Capitolo 8

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Jason

Il divano è scomodo.

Non riesco ad addormentarmi e ancora peggio riesco a sentire Millie. Neanche lei dorme. Non ho mai pensato di trovarmi in questa posizione. Una volta, prima di accettare di diventare un esperimento da laboratorio e diventare una delle creature più pericolose che l'uomo abbia mai creato, le donne erano tutte uguali. Erano tutte lì pronte a soddisfare i miei bisogni malgrado non tutte ci riuscivano. Ma dopo la mia mutazione non è stato più così. Quel maledetto scienziato ci ha spiegato che nel nostro sangue circola un enzima che cambia la chimica del nostro cervello e altera i nostri bisogni e ciò non ci permette più di cercare le donne, non tutte ma solo una. Ci ha promesso di trovarle queste femmine e ci è riuscito e ora capisco che quello che provo per la femmina compatibile per me è molto pericoloso. Il desiderio che provo per lei è quasi incontrollabile.

Sento il suo respiro, sento il suo cuore, il suo odore e la voglio. Voglio il suo corpo, voglio ogni parte di lei.

Passa un'altra ora. È notte fonda e lei non dorme ancora. Si muove nel letto ripetutamente e sbuffa. D'un tratto la sento. Scende dal letto e piano piano apre la porta. Faccio finta di dormire e la ascolto raggiungere di nuovo la porta dell'appartamento.

Quando si ferma davanti, apro un occhio e la osservo. Clicca sul monitor, cerca qualcosa. "Avanti, apriti." Sbotta piano.

Sorrido sapendo che non c'è modo di aprire la porta senza la mia impronta e riconoscimento facciale.

La vedo andare in cucina. Fruga in un cassetto e si avvicina a me con un coltello in mano. A due passi di ferma. Esita un secondo ma procede. Avvicina la lama con la mano tremante alla mia gola e parla. "Svegliati." Mi ordina.

Apro gli occhi con calma e incrocio i suoi occhi. È bellissima. "Non dovresti giocare con un coltello. È pericoloso, Millie."

Lei si acciglia. "Sta zitto." Sbotta. "Non mi lasci altra scelta." Dice. "Aprimi la porta o ti faccio male."

"Vuoi farmi male?" Ghigno divertito.

"Muoviti e fammi uscire." Insiste lei.

Tutto sorridente, fingo di starle dietro e mi sollevo. "Va bene, come vuoi." Rispondo e mi alzo in piedi. Una volta alzato lei comincia a tremare guardandomi dal basso. È piccola lo stesso e vulnerabile con quello coltello in mano ma i suoi occhi sono furiosi. "Lo sai, Millie, non saresti dovuta uscire dalla stanza." Le dico passando gli occhi sul suo corpo. "Non riesco più a controllare quello che provo per te." Mormoro e faccio un passo verso di lei e lei nei fa uno indietro.

Non avrebbe dovuto avvicinarsi a me quando sono in questo stato...

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 27, 2023 ⏰

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