VIII

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Tornare alla routine scolastica fu facile. Eileen e Sirius continuarono a frequentarsi, ma le loro effusioni si fecero limitate rispetto a prima, come se fosse deciso un limite entro cui potevano mostrarsi in pubblico. Regulus sospettò che fosse opera di Eileen, perché Sirius se n'era sempre infischiato di farsi vedere con questa o quella ragazza. Il fatto che lui avesse acconsentito dimostrò che, in fondo, a lei ci teneva. Quel pensiero offuscò la mente di Regulus per un bel po', ma man mano che le settimane trascorrevano lui pareva trovare pace.

A dargli altro a cui pensare, furono voci circa l'esistenza di altri gioielli e manufatti legati a possessione e maledizioni. Ne parlarono alcuni serpeverde e la cosa finì per stuzzicare l'interesse del professor Lumacorno, che ad una delle serate organizzate per i suoi pupilli sollevò la questione.

«Non possiamo permettere che gli studenti si mettano in testa di cercare altri guai.»

«Serreremo la sorveglianza sui nostri compagni, non si preoccupi.» Lilian Evans appariva sicura di sé, pratica, decisa a non ripetere gli stessi errori. I due ragazzini fuggiti alla sorveglianza erano due grifondoro e la cosa le aveva messo addosso una pressione tutta nuova. Sembrava meno spocchiosa, più ligia al dovere rispetto al solito. Ormai non la si vedeva più in giro con Severus, ma lui smise di domandarsi cosa fosse successo. Nessuno pareva aver fatto caso a quel cambiamento, forse perché avevano dato per scontato che la loro amicizia fosse destinata a spegnersi.

«Chi è stato a parlare per primo di questi oggetti? Di che si tratta, poi? Manufatti, gioielli o chissà che altro. Troppo vaga come informazione.» Eileen era sempre la più pratica, non sembrava minimamente scoraggiata dal dover avere a che fare con maledizioni di sorta. Regulus si rese conto che evitava il suo sguardo, ma nel momento in cui volgeva l'attenzione altrove si sentiva addosso gli occhi di lei e, un attimo prima di cercarla, ecco che era rivolta altrove.

«Non un serpeverde.» Fu fulminea la risposta di Regulus, che si sentiva le accuse già addosso. I presenti reagirono alzando gli occhi al cielo, per poi lanciarsi in una discussione accesa circa l'origine di quella storiella passata da orecchio in orecchio.

«Ad ogni modo.» Sospirò il professor Lumacorno, alla fine della serata, cercando di risollevare gli animi. «In primavera terrò una festicciola nei miei appartamenti, potrete invitare qualcuno.»

I ragazzi tornarono ai propri dormitori con qualcosa di cui chiacchierare, chiedendosi chi avrebbero invitato. Ognuno di loro stava portando avanti teorie su chi avrebbe invitato chi e per tutti era ovvio che Eileen sarebbe venuta insieme a Sirius. Per puro caso, lo sguardo di Regulus si incrociò con quello della ragazza, per poi ritrarsi in fretta, neanche si fosse scottato.

«Black, tu chi inviterai?» Evans parve sinceramente interessata, ma lui s'indispettì, irrigidendosi visibilmente. Non attirò le simpatie dei presenti, che, ne era certo, attribuirono quella reazione al fatto che una sanguemarcio gli si era rivolta in modo diretto. Baggianate, era perfettamente in grado di conversare con qualsiasi sanguesporco. E lo dimostrò.

«Non saprei.» Ammise. «Me ne preoccuperò più avanti.»

«Oh, devi scegliere dal tuo seguito?» Non voleva essere sgarbato, in fondo ne era certo, ma era già abbastanza complicato che lei, tra tutti, fosse tanto diretta nei suoi riguardi. «Da quello che so sei popolare.»

Questo commento gli bruciò particolarmente, si sentì deriso, perché era chiaro che le ragazze fossero interessate al suo nome. Non si piaceva, non si era mai piaciuto, la sua corporatura ossuta e i lineamenti severi non avevano nulla di attraente, specialmente se paragonati a Sirius.

«Tu, invece?» Sentì su di sé lo sguardo di alcuni dei ragazzi che stavano proseguendo nella stessa direzione, diretti al bivio che li avrebbe portati nei rispettivi dormitori. Eileen era al proprio fianco, poteva quasi sentirla respirare. «Andrai con Severus, no?» Buttò quella domanda per caso, senza alcuna allusione, per poi restare sconcertato dalla brutalità negli occhi verdi della sanguemarcio.

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