Gelosia (Parte 7)

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Chiara

Mi sveglio la mattina presto per fare un po' di stretching, devo allenarmi il più possibile poiché tra pochi giorni ho un saggio importante, la nostra insegnante ci ha avvisato che ci saranno anche degli sponsor che valuteranno la migliore, sono molto in ansia, ma si smorza con l'arrivo di una notifica nel mio telefono.

Ehilà ;)

Con stupore leggo il messaggio di Marco, il ragazzo che ho conosciuto in discoteca, quella sera è stato molto educato, decido di rispondere subito.

Ciao :)

Ricambio il saluto con un emoticon neutra, non voglio fare passi troppo affrettati.

Come stai? Mi piacerebbe vederti il prima possibile

Sorrido, essere desiderata è una novità per me che sono sempre stata nascosta in questo mondo.

Nel pomeriggio sono libera

Continuo a guardare il telefono e sorridere come una bambina, <<Chiara ho bisogno che vieni in cucina, ora.>> mi ordina categorico mio padre facendomi preoccupare, poso il telefono nella tasca e lo raggiungo, mi siedo in uno sgabello presa dall'ansia, <<C'è un problema in agenzia, sta andando molto male e ho non possiamo più stare in questa casa>> va diretto senza giri di parole, <<Cosa?!>> sono confusa, ma non riesco a ricevere più informazioni perché suonano al campanello, mio padre apre e ci sono dei poliziotti e una signora sulla quarantina con un coda alta e tirata, <<Buongiorno, sa perché siamo qui?>> domanda la signora mostrando un distintivo, <<Papà ma che succede?>> la mia voce trema e i signori entrano in casa nostra esaminando tutti i nostri oggetti, <<Sei la figlia?>> mi domanda la signora squadrandomi, <<Si, cosa ci fate qua?>> domando confusa e spaventata, <<Andiamo in camera tua, devi fare le valige con l'essenziale, questa casa sta per essere pignorata>> mi risponde con una voce fredda e distaccata, sembra un robot, <<Pignorata? Come è possibile?>> domando con insistenza, la signora mi ignora e ci dirigiamo in camera mia per prendere l'essenziale il più veloce possibile, sento solo la voce di mio padre che urla preso da una crisi.

Mezz'ora dopo siamo in un taxi, mio padre è in silenzio che guarda fuori dal finestrino nervoso, <<Dove andremo adesso?>> gli domando preoccupata, <<Staremo in affitto in un appartamento>> mi risponde estraendo il telefono dalla tasca della sua giacca, sbuffo tornando a guardare il finestrino per elaborare cosa sta succedendo, c'è ancora molta confusione dentro di me.

Arriviamo all'appartamento, e piccolo e poco accogliente, si sentono delle urla dalle case affianco, c'è caldo nella stanza, mi guardo intorno spaesata, la cucina è ridotta e c'è un tavolo per due persone, mi sposto più avanti e trovo il salotto con un divano a due posti e una tv vecchia, mi faccio strada nel corridoio e a destra trovo un bagno con un box doccia da un posto, un lavandino con lo specchio e il water, davanti la porta del bagno c'è una camera con un letto singolo, un armadio piccolo e il comodino, continuo a percorrere la casa e un'altra stanza mi sorprende, stavolta il letto è poco più grande, un semplice comodino bianco e anche l'armadio che stavolta è a due ante, poso le borse e la valigia sul letto e vado verso mio padre, <<Questa casa fa schifo>> si lamenta mio padre mentre si guarda attorno, <<Mi spieghi cosa è successo?>> lo guardo nervosa e incrocio le braccia al petto, <<Ho perso molti soldi investendo in qualcosa che mi sembrava valesse, invece è andato tutto a puttane...>> mi spiega brevemente, la sua voce trasmette rabbia e nervosismo, si tocca la fronte e si guarda attorno in preda alla confusione<<Riuscirò a mettermi in piedi>> mi guarda fiducioso, ma non riesco a credergli, <<Devo andare ad allenarmi, ci vediamo dopo>> prendo la bottiglia di acqua e la borsa con dentro ciò che mi serve per dirigermi nella mia scuola di ballo.

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