XIII

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Agli esami ottennero i risultati sperati e, con essi, giunse l'estate. Tornare in Grimmaulde Place non fu piacevole, perché appena messo piede a casa venne catapultato dall'ondata di eventi e impegni che sua madre aveva organizzato per lui. Pranzi, battute di caccia sulla scopa, gite in campagna con i rampolli di altre famiglie purosangue. Sapeva che avrebbe avuto poche, rarissime occasioni di rivedere Eileen, ma quella consapevolezza non bastava a tenere a freno quella frenesia, quell'irrequietezza che lo rendevano sgarbato, insofferente, spesso astioso nei confronti di chiunque. Si conteneva in presenza dei genitori, Kreacher era forse l'unico a beneficiare del suo lato migliore, ma per il resto divenne una compagnia odiosa fatta di silenzi e risposte taglienti.

«Sei stato morso da un'acrumantula?» Narcissa aveva notato il suo atteggiamento alla cena di famiglia, ma anziché evitarlo, lo aveva raggiunto nel giardino di villa Black, la dimora dei genitori delle tre sorelle.

«Non era mia intenzione, scusa.» Si ammorbidì appena, prendendo atto di averle rivolto parole dure, poco prima. Neanche ricordava perché.

«Non sei mai stato tanto scorbutico da che ti conosco, parola mia.» Gli si sedette accanto in un fruscio di seta. Era splendida, i capelli lisci ricordavano quelli di una veela in forma umana. Un tempo sarebbe rimasto stordito nel saperla al proprio fianco, vestita con un abito semplice ma di classe, di quel verde che lui tanto amava. Profumava di fiori, di buono, era truccata quel tanto che bastava a ravvivare il colorito delle guance, altrimenti pallido come la maggior parte dei Black, ma per il resto era fresca, semplice. Lo stava guardando in attesa di una spiegazione, ma Regulus si sarebbe tagliato una mano piuttosto che rivelarle di avere nostalgia della propria ragazza mezzosangue. La voce si sarebbe sparsa e avrebbero cercato di troncare quella frequentazione con ogni mezzo.

«Non tollero dover aspettare altri due anni prima del diploma, vorrei essere d'aiuto alla causa.»

«Non preoccuparti per quello, Lucius ha già messo una buona parola per te.» Sciorinò quelle parole sfarfallando le dita della mano sinistra, dove sfoggiava già i primi anelli donatele dal Malfoy. «Ma non è questo a crucciarti.» Poi lo guardò, aggiungendo poche parole che lo fecero raggelare. «Hai una ragazza che ti aspetta, dico bene?» E sorrise, il sorriso vittorioso di una regina che aveva il mondo ai propri piedi. «Oh, sì che ce l'hai. So chi è.»

«Ti prego, non dirlo a nessuno. Non voglio che si sappia, Cissy, ti-»

«Perché mai? Tutti approverebbero.»

«A-approverebbero?» Qualcosa gli si agitò in pancia, un misto di stupore e speranza iniziò a farsi strada nel suo petto e un sorriso accennò a sorgere sul suo volto, ma Narcissa lo uccise sul nascere.

«Perché non dovrebbero approvare una Rosier, sciocco?»

Odette. «Ah, il fatto è...» Avrebbe dovuto pensarci subito, preparare una scusa, una motivazione che potesse portare avanti per giustificare il proprio silenzio.

«Dovresti renderlo ufficiale, altroché.» Insistette lei, sfiorandogli la guancia con la punta dell'indice. In quell'istante di smarrimento e disagio, Lucius venne in suo soccorso, comparendo sul piccolo sentiero che si inerpicava tra i salici del parco. Vestiva di nero, un completo elegante e raffinato, l'andatura impeccabile e posata di chi ha il mondo ai propri piedi e non esita a calpestarlo. I suoi capelli biondi erano lunghi, tendeva a lasciarli sciolti quasi a voler volutamente sporcare quel quadro di raffinatezza con un tocco ribelle, spregiudicato.

«Cissy, non avere fretta di accasarlo. È così giovane.»

«Ha l'età che avevo io quando hai cominciato a corteggiarmi.» Protestò lei, slacciando il sottile nastro nero che le cingeva il collo da cigno.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 26, 2023 ⏰

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