La rissa(Parte 8)

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Simone

Sono stato sveglio quasi tutta la notte, ero al punto di fottere la ragazzina nell'ascensore, eppure qualcosa dentro di me mi ha fermato, non mi era mai successo prima, la cosa mi spaventa, aveva un profumo molto dolce, sapeva di puro e delicato.

Lei non appartiene al mio mondo

Continuo a pensare, non posso rovinarla così, anche se finirebbe dopo la scopata l'idea di spezzarle il cuore mi blocca, per me che sono senza sentimenti con chiunque e strano e nuovo.

Non posso rovinarla

Mi ripeto ogni secondo nella mia mente, vengo incantato dalle nubi di fumo della sigaretta, per un attimo mi do pace, ma finita la pace torna la tempesta, sento mia madre urlare, <<Simone!>> mi chiama con insistenza fino ad entrare dentro la mia stanza senza alcuna delicatezza, <<Quante cazzo di volte ti devo dire di non entrare nella mia fottuta stanza!>> le urlo addosso, sono le sette del mattino e sono già di malumore, <<Vai a comprarmi le sigarette per favore>> mi porge i soldi che afferro sgarbato, <<E anche una bottiglia di whisky>> aggiunge infine, ma sa già che quella non lo comprerò, non l'aiuterò a farsi male.

Scendo le scale e incontro Chiara, <<Ehi>> mi sorride, ha una canottiera che lascia molto a vedere il suo seno, una coda alta tira i suoi capelli biondi, <<Giorno>> evito di guardarla e non fermo la mia andatura, <<Dove stai andando? Ora non mi guardi nemmeno?>> mi domanda innervosendosi,<<Che perspicace!>> la prendo in giro.

Odiami! Così sarà più facile per entrambi non amarci

<<Simone io proprio non ti capisco!>> mi urla dietro, <<Nessuno ci riesce, fattene una ragione ragazzina>> la lasciai sul portico uscendo dal condominio.

Arrivo al tabacchino e prendo l'essenziale a mia madre, vado verso la mia auto e prima di tornare a casa passo dal bar per prendermi un bicchiere di whisky, mi serve subito una ragazza molto giovane e con un seno abbondante, non la ringrazio e degusto il mio liquore, sento la porta del bar aprirsi e vedo con la coda dell'occhio Chiara.

È una tortura questa ragazzina

Che mi abbia seguito fino a qua? Non sembra il tipo ma i sospetti ci sono, quando mi nota distoglie subito lo sguardo e si avvicina al bancone, <<Non si saluta più?>> la rimprovero solo perché odio essere ignorato, <<Che perspicace!>> ribatte riferendosi all'incontro di stamattina, <<Tanto non mi interessa>> dio solo sa quanto invece mi interessa, quella ragazzina non può ignorarmi anche se voglio con tutto me stesso che lo faccia, i miei pensieri sono incoerenti e contrastanti tra di loro, <<Devo parlare con William>> si presenta alla ragazza che mi ha servito prima, perché vuole parlare col proprietario del locale? <<Vado a chiamarlo>> le riferisce la cameriera, <<Perché devi parlare con William? E come lo conosci?>> gli domando scorbutico, purtroppo le buone maniere non fanno per me, <<Non ti riguarda>> mi guarda male, se vuole mettere distanza tra noi ci sta riuscendo, ma non è facile per me starle lontano, <<Chiara che piacere vederti, andiamo nel mio ufficio a parlare?>> William entra nella sala e l'abbraccia, Chiara annuisce e si fanno strada verso il suo ufficio, <<Bambolina>> chiamo la cameriera che viene verso di me a grandi passi, <<Come mai è qui quella ragazza?>> gli domando sperando di racimolare qualche informazione, <<Deve fare il colloquio>> mi riferisce, non capisco, ricca per com'è a cosa gli serve lavorare in uno squallido bar con viscidi in ogni angolo, senza pensarci troppo pago ed esco dal bar.

Nel pomeriggio mi alleno senza sosta, sfogo tutta la mia rabbia accumulata, <<Così ti fai male campione>> e Luca che mi parla alle spalle, interrompo l'allenamento e mi giro a guardarlo, <<Tanto ho finito per oggi>> prendo la bottiglia d'acqua e ne bevo un lungo sorso, <<Ti sei allenato per due ore e mezza, era ora no?>> mi sorride fiero, annuisco e vado nello spogliatoio per farmi una doccia.

Dato che è ancora presto decido di andare a visitare un po' di appartamenti.

Prima lo faccio, prima posso salvare la mia sorellina

Trovo solo 2 appartamento economici e carini, un massimo di due stanze e cucine piccole ma confortevoli, un salotto come gli altri, entrambi a pari prezzo, devo solo decidere.

Farò sapere hai venditori nei prossimi giorni sperando di non farmeli scappare, questo pensiero aumenta la mia tensione e mi fermo allo stesso bar di oggi, essendo tardi troverò più persone, sto per scendere dalla macchina quando sento il telefono squillare, <<Pronto?>> rispondo senza leggere il nome, <<Dove sei? Ci andiamo a fare una birra, ci sono anche i ragazzi>> Daniele a parlare, e sento altre voci di sottofondo, <<Raggiungetemi all'Essex>> gli do appuntamento e chiudo la chiamata.

Entro nel locale e prendo un tavolo dove aspetto i miei amici, <<È pronto per ordinare?>> mi domanda una cameriera e quando la guardo riconosco subito la mia ragazzina che ancora non si è accorta di me, <<Aspetto delle persone>> dico facendo finta di niente, ma quando riconosce la mia voce si blocca e mi guarda scioccata, <<Come mai lavori qua?>> poggio i gomiti sul tavolo assumendo una posizione sicura, <<Non ti riguarda>> ribatte, <<Torno più tardi>> detto questo va via, scomparendo tra la folla, <<Come stai Simone?>> il mio campo visivo viene invaso da Gabriele, il mio amico insieme a Daniele e altri nostri amici, <<Tutto bene>> sorrido senza mostrare alcuna debolezza, continuiamo a parlare del più e del meno, torna un altra cameriera e prende le nostre ordinazioni, la serata passa tranquillamente, ma io continuo a guardare la mia ragazzina che lavora senza sosta, girando come una trottola e senza guardarsi intorno, <<Sapevi che Chiara lavora qua?>> domando a Daniele affianco a me, <<Si a iniziato oggi>> adesso la guarda anche lui, <<È ricca perché dovrebbe lavorare qua?>> continuo a domandare senza smettere di guardarla, <<Magari vuole mettersi in gioco>> ipotizza Daniele.

Per tutta la sera non stacco gli occhi dalla ragazzina che mi crea una forte dipendenza, <<Prendo altre birre>> riferisco ai miei amici e mi sposto verso il bancone, fissando insistentemente Chiara, che sta servendo un signore sulla quarantina se non di più, la guarda molto attentamente soffermandosi sulle tette e sento già la rabbia scorrere nel mio corpo, la prende delicatamente per la mano e con l'altra le stringe i fianchi, mi avvicino a passo spedito, le mani iniziano a prudere e sento l'aria venire di meno, <<Sei molto carina, che dici se vieni con me>> la provoca il pervertito, <<Mi lasci stare per favore>> Chiara cerca di svincolarsi delicatamente, la sua gentilezza rimane nonostante le situazioni di pericolo, <<Non fare la preziosa bocconcino>> le stringe la natica e non sento più niente, la rabbia prende il comando e sento una forte energia dentro di me, prendo il signore dalle spalle e lo butto per terra, mi posizioni sopra di lui e inizio a prenderlo a pugni sul viso, uno dietro l'altro, non vedo più niente, tutto diventa di colpo nero, sento solo questa energia scorrermi che mi dà la forza di colpire più forte, c'è qualcuno che mi urla dalle spalle e tanti rumori attorno a me, non riesco a capirci un cazzo, vedo solo il mio obbiettivo, uccidere l'uomo sotto di me, non fermo i miei pugni nonostante sento le nocche bruciare, l'unica cosa a fermarmi sono due grandi mani prendermi per il braccio e tirarmi via dalla mia vittima, di colpo vedo Daniele davanti a me, alle sue spalle il signore completamente pieno di sangue, gli occhi gonfi e chiusi, la faccia completamente sfigurata, non ci metto tanto a realizzare che stavo riuscendo nel mio intendo, <<Simone mi senti?>> mi richiama il mio amico, <<Simone sono Daniele, ci sei?>> continua a chiamarmi, <<Basta fratello, va tutto bene>> mi dà dei colpi delicati sul viso per risvegliarmi dal mio stato di trance, <<Andiamo, sta arrivando la polizia>> mi dice tirandomi verso l'uscita.

La ragazzina

Mi volto a guardare Chiara, terrorizzata è in un angolo che piange, una cameriera le porge dell'acqua che lei rifiuta facendo cadere il bicchiere di vetro che all'impatto si frantuma, poi non vedo niente, mi dirigo alla macchina, <<Fa guidare a me>> cerca di convincermi Daniele, <<C'è la faccio cazzo>> urlo guardandolo duramente, sento la mascella contrarsi e respiro in modo rumoroso, <<Allora va a casa>> mi chiude la portiera e si allontana, senza pensarci ulteriormente vado verso casa spedito e in poco tempo arrivo.

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