Ander
Io e Beca eravamo scesi dall'autobus, nei paraggi dell'abitazione del festeggiato.
Eravamo in anticipo per via dell'orario dell'ultimo bus, quindi avevamo perso un po' di tempo aspettando i nostri amici.Sembrava un quartiere davvero tranquillo, ma dopo aver superato il cancello, sembrava di essere entrati in un altro mondo.
Dal giardino in poi, c'erano "centinaia" di ragazzi e ragazze che chiaccheravano, bevevano, fumavano e si divertivano.
Una volta entrati in casa, la musica era fortissima. Non ero mai stato ad una festa con un numero così elevato di persone, avevo sempre partecipato ad eventi tranquilli.
Anche se, ad essere sinceri, si potevano distinguere le persone che studiavano alla Roy.
Qualche mese in quella scuola mi era bastato per capire che fosse frequentata in maggior parte da persone per bene.Poi ovviamente c'erano anche le eccezioni.
«Dieguito!» Esclamò il ragazzo con i capelli argentati che si posizionò davanti a noi, verso il mio amico, al mio fianco.
Il biondo lo salutò con un semplice cenno della mano.
«Sei in forma!
Ander, ti vedo un po' pallido. Hai mangiato?» Constatò, ridendo.Senza alcuna intenzione di offendere, pensai che lui invece sembrava una palla da discoteca. Tra il colore argento dei suoi capelli e quello dei suoi vestiti, non sapevo cosa luccicasse di più. Mi facevano male gli occhi a guardarlo.
«Su, ragazzi, andate a bere qualcosa!» Mi disse.«Sì, certo. Vieni, Ander, andiamo.» Disse Diego, indirizzando verso Lukas un sorriso che non sembrava tanto realistico.
Mi avviai verso i tavoli con le varie cose da bere, con lo scopo di prendere solo dell'acqua. Per quella sera, mi ero promesso di non bere troppo, semplicemente perché non ero uno che reggeva molto l'alcol.
Dopo una quindicina di minuti, vidi passare d'avanti a me Christian, William e Alejandro. Sembravano così riservati come gruppo, che non mi aspettai neanche che sarebbero venuti. Eppure, li salutarono tutti, come se fossero in confidenza; anche chi non era nella nostra classe.
Il più alto camminò nella mia direzione, per poi versare qualcosa nel suo bicchiere.
«William Xiang! La persona più stilosa della città! Anzi, di tutta la Spagna, direi!» Lo salutò il festeggiato.
Fecero due chiacchiere, che a dire il vero, consistevano semplicente nelle risposte di William alle mille domande di Lukas.
«Dopo ci facciamo una foto insieme e mi tagghi, va bene?» Propose quest'ultimo.
L'altro non sembrava tanto convinto. Si diresse poi altrove, e non lo vidi più.
Riguardo la foto, Lukas non l'aveva sicuramente chiesta per amicizia, ma perché William era seguito da un centinaio di migliaia di persone su Instagram.
Avevo controllato il suo profilo poche volte. Aveva un feed stupendo, lui sì che sapeva farsi le foto.
Era un modello, ed effettivamente, visto il suo bell'aspetto, mi sembrava il minimo.
Non avevo problemi ad ammettere che Will fosse davvero attraente, lo pensavano tutti.
Era così fine, e affascinante anche solo per il suo carattere e portamento.
In oltre, aveva un senso dello stile magnifico.Io per esempio, non stavo indossando chissà cosa: una maglia bianca con sopra una camicia verde aperta, e dei jeans beige. Di sicuro non attiravo l'attenzione quanto Lukas, ma non si poteva dire che fossi vestito male.
«Vado un attimo in bagno,» Avvisò Diego, «Ander, non bere! E Beca, tu non fargli fare cose strane!»
Beca roteò gli occhi: «Sissignore.»
****
Will
Mi guardai allo specchio, e notai che una delle mie collane era storta.
Odiavo quando succedeva. Ogni tanto sembrava che avessero vita propria, e mi ritrovavo con il gancino dalla parte del ciondolo e viceversa.
Spruzzai nuovamente il profumo sul mio collo e sui polsi, poi sistemai la matita agli occhi.
Ero soddisfatto del mio outfit.
Indossavo una maglia nera semi-trasparente a collo medio, con sopra ricamati dei fiori, e dei pantaloni dello stesso colore abbinati a dei mocassini bassi.
L'argento dei miei orecchini richiamava quello dei miei bracciali, le collane e il decoro in metallo delle scarpe.Accesi una sigaretta, aprii la finestra e mi sedetti sul davanzale del lavandino, con la schiena appoggiata al muro, una gamba piegata e l'altra stesa lungo il piano.
Sarebbe potuto sembrare un comportamento abbastanza maleducato, ma per fortuna in quel momento ero da solo con il mio riflesso.La porta, che prima era socchiusa, venne aperta. Scesi dal mobile, pensando che qualcuno dovesse utilizzare il bagno, per poi accorgermi della persona che stava per entrare: Diego Manuél Atenas.
Feci totalmente finta di non vederlo.
Semplicemente feci per uscire dalla stanza, ma venni fermato dalla sua voce.«Non si saluta?» Chiese, seguendomi con lo sguardo.
«Sbaglio o siamo nella stessa classe? Non mi vedi tutti i giorni a scuola?» Chiesi, con tono un po' arrogante.
«Però a scuola non ci parliamo mai.»
«Penso che non dovremmo parlarci in nessun contesto.» Avanzai di nuovo, ma il biondo mi afferrò il braccio.
«Stai facendo di tutto per trattenermi, Diego. Fai prima a dirmelo direttamente.» Sospirai.
«Che cosa?» Chiese.
Adesso, finalmente, i miei occhi incontrarono i suoi.
«Che ti manco.»
Lui sorrise, distogliendo lo sguardo.
«Lasciami il braccio.» Aggiunsi, e subito mollò la presa, che era già molto leggera.
Questa volta, invece di avanzare, indietreggiai, rientrando nel bagno.
Spensi la sigaretta.Lui seguì i miei passi, e avvicinandosi a me, chiese: «Vuoi proprio sentirtelo dire, eh?»
Chiuse la porta alle sue spalle. Mi spinse piano verso il davanzale sopra il quale ero seduto poco prima. I nostri visi si avvicinarono sempre di più, e sussurrò nel mio orecchio: «Mi manchi. Mi manchi un sacco.»
Ruotai gli occhi: «Diciamo che ti potevi impegnare di più.»
Fece per baciarmi, ma lo interruppi: «Mi aspettavo che mi chiedessi se mi manchi anche tu.»
«Penso di sapere già la risposta.» Contestò, facendomi sorridere.
Poggiai una mano sul suo collo e fui io ad iniziare il bacio.
-
Diego
Il suo sguardo mi uccideva ogni volta. Qualunque emozione stesse provando e qualunque fosse il messaggio che voleva mandarmi, attraverso i suoi occhi neri.
Il nero dei suoi capelli, il nero dei suoi vestiti.Will era il colore nero in persona.
Eppure, io lo trovavo angelico.Mi sentii come se non esistesse più niente, al di fuori di noi due.
Stavo finalmente baciando quelle labbra morbide che non toccavo da tempo.Inclinò la testa da un lato.
«Chiudi a chiave. Useranno gli altri bagni.» Disse allontanandosi di qualche centimetro dal mio volto.Feci come mi aveva detto.
Mi avvicinai di nuovo a lui, facendo sì che si sedesse sul mobile del lavandino in marmo.
Mi ritrovai in mezzo alle sue gambe, e continuammo ciò che avevano iniziato.~~~
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Impressions
Novela Juvenil«E questo chi è??» Domandò Christian. La storia di Chris e Ander: due ragazzi con personalità e caratteri completamente diversi, apparentemente inconciliabili; due cuori destinati ad unirsi nonostante le proprie aspettative. Quando Ander si trasferi...