Simone
Sono le 6 di mattina quando riprendo contatto col presente, mi guardo intorno spaesato.
Sono nella mia solita stanza di merda
A volte mi sembra troppo piccola per il bestione che sono diventato adesso, quando sto per alzarmi noto una ragazza bionda affianco a me, aggrovigliata a me, non ci metto troppo a ricordarmi che è la stessa di ieri sera al bar, gli sposto la gamba da sopra la mia senza curanza e mi metto seduto, individuo il mio pacchetto di sigarette e me ne accendo una, sento subito una sensazione di benessere che solo la nicotina e il sesso possono darmi, quando mi alzo alle mie spalle sento mugolare la ragazza, mi volto verso di lei che si guarda intorno, sposta lo sguardo su di me e si morde il labbro, <<Buongiorno>> mi sorride maliziosa, so che mi rivuole dentro di lei, a fotterla come una puttana, ma non sono dell'umore e tra poco devo uscire, <<Non te lo detto ieri, mi chiamo Eleonora>> si presenta, continuo a guardarla sperando si toglie dalle palle il prima possibile, <<E tu?>> mi sussurra per apparire più sexy, <<Vado a farmi una doccia, quando torno non voglio vederti qui>> l'avverto mentre schiaccio il mozzicone nel posacenere, <<Sei uno stronzo>> mi offende mentre si riveste ferita dalla mia schiettezza, la verità e che non mi interessa.
Mi fiondo sotto il getto d'acqua fredda, mi godo la sensazione di freschezza sulla mia pelle e inizio ad insaponarmi con attenzione ogni centimetro del mio corpo per togliere l'odore e la saliva di quella troia su di me.
Quando torno in camera cerco degli indumenti puliti, me ne frego che sgocciolo da per tutto, apro l'armadio e mi infilo una felpa, chiudo la cerniera e metto un pantalone di tuta grigio, mi allaccio le scarpe di fretta e prendo le chiavi della macchina e le sigarette che infilo nelle tasche, prendo il telefono e chiamo Andrea, il mio amico, per avvisarlo del mio arrivo, quando esco dalla camera vedo la cucina un disastro, ci sono fogli di carta sparsi ovunque, la cucina e sporca e il lavandino e pieno di piatti, sul tavolo c'è una bottiglia di whisky vuota, sento una forte puzza di alcool che mi costringe a storcere il naso, vado verso la finestra e la apro sperando aiuti a far circolare aria in casa, <<Stai uscendo?>> mia madre sbuca dalla porta della sua camera e si siede a tavola, <<Si, non ci metto troppo>> la mia voce e dura e distaccata, la osservo bene, le sue guance completamente scavate e le occhiaie profonde sono molto evidenti, i capelli sono completamente scombinati, mentre il suo trucco è sbavato, <<Dove stai andando?>> continua a chiedermi, <<Andrea ha bisogno di una mano in officina>> capitolo sbrigativo mentre gli porgo una tazza di caffè, <<Prima che torni puoi andarmi a comprare un altra bottiglia di whisky?>> mi sorride prendendomi per il culo, <<Non credi che hai già bevuto abbastanza?>> gli faccio notare infastidito, <<Non dirmi cosa devo fare>> sbuffa innervosita, <<Tra poco devi essere a lavoro, mi stupisco com'è che ancora non ti abbiano licenziata mamma>> la rimprovero duramente, <<Fatti i cazzi tuoi, sto bene>> si stropiccia gli occhi, <<Non puoi essere ubriaca 24 ore al giorno, che cazzo di madre sei?>> alzo la voce, la rabbia sta prendendo il sopravvento e sento il fiato farsi sempre di meno, <<Vaffanculo!>> urla, e in uno scatto di ira lancia la tazza contro il muro affianco a me, mi avvicino a passo spedito verso di lei e la spingo contro il muro, la prendo per le braccia e la tengo ferma, <<Vaffanculo tu stronza di merda!>> urlo con tutta la mia voce, nell'attimo di un secondo la sento singhiozzare e la lascio allontanandomi da lei, <<Fai il cazzo che vuoi>> sbotto e esco di casa sbattendo la porta alle mie spalle, scendo fino al parcheggio del condominio e mi infilo in macchina il prima possibile, l'accendo e inserisco subito la marcia per allontanarmi il prima possibile da mia madre.
Quando arrivo in officina cerco con lo sguardo Andrea, intravedo solo le gambe dato che è infilato sotto una macchina, <<Ti nascondi?>> prendo in giro il mio amico che nel sentire la mia voce sbuca da sotto la macchina e si alza per salutarmi <<Come stai?>> mi domanda scrutandomi attentamente, <<Una merda come sempre>> ghigno per camuffare le mie vere emozioni, <<Di cosa avevi bisogno?>> taglio corto, sento ancora la rabbia ribollire e solo il sacco da box può pacare la tempesta dentro di me, <<Un amico ha bisogno di un lavoro, è uscito da poco dal carcere, so che alla palestra dove ti alleni manca un addetto alle pulizie>> mi spiega la situazione e nei suoi occhi intravedo un po' di timore, <<Perché dovrebbe riguardarmi la cosa? Io la dentro mi allena e basta>> mi innervosisco e guardo duramente il mio amico, <<Gli devo un favore, lui mi ha tirato fuori dalla merda quando avevo bisogno io>> il tono di voce cambia, il mio amico è scoraggiato e spera anche che io possa aiutarlo, rifletto per qualche secondo, <<Parlerò col proprietario>> sbuffo e mi allontano, <<Grazie Simone>> urla alle mie spalle.
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Battle Insegui il sogno.
ChickLitStoria ambientata a New York. Chiara è una ragazza di 20 anni, insegue i sogno di diventare una ballerina professionista, ma quando il padre va in banca rotta entrano in crisi e tocca a Chiara alzarsi le maniche e trovare un lavoro per aiutare il pa...