Prologo

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Millie

La colonia numero 19 è la mia casa, da sempre.

Dopo lo scoppio della pandemia, i miei si erano rifugiati qui, dandomi alla luce cinque mesi dopo. Non ho mai conosciuto ciò che era il mondo prima, non ho mai visto un parco acquatico, non sono mai stata ad un concerto e non ho mai realmente visto ciò che c'è al di là delle mura che circondano la colonia.

Le storie che mi racconta mia madre mi affascinano, mi fanno desiderare che un giorno potrò toccare la sabbia rovente di una spiaggia o camminare per le vie di una città in piena notte.

Dev'essere bello tutto ciò.

"Millie!" Anna urla da lontano il mio nome. Alzo la testa dal libro di biologia che il professore ci ha assegnato di leggere per la prossima lezione nella serra della colonia.

È importante, dicono dall'alto, che le nuove generazioni siano istruite, per assicurare un futuro migliore.

Io, ormai quasi ventenne, rientro tra le generazioni prossime ad entrare nel processo di lavoro della colonia e il professor Lucas mi vuole come sua assistente il prossimo anno. Perdere le ore di studio non è più un opzione.

Metto via il libro e vado incontro alla mia amica, attraversando lo spazio verde al centro della colonia.

(Come me lo immagino:)

La grande cupola sopra la mia testa, è così sporca che il sole riesce a penetrare il vetro con scarsi risultati

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La grande cupola sopra la mia testa, è così sporca che il sole riesce a penetrare il vetro con scarsi risultati.

Anna sventola la mano verso di me, il suo volto guarda attraverso un fessura che circonda lo spazio verde. "Vieni, svelta!", dice impaziente. Insieme a lei altre nostre compagne spiano qualcosa al di fuori dello spazio verde.

"Che succede?"chiedo perplessa.

"Ospiti dalla colonia numero 1.", risponde, "Mio padre mi ha detto che sono qui per un'importante progetto.", mi spiega euforica.

Mi avvicino e guardo anche io.

Si vedono un gruppo di uomini vestiti di bianco parlare con alcuni dei nostri professori sotto la tettoia del edificio che affianca lo spazio verde.

L'edificio funge da spazio ospedaliero.

L'edificio funge da spazio ospedaliero

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"Non mi avevi detto niente.", faccio notare ad Anna mentre gli uomini entrano dentro all'edificio.

Lei non fa una piega, "Scusa, papi ha detto non dirlo a nessun, pare che fosse qualcosa di importante per farlo sapere a tutti."

Annuisco.

Il padre di Anna è uno dei capi che dirigono la colonia quindi non mi arrabbio per il suo silenzio.

Dopo quella entrata segreta degli uomini in bianco, esattamente quattro ragazze vengono chiamate nella stanza grande. Si tratta della sala delle riunioni. È lì che vengono prese importanti decisioni ed è la prima volta che ci metto piede - perché sì per qualche insolita ragione, io faccio parte di quelle quattro ragazze - dato che prima dell'entrata nel mondo lavorativo, non è permesso farlo.

Trovo mia madre ad aspettarmi, così come il professor Lucas e i capi della colonia.

Su una estremità della sala ci sono anche i tre uomini in bianco.
Si sussurrano qualcosa tra di loro appena varchiamo la porta.

Mia madre mi corre incontro. "Oh, tesoro, sono così felice!" dice piena di entusiasmo.

"Per cosa?" domando confusa.

"Ragazze, avvicinatevi." dice il padre di Anna, non dando tempo a mia madre di rispondere.

"È un grande giorno questo. Siete state scelte per un progetto educativo e siete state invitate nella colonia numero 1 a passare tre giorni con i migliori maestri!" ci informa.

Sono senza parole.

Lascerò la colonia per tre giorni!

Guardo mia madre tutta sorridente e d'istinto la abbraccio. "Andrò fuori, andrò fuori!" dichiaro emozionata.

"Che bello, tesoro mio, è magnifico." bisbiglia lei sulla mia spalla.

Non mi faccio domande del perché io e le altre siamo state scelte.

L'unica cosa che penso è esplorare il mondo fuori dal portone.

Colonia numero 1, sto arrivando!

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