Sensazioni strane (Parte 5)

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Chiara

La suoneria del telefono mi sveglia dal mio bellissimo sonno, sbuffo infastidita e prendo il telefono sul comodino affianco a me, <<Pronto?>> con la voce rauca rispondo, non ho nemmeno visto chi potesse essere a chiamare, <<Stai ancora dormendo?>> Sara risponde dall'altra parte, sempre puntuale per ricordarmi di scendere dal letto e vivere, <<No grazie a te>> rispondo infastidita, <<Ci raggiungi al bar? Volevamo fare colazione insieme>> mi propone con la sua solita carica di vita, <<Si ok, chiedo a papà di accompagnarmi>> mi alzo dal letto sbuffando, quando chiudo la chiamata scendo al piano di sotto per prendere un caffè, <<Buongiorno papà>> lo saluto con un bacio sulla guancia, <<Buongiorno>> non stacca gli occhi dal computer nemmeno per salutarmi, <<Stai bene?>> non è suo solito ignorarmi, <<Si si, sto solo lavorando>> si giustifica, do una sbirciata al computer ma non ci capisco niente di quello che c'è scritto, per tanto non posso capire che problema persiste, <<Senti io sto uscendo a fare colazione con le ragazze, mi dai un passaggio?>> gli domando sorseggiando il caffè, <<Non posso proprio, devo finire il lavoro qua Chiara>> non usa spesso il mio nome, solitamente mi dà dei nomignoli, <<Va bene, mi invento qualcosa>> sono abbastanza dispiaciuta, oggi è troppo preso dal suo lavoro, <<Dobbiamo parlare quando torni>> per la prima volta da quando sono in cucina mi guarda, intravedo un velo di preoccupazione, <<Che succede? Sei molto strano>> insisto, qualcosa non torna, <<Ora non posso dirtelo, appena torni>> non aggiunge altro e porta il telefono all'orecchio per parlare con qualcuno, provo a non dargli peso e inizio a prepararmi.

Decido di mettere una gonna colore panna, e un top nero che abbino alle Nike e la borsa.

Devo ancora trovare un passaggio...

Compongo il numero di Daniele aspettando che risponde, <<Chiara che succede?>> al terzo squillo risponde, il solito a preoccuparsi, <<Sei libero? Perché mi serve un passaggio, papà sta lavorando a qualcosa di importante e non può staccare>> spiego la situazione al mio amico sperando sia disponibile, mi lascia qualche minuto in silenzio, <<Mi dispiace non posso, sto andando a pranzo con mio padre>> si giustifica, sbuffo rassegnata, <<Però Simone non ha niente da fare>> mi dice dall'altra parte del telefono, <<No guarda preferisco farla a piedi>> mi lamento, <<Non fare la bambina, non è così terribile>> mi rimprovera, <<Va bene>> mi arrendo.

Dopo dieci minuti sento il campanello suonare, stringo i denti e mi preparo, <<Papà sto andando>> depongo un bacio nella sua guancia <<Non fare tardi>> mi raccomanda, <<Tranquillo>> urlo per farmi sentire e mi chiudo la porta alle spalle.

<<Buongiorno>> fingo un sorriso, Simone mi guarda lentamente, percorrendo con lo sguardo tutto il mio corpo, <<Andiamo>> sbuffa seccato e mi volta le spalle per dirigersi verso la macchina, una bmw, non so perché ma me lo aspettavo, ci infiliamo dentro il veicolo, <<Quale bar?>> mi domanda mentre si immerge nel traffico, <<230 Fifth>> gli do le indicazioni, mentre guardo il telefono presa dall'imbarazzo, <<Sei nervosa, guarda che non mangio le persone>> mi prende in giro, <<Non sono affatto nervosa>> incrocio le braccia al petto attirando il suo sguardo su di me, che scende fino al mio seno e si lecca le labbra, un brivido inaspettato mi pervade e scuote, <<Non si direbbe, sei rossa in faccia>> ghigna soddisfatto dell'effetto che ha sulle donne, per quanto lo odio non posso negare che mi attrae, <<C'è caldo>> mi giustifico, <<Ci saranno cinque gradi fuori>> ribatte, ci fermiamo ad un semaforo e ne approfitta per accendersi una sigaretta, <<Non si fuma mentre si guida>> lo rimprovero, <<Ora che me l'hai detto continuerò a fregarmene>> riprende la marcia e butta il fumo nell'abitacolo, <<Almeno apri il finestrino>> tossisco, <<Mi da fastidio, anche poi è la mia macchina>> ribatte continuando a fumare, prendo posizione e apro il mio finestrino riuscendo a far uscire un po' di fumo prima che si richiude, <<Sei una bambina del cazzo>> mi rimprovera seccato, <<La puzza di quella cosa va in contrasto col mio profumo>> ribatto infastidita, <<Perché me ne dovrebbe fregare qualcosa?>> fa spallucce, riprendo il telefono infastidita senza rispondere.

