Capitolo 3

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SEUNGMIN POV

Ore: 23:00 pm

Appena sentí che la casa era calata in un silenzio tombale, pian piano e tanta calma mi tolsi le coperte e mi alzai dal mio letto. Ancora un po' debole e con passi spediti ma delicati mi avvicinai al balcone della mia camera.

Con molto sangue freddo e le dita fasciate da dei certotti aprí la finestra. Per un' ultima volta mi girai e diedi un ultimo saluto alla mia camera.

Con molta fatica scavalcai la finestra e mi ritrovai con i piedi a terra. In meno di un secondo inizia a correre, correre come non ci fosse un domani.

Mi feci qualche idea da chi potevo stare, mi si illuminó la mia lampadina mentale, da Jeongin. Jeongin era uno dei miei piú cari amici, anzi, quasi fratelli di sangue.

Ci siamo incontrati alle medie in un club di fotografia e da lí inizió la nostra fratellanza inseparabile.
Se non sbagliavo Jeongin lavora in un locale qui vicino, anche se ci metterò circa 20 minuti da qui ma posso farcela.

Il suo ultimo turno finisce alle 2, quindi ho una chance di arrivare al locale. Lui sapeva di tutta questa storia e mi aveva detto che se avessi bisogno di un aiuto lui ci sarebbe stato.

La taticardia iniziava a farsi sentire e la mia pelle inizia a lasciare sudore sulla mia fronte, correvo cosí forte che mi si riaprirono le ferite sulle gambe, ma non c'era tempo di fermarsi perché se no il locale chiude quindi devo far alla svelta.

Con scarsi risultati mi toccó zoppicare per via dei vari lividi freschi e delle varie ferite aperte che perdevano liquido rosso.

Ci mancano ancora 10 minuti per arrivare il quel benedetto posto, ma sentí dei passi dietro di me, le budella e le interiora si fusero come un acido, le mani inziarono a tremare e il respiro si fece piú affaticato e indolenzito.

Con ansia e angoscia girai la testa lentamente e sbarrai subito gli occhi, era Woojin.

In preda al panico iniziai a correre, correre come una gazzella e un po' zoppicante. Nella mia testa e nel mio corpo regnava la paura.

La preoccupazione mi stava scorrendo nella vene, la mia testa si domandó come cazzo ha fatto quell'essere a scoprirmi e inseguirmi.

Ma questo non ha importanza, la mia unica priorità è di arrivare in quel santissimo posto salvo da quel viscido.

Ľansia mi stava letteralmente mangiando vivo, ogni secondo che passava era prezioso come ľoro.

Woojin con passi svelti mi stava rincorrendo dietro, a quel punto accellerai il passo finché anche i miei piedi mi facevano male ma correvo lo stesso per fuggire da quell'inferno.

Svoltai a destra e mi ritrovai in una angolo con dei sacchi dell'immondizia.

Con il fiatone in corpo e la gola congelata, trovai tra i vari sacconi un accendino quasi consumato e mezzo rotto di color bianco. Provai ad agitare se c'era del gas liquido dentro e per miracolo di dio c'era. Subito dopo il mio occhio notó una mini scatoletta di cartoncino scolorita che sopra di essa c'era scritto "petardi".

Con le dita secche e sporche presi la scatoletta e con mio stupore c'era un petardo all'interno, cosí mentalmente elaborai un piano per fuggire da quell'insetto schifoso.

Presi l'unico petardo che c'era e ľaccendino, li misi nel mini staschino dei jeans e corsi via dall'angolo, vidi Woojin a pochi mentri di distanza da me, a quel punto iniziai a correre come prima.

Infilai le dita nel taschino e presi tutto il contenuto che c'era all'intero.

Accesi il piccolo oggetto di color bianco, avvicinai alla fiamma ľoggetto minuscolo di color rosso.

Scoccó subito una scintilla e senza pensarci due volte lo lancia dietro di me alla mie spalle.

Il campo visivo di Woojin era accecato a causa delle scintille del piccolo oggetto rosso.

A quel punto con molta velocità scappai a gambe levate con ancora il batticuore, questa volta ero leggermente più calmo visto che quell'essere non mi inseguiva piú.

Alzai la testa verso il cielo, i miei occhi si illuminarono a causa del luccichio di quei puntini luminoso, chiamate stelle. La luna salpava in alto in quel capolavoro color blu scuro.

I lampioni di quelle strade silenziose, si stavano quasi tutti per spegnere. Alcuni lampeggiavano ed altri erano spenti ma quelli accessi erano solamente pochi, rallentai il passo e mi fermai a prendere un po' ďaria.

Il mio esofago era completamente sommerso da un'aria gelida e pesante, il sudore stava regnando sui miei vestiti, i miei jeans erano sporchi del liquido rosso che contenevo nelle mie vene e i miei calzini erano leggermente sporchi dello stesso liquido che ha macchiato i miei pantaloni.

Osservai il paesaggio nottorno che avevo incontro, la brezza fredda della notte mi fece rabbrividere le orecchie e cosí mi misi il cappuccio della felpa sui miei capelli color inchiostro liquido.

Dopo pochi passi vidi una luce, una luce che segnava una scritta in led di un giallo fluorescente e al punto metabolizzai che sono arrivato a destinazione.

YOU SAVED ME [Chanmin] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora