4. «Ale, ci stai nascondendo qualcosa?»

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Ale

"La lezione di fotografia oggi è durata meno del solito." Pensai.

Mi sentivo come se avessi fatto troppo poco per tutta la giornata.
Io ero uno che a scuola era sempre attivo... beh... quasi sempre.
Ero bravo in tutte le materie, tranne matematica, lì ero un po' traballante... ma per quella c'erano Chris e Will.
A guardarmi non si direbbe, ma mi piaceva studiare.
Frequentavo sia il corso di fotografia che quello di arte grafica. Il primo era il mio preferito, e onestamente ero proprio bravo!
Portavo sempre la mia macchina fotografica con me; prendevo ispirazione improvvisamente e molto frequentemente.
Per me, qualsiasi cosa, animale o persona poteva essere un perfetto soggetto per una fotografia. Capitava anche che fermassi qualcuno per strada e facessi qualche scatto, semplicemente perché mi piaceva il suo stile, le sue vibes o il suo aspetto. Ovviamente poi mandavo loro le foto.

Mi incamminai verso la pizzeria in cui andavo spesso a pranzare o a cenare quando ero da solo. Qualche volta ci avevo portato anche i miei amici. Mi piaceva il fatto che non facesse solo pizza, quindi c'era molta scelta.

Ma quel giorno avevo particolarmente voglia di pizza.

«Alejandro! Come stai, figliolo? Com'è andata questa settimana?»

Mi avvicinai al bancone.
«Ciao Charo! Tutto bene fortunatamente. Diciamo che non vedevo l'ora che finisse,» risi, «a te?».

«Non c'è male, ultimamente il locale è molto affollato.»

Mi guardai intorno, ed effettivamente c'erano più persone del solito.
«Meglio così, no? Avete più clienti.» Gesticolai.

Charo era una cara amica di mia madre, mi conosceva da quando ero piccolo. Per me era come una zia di primo grado.

«Certo! Allora, cosa prendi oggi?»

«Non lo so.. ho voglia di pizza, ma non so quale!» Risposi guardando il cartellone del menù.

«Abbiamo appena sfornato la quattro formaggi.»

Schioccai le dita.
«Perfetto, prendo quella.»

Mi diressi verso un tavolino abbastanza in disparte rispetto agli altri, insieme alla mia quattro formaggi calda calda.
Mi passai una mano tra i capelli; era un'abitudine che mi aveva trasmesso Will. Lo faceva in continuazione, era una specie di fissa, un suo movimento automatizzato, e a quanto pare mi stava contagiando.

Sovrappensiero, mi guardai di nuovo intorno. Il mio sguardo si posò su una persona che era appena entrata. Si sedette ad un tavolo non tanto distante dal mio, e per qualche motivo attirò la mia attenzione.
Era alto, con i capelli di colore blu scuro e una camminata veramente fine. Non era solo carino, era davvero bello. Pensai di non aver mai visto qualcuno di una tale bellezza.
Mi accorsi che lo stavo guardando sgranando gli occhi, solo quando incrociai il suo sguardo. Serrai le labbra, imbarazzato, notando che lui mi stava ancora guardando, aggrottando leggermente le sopracciglia.
Ma lo capivo, in effetti anch'io sarei stato confuso se qualcuno mi avesse guardato come lo stavo guardando io.
Lo fotografai con gli occhi, perché qualcosa mi fermò dal chiedergli se potessi farlo fisicamente.

Quando uscì dal ristorante pensai che non l'avrei mai più rivisto, data la grandezza della città in cui vivevo.
Lui non sembrava neanche spagnolo, poteva essere lì in viaggio.
Malaga era grande, e piena di turisti. Sulla zona di mare - dove si trovava la pizzeria - c'era un via vai di gente assurdo durante tutte le stagioni, quindi sarebbe stato difficile riincontrare le stesse persone.

Arrivai a casa un po' scioccato, ripensando al ragazzo di prima.
Mi tuffai sul letto e rimasi per qualche minuto a guardare il soffitto. Tra i vari pensieri nella mia testa, spuntò anche il compleanno di Lukas. Io e i ragazzi avevamo deciso di andarci.
Il festeggiato non ci stava molto simpatico - beh, in realtà non stava simpatico quasi a nessuno - ma quel tipo di festa era un'occasione per divertirsi, stare con gli amici, conoscere nuove persone.

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