Dopo una manciata di minuti arriviamo al bar e vedo con la coda dell'occhio le mie amiche sedute al tavolo, <<Arrivati a destinazione>> ghigna inserendo il freno a mano, alzo gli occhi al cielo ed esco dalla macchina sbattendo la porta.

Lui se ne frega di me, io lo farò di lui.

<<La bella addormentata ci degna della sua presenza>> mi prende in giro Violet, <<Il viaggio più lungo della mia vita>> mi lamento sedendomi, <<Tuo padre ha cambiato macchina?>> mi domanda Sara guardando la BMW sfrecciare via, <<Mi ha accompagnata Simone>> sbuffo profondando ancora di più sulla sedia, <<Avete passato la notte insieme?>> mi domanda sconvolta Sara, <<Mi vuoi morta? Papà non mi poteva accompagnare, ho chiesto a Daniele che come uno stronzo mi ha abbandonata tra le braccia del diavolo>> rispondo aspra, <<Wow, era meglio la versione di Sara>> ironizza Violet finendo per ridere insieme come delle sciocche.

Restiamo in quel bar per tutto il giorno fino a sera e prendiamo fin troppo alcool che ho perso il conto ma mi rendo conto che non siamo messe bene solo dai discorsi assurdi che escono, <<Eppure Simone me lo farei>> Violet espone il suo pensiero senza peli sulla lingua, <<Non te lo permetterebbe, è in fissa con Chiara>> gli va contro Sara, <<Te lo regalo>> dichiaro io, e come sempre ridiamo tutte e tre come delle matte ottenendo qualche occhiataccia dalle altre persone.

Finiamo il resto della serata e sono le 11 passate, ho la testa che mi gira e non riesco a reggermi in piedi, la vista si offusca e mi rimprovero per aver bevuto così tanto, <<Se mi vedesse Simone>> ripenso alla sua espressione da rimprovero e rido da sola, prendo il cellulare e chiamo Daniele che risponde dopo diversi squilli, <<Chiara? Sai che ore sono?>> mi domanda con la voce rauca, segno che stava dormendo, <<No, non lo so in realtà, ma mi sento così bene>> rido ancora, <<Sei ubriaca?>> mi domanda, anche se immagina già la risposta, <<Forse un po', mi vieni a prendere? Papà mi uccide se mi vede così>> rispondo ridendo tra me e me per la scena, <<Chiara sono già a letto in più la macchina si è rotta mentre tornavo a casa, chiama a tuo padre>> si giustifica, cerca di farmi riflettere ma non riesco a connettermi con la realtà e pensare lucidamente, <<Tranquillo, buonanotte>> metto giù prima che possa rispondere e inizio a percorrere la strada a piedi, sento il vento accarezzarmi la pelle e un brivido di freddo mi fa tremare, a un tratto sento una macchina rallentare affianco a me, sento l'ansia che sale e mi si secca di colpo la gola, continuo a camminare non guardando verso l'autista, <<Ragazzina non è un po' tardi per stare in giro>> per mia fortuna o sfortuna si tratta solo di Simone, <<Mi hai fatto spaventare, pensavo fossi un pedofilo>> lo rimprovero bloccando i miei passi, così si ferma anche Simone, <<Nah non credo lo sono>> fa spallucce ironizzando, <<Sali, ti porto a casa>> mi ordina cinico, <<No, preferisco andare a piedi>> continuo con la mia andatura e lui mi segue con la macchina, <<Casa tua è molto lontana, e poi a quest'ora c'è gente strana per strada>> mi fa ragionare, <<Tipo tu?>> lo guardo perplessa, <<Mi ringrazierai un giorno, ora sali>> mi ordina, <<No grazie>> sorriso beffa, <<Si invece>> ribatte lui, <<No>> insisto, <<O sali tu o ti faccio salire io>> alza la voce di poco per sembrare più minaccioso, blocco i miei passi e lo guardo per qualche secondo, sbuffo e salgo in macchina.

<<Ragazzina, siamo arrivati>> mi sfiora il naso e mi risveglio dal sonno in cui sono profondata, guardo fuori dal finestrino e vedo casa mia, poggio le mani sul viso sospirando per prendere a piano a piano conoscenza, <<Vuoi entrare?>> gli domando guardandolo, non so nemmeno io il perché glielo chiesto, ma sento il bisogno di averlo vicino e la strana sensazione che mi manca già, non lo conosco nemmeno, <<È meglio che per stasera vai a dormire>> mi sorride tenero e mi accarezza la guancia delicatamente, <<Grazie del passaggio>> gli sorrido a mia volta, <<Buonanotte ragazzina>> mi bacia la fronte e per un attimo rimango spiazzata ma mi godo a pieno quell'affetto, <<Buonanotte Simone>> scendo dalla macchina e solo quando entrò a casa lo sento andarsene.

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