Giunsero le vacanze di Natale e Regulus si lasciò la scuola alle spalle. Sapeva che Eileen sarebbe rimasta lì insieme ad altri compagni e probabilmente anche Sirius. Non ebbe modo di rivederla se non quando si apprestava a lasciare il castello, con indosso abiti formali, neri, strutturati con severità sul corpo snello.
«Reg.» Eileen lo aveva raggiunto in cortile, anche lei aveva abbandonato la divisa in favore di un vestito di lana bianca, cinto in vita da una sottile fascia di cuoio da cui pendevano un paio di file di perline tintinnanti. Era strano, da babbano, Regulus pensò fosse uno spreco vederla così. Teneva tra le mani la sciarpa che le aveva prestato, i colori di Serpeverde stavano bene a contatto con le sue dita chiare.
«Puoi darmela quando sarò di ritorno, non mi serve adesso.» Fece presente lui, il tono distaccato nonostante la gioia provata nel vederla corrergli incontro. «Resterà qualcuno, per le feste? Con te, dico.» Lo precisò distogliendo lo sguardo da lei in favore di alcuni studenti che lo oltrepassarono per raggiungere le carrozze trainate dai Thestral. Riusciva a vederli.
«Oh, sì.» Si affrettò a rispondere, elargendo un sorriso vivace. «Alcuni miei compagni di Corvonero, organizzeremo una piccola festa la notte di Natale.»
«Mio fratello non sarà lì?» Non poté farne a meno, la domanda sgusciò prima che potesse afferrarla nuovamente.
«No.» Scosse il capo, il sorriso le rimase addosso, ma pareva più mesta. «I Potter desiderano tanto averlo con loro.»
Tornò a salirgli il solito malessere e lei parve accorgersene, perché si rabbuiò in fretta. «Sai...secondo me dovreste parlare, tu e lui.»
«Per dirci che cosa, esattamente?»
«Io penso che dispiaccia a entrambi, questa situazione.»
«A Sirius non dispiace un bel niente, lo dovresti sapere meglio di chiunque altro, no? Non ti ha detto quanto è felice ora che non deve più vivere sotto il mio stesso tetto?» Non voleva risultare tanto sarcastico, ma non poté farne a meno.
«Sirius non si rivede negli ideali della tua famiglia, subiva troppe pressioni e...»
«Lui?» Sollevò il mento, irrigidendosi, una statua di marmo. La voce era poco più di un mormorio cupo, ma dentro di sé Regulus urlava e si dibatteva come un animale in trappola. «Lui subiva pressioni? Sul serio?»
L'altra non ribatté, limitandosi a fissarlo con ostinazione, la sciarpa di Regulus stretta tra le braccia.
«Non voglio litigare con te.» Sospirò poi, ammorbidendosi quel tanto che bastava da sciogliere la tensione delle spalle. «Ma gradirei che non mettessi bocca su una faccenda di cui conosci solo il punto di vista di quel megalomane ed egocentrico di mio fratello. Non è esattamente come lo racconta, non tutto almeno.»
«Raccontami il tuo punto di vista, allora.» La voce le si era affievolita, la stretta contro la sciarpa anche. «Mi piacerebbe esservi d'aiuto. Non deve essere piacevole essere fratelli e non condividere nulla.»
«Non è piacevole avere un fratello che ti manda al diavolo senza una vera ragione.» Fece per voltarsi dopo quella precisazione, ma si fermò, in tempo per sbirciare il suo volto da sopra la spalla. «Senti, lascia perdere. Sei la sua ragazza, sii presente e fa' quello che ritieni giusto. Alla fine, di me, cosa t'importa?»
«M'importa.» Quell'unica risposta, semplice e diretta, fu disarmante. Non riuscì a reggere il suo sguardo, non aveva alcuna voglia di sostenerlo, perché le avrebbe rivelato qualcosa che lui aveva solo cominciato a comprendere. Qualcosa che non andava bene, né in quel momento né in futuro.
STAI LEGGENDO
Toujours Pur
FanfictionGli anni di scuola di Regulus, il peso costante di essere il figlio perfetto, impeccabile, colui che avrebbe dovuto, un giorno, ricoprire il suo casato di onori e prestigio. Una storia mai raccontata, un giovane uomo e il suo sacrificio silenzioso...