Capitolo 4

130 5 0
                                    

Millie

Non mi muovo.

Guardo le ragazze di fronte a me, schiacciate nello stretto spazio del mobile. Una ha la mano davanti alla bocca e sta tremando mentre l'altra ricambia il mio sguardo.

È confusa, proprio come me.

"Ho davvero poco tempo per questi giochetti." la voce roca parla ancora una volta, "Sono qui solo per una di voi, le altre due sono libere di andare via."

Cosa?

Solo una di noi?

Chi?

Il cuore mi batte forte.

"Millie." l'uomo pronuncia il mio nome e io sussulto. "Mi servi solo te, piccola."

Le ragazze non esitano un secondo. Spalancano le ante del mobile e escono fuori di rapidamente, lasciandomi lì, incuranti di abbandonarmi da sola con quel uomo.

Con il fiato corto e la paura alle costole, esco anche io.

Appena vedo chi c'è in quella stanza divento ancora più interrogativa e spaventata.

Incrocio gli occhi freddi e celesti dello stesso uomo che mi aveva guardata dalla pista. È appoggiato ad un tavolo in acciaio dietro di sé e mi osserva impassibile. Sono a quattro passi da lui ma già da lì capisco che è alto, molto alto e i muscoli che nasconde sotto una divisa nera da militare non sono uno scherzo. È un uomo robusto.

"Che cosa vuoi da me?" gli chiedo titubante.

I suoi occhi mi scrutano minacciosi. "Fai la domanda sbagliata, Millie." risponde serio, "Non è cosa voglio da te ma cosa voglio di te." sibila passando un'occhiata lenta sul mio corpo.

Che significa?

Ma chi è questo?

"Ma che stai dicendo?" domando con voce tremante.

Lui sospira e si stacca dal tavolo, iniziando ad avvicinarsi a me lentamente.

Terrorizzata comincio ad indietreggiare fino a finire con le spalle contro il mobile.

Lui si piazza davanti a me e mi esamina il volto. "Due cose ti devi ricordare d'ora in avanti, piccola Millie." mormora con voce molto profonda e bassa, "La prima è che da oggi tu sei la donna di Jason Reid e la seconda è che chi ti guarderà troppo a lungo non potrà più farlo." sibila sicuro di sé.

Mi acciglio. "Cosa sono queste assurdità? E chi sarebbe questo Jason Reid?" voglio sapere completamente scompigliata.

Lui ghigna. "Io sono Jason Reid e tu sei mia."

Non capisco più niente.

Sbuffo. "Ti sei fuso il cervello?" tuono, "Cos'è tutto questo? Uno scherzo?"

Lui si fa più vicino e io mi mi faccio più piccola. "Sei compatibile e lo sento, lo sento in ogni parte del mio corpo, piccola." mormora, "Presto, quando sarai pronta mi darai ciò di cui ho bisogno e di cui sono stato privato." aggiunge addolcendo gli occhi chiari e freddi.

Compatibile?

Cosa?

Mi agito.

Non parlerà sul serio di ciò che penso?

Sento le mie guance scaldarsi. Quella parte della natura umana non l'ho ancora sperimentata né tanto meno approfondita personalmente.

"Io non ti darò un bel niente!" dico alzando la voce nervosamente, "Voglio tornare a casa! Adesso!" pretendo avendo sempre più terrore delle sue parole e intenzioni.

"Temo non sia più possibile, Millie." Risponde lui con calma.

"Non mi interessa!" tuono e esco da quello spazio tra lui e il mobile.

Lo oltrepasso, diretta alla porta ma sento la sua mano coprirmi le vie respiratorie all' improvviso e poi tutto diventa buio.

Soldier's MateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora