Capitolo 1

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Millie

Il viaggio dalla colonia numero 19 alla colonia numero 1 dura un paio di giorni.

Le ragazze sono entusiaste così come lo sono anche io. Vedere altro al di fuori delle mura della Colonia è un'occasione che non tutti hanno perciò mi ritengo fortunata.

Appena prima di varcare il portone della Colonia, una trentina di ragazze, provenienti da altre colonie si uniscono a noi.

Neanche un ragazzo...un po' bizzarro questo progetto educativo...

Nella Colonia numero uno, è tutto diverso. Qui si trova il centro della base militare, gli uomini che ci proteggono dagli umani deformati dalla pandemia, fanno il loro addestramento qui. È un campo enorme dotato degli confort che non si possono trovare altrove.

(Colonia numero 1)

"Ascoltatemi bene tutte voi

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"Ascoltatemi bene tutte voi." tuona un uomo di mezz'età in divisa da militare appena entriamo. "Sto per elencarvi le regole che dovrete rispettare mentre vi trovate qui." ci informa, "Chi non di voi deciderà di non farlo, verrà mandato indietro nell'immediato." questa suona come una minaccia, "Prima regola: È severamente proibito lasciare le proprie stanze durante le ore notturne. Regola numero due: state alla larga dalle aree riservate ai soldati. Regola numero tre: se venite chiamate, voi venite." esaurisce le sue parole passando i suoi occhi su tutte noi.

Ma che regola sarebbe l'ultima?

Detto quelle regole a tratti discutibili, ci accompagnano tutte a visitare la colonia. Come mi avevano sempre raccontato, qui c'è un'aria molto diversa. È tutto maledettamente ordinato e la gente è estremamente silenziosa. L'ultima meta è la mensa dove si riuniscono tutti per i pasti. Qui ci invitano a cenare e ci assegnano i tavoli. Mi accorgo che un solo tavolo in fondo alla mensa è vuoto ma mentre lo studio mi accorgo di un altro fatto.

Gli sguardi.

La gente attorno a noi scrutano le ragazze di sottecchi e poi si parlano tra di loro.

"Questa mensa è enorme!" dice la ragazza capitata al mio fianco.

"Nella mia colonia delle volte non c'è nemmeno posto per tutti." si lamenta un'altra davanti a lei.

Guardo la ragazza davanti a me. La conosco è della mia Colonia. "Non pensi che ci guardano in modo piuttosto strano?" le chiedo impensierito.

Lei fa un'alzata di spalle. "È ovvio, no?" dichiara, "Sono curiosi di vedere altra gente al di fuori della loro Colonia. Siamo come delle straniere qui."

Dopo la cena, ci incamminiamo verso i dormitori, un grande blocco adibito soltanto per noi.

Attraversando il corridoio che unisce gli edifici, dalla parete in vetro, si riesce a vedere in basso un grande campo pieno di macchine militari e convogli. Accanto ad alcune macchine militari, c'è un gruppo di uomini. Uno di loro li sta parlando. Tutte le ragazze si fermano per guardare e lo faccio anche io.

"Vedi quelle divise con quella specie di testa nera di leone attaccato sul braccio destro?" chiede una non poco distante da me ad un'altra, "Ho ragione di credere che appartengano ai navy di prima classe." le spiega, "Loro vanno a caccia di mostri, non li aspettano!"

"Sembrano molto freddi." commenta l'altra.

"Lo sono." un'altra ragazza si intromette nella conversazione, "Quelli sono spietati!" aggiunge raccapricciata.

Sposto gli occhi dalla ragazza che ha parlato al gruppo di uomini al di là della vetrata.

Mi immobilizzo di colpo smettendo fiatare.

Quello che parlava prima guarda dalla nostra parte.

"Guardate, quello guarda noi!" sento dire a qualcuno.

No, si sbaglia, quello guarda me.

Non batto ciglio, lo guardo anche io e sento freddo.

"Cosa state ferme qui?" tuona una donna dal fondo del corridoio all'improvviso,  "Andate avanti, subito!"

Tutte qualche si muovono velocemente e io le seguo cercando di non guardare più il tipo.

Perché quello mi ha guardato in quel modo?

Non mi piace il presentimento che ho.

Soldier's MateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora