Gelosia incontrollata

149 6 0
                                    

«Su belle addormentate sctammc ca song e l'ott e nu quart» quasi sobbalzai sentendo la voce di Liz rimbombare all'interno delle mie orecchie. Mi stropicciai gli occhi e mi misi seduta con le gambe a penzoloni giù dal letto. Avrei voluto lamentarmi ma quella mattina ero più stanca del solito. Mi andai a lavare faccia e denti ed indossai un semplice leggins nero con al di sopra un semplice top bianco,leggermente scollato.

Come ogni mattina ci dirigemmo tutti a fare colazione per poi recarci in sala comune. Mi sedetti su uno dei soliti divanetti osservando l'atmosfera attorno a me.

Tutti facevano qualcosa ridevano,
parlavano,suonavano,ballavano o persino si insultavano ma nessuno era lì senza fare esattamente nulla. Tranne me,me e Ciro. Ciro era lí,seduto su un divanetto posto proprio di fronte al mio,era lì,fermo,a fissarmi. Sentivo il suo sguardo bruciare sul mio corpo,soprattutto sulla leggera scollatura del mio top. Feci per distogliere lo sguardo dal suo ma proprio in quel momento lo vidi alzarsi bruscamente e venire verso di me. «Ma c cazz è stu cos ca te mis nguoll?» mi disse lui infastidito dalla mia scollatura «S ver tutt cos» continuò lui «Ciro ma non si vede nulla» «NULLA TO FACC VRÈ IJ SI NUN T LIEV STU COS E MERD A GUOLL» mi urlò lui in faccia,urlò talmente forte che tutta la gente presente in quella stanza cessò di fare tutto ciò che stava facendo per guardare noi. Mi piaceva quando qualcuno era geloso di me,ma noi non stavamo nemmeno assieme,urlarmi in questa maniera mi pareva esagerato. Sentii i miei occhi farsi lucidi e riempirsi di lacrime. Non riuscivo a reggere quando qualcuno mi urlava contro,era più forte di me. Avevo pur sempre 16 anni,ero una ragazzina,cosa si aspettavano da me?cosa si aspettano tutti da me?Perchè hanno tutti così tante aspettative sul mio conto?Mio padre,mia sorella,i miei amici,chiunque si aspetta di più da me,si aspettano tutti di più per colpa del mio cognome. Nessuno aveva capito che io ero solo una ragazzina in cerca di amore,cercavo solamente quello che una ragazzina di sedici anni può desiderare,ed invece mi ritrovavo chiusa in un carcere minorile per aver ucciso un'uomo. Avevo tolto una vita,tutto questo solo per condurre la stupida vita di mio padre. Solo per poterlo rendere fiero di me. Mi alzai di colpo e corsi in bagno. Mi accasciai sul pavimento e scoppiai a piangere,ma non tanto per ciò che mi aveva detto Ciro,quello me lo sarei fatta scivolare addosso,ma perché non sapevo che fare della mia vita. Volevo davvero fare la camorrista come mio padre?Volevo davvero rimanere qui dentro per il resto della mia vita?Come sempre le paranoie cominciarono ad assalire la mia mente facendomi aumentare l'agitazione che già avevo. Cominciai a sudare e mi portai le mani alla testa quando sentii essa girare come se stessi cadendo nel vuoto,forse lo stavo facendo,forse stavo sul serio cadendo nell'oblio.
Appoggiai la testa alla porta del bagno e chiusi lentamente gli occhi. Da lì il buio.

Mi svegliai su di un letto. Non era quello della mia cella. Era ancor più freddo. Mi misi seduta e subito notai dei piccoli monitor attorno a me. «Signorina Esposito finalmente!» disse una ragazza vestita con un camice bianco «È da due giorni che è qui» due giorni?ma sta dando di matto? «Ma che dice» «Non so nemmeno il perché io mi trovi qui» dissi io «A dire il vero non lo sappiamo nemmeno noi» «Abbiamo fatto tutti gli esami possibili ma qui non risulta nulla» esami?ma che esami? «Esami?ma quali esami?perchè?» «Signorina lei è stata trovata priva di sensi nei bagni del suo istituto,nessuno sa cosa sia successo,stavamo aspettando si svegliasse così da poter avere maggiori informazioni» priva di che? «Ma io sto benissimo!Fatemi uscire da qui!» «Guardi che è un ospedale mica un manicomio!»disse la giovane ragazza ridendo «Ed io sono un'infermiera,ma dove credeva di essere?» tirai un sospiro di sollievo. Ero ancora scossa da questa situazione ma mi sdraiai sul letto facendo vagare il mio sguardo nella stanza. Guardai la porta e proprio in quel momento sentii qualcuno bussare,sarebbe sicuramente stato mio padre o mia sorella anche perché chi sarebbe mai potuto venire da me? «Signorina ha visite» disse la ragazza sorridendo e facendo entrare dalla porta colui che aveva bussato. Non era mio padre,e men che meno mia sorella. Era l'ultima persona che avrei desiderato di vedere in quel momento,Ciro. «Ciú Ciú» vidi la sua imponente figura dirigersi verso di me e prendermi le mani «Agg fatt pulizzà e cell a edo p duij juorn sul p putè vní ca» immaginai che molto probabilmente fosse stato chiesto a lui di pulirle ma come sempre aveva scaricato il suo compito sugli altri anche se francamente non mi importava. «Comm staij?» allungò una mano sul mio viso accarezzandolo delicatamente,chiusi gli occhi beandomi delle sue carezze e sospirai «Ciro come posso stare se sono chiusa qui?» lo guardai disperata «Io ti direi bene ma a quanto pare non è così» dissi guardando il suo viso. «M dispiac pccrella mij» disse passandomi una mano sulla coscia «Tnev paur e t avè pers p semp» disse spostando i suoi occui sui miei e guardandomi con uno sguardo preoccupato «Ciro ero solo svenuta» risposi stupita dalle sue esagerate paranoie «TN o cor tuoij nun battev chiú».

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
Simili ma diversi//Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora