prendono vita. Scoprilo ora