PARTE UNDICESIMA

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Vidi davanti a me una pozza d'acqua. Ero all'aria aperta e si poteva sentire il cinguettio degli uccellini farsi largo nel cielo.

Finalmente riuscivo a respirare aria pulita.

Mi avvicinai a un piccolo laghetto e mi sedetti sull'erba ancora da tagliare. Cominciai a raccogliere delle margherite.

Ricordo che assieme a mia mamma una volta ci facevamo le coroncine con esse, quindi decisi di farmene una per poi indossarla.

Mi sporsi nel piccolo laghetto per poter specchiare il volto.

Mi guardai per vari secondi ma dopo poco vidi il mio riflesso ma di quando ero bambina sorridermi e salutarmi.

Mi spostai subito spaventata nel vedere ciò che stava accadendo.

Ripreso il controllo di me mi sporsi di nuovo e fortunatamente quella figura non c'era più e l'acqua rifletteva solamente il mio riflesso attuale.

Sospirai ma pochi attimi dopo mi sentii spingere e caddi nel lago.

Da sotto l'acqua potevo vedere la figura della bambina, volevo dire, di me da bambina.

Mi trovavo a due metri dalla superficie e nonostante tutte le forze non riuscivo a risalire, è più ci tentavo più sprofondavo.
Il fiato mancava sempre di più e il panico cresceva a sua volta. Chiusi gli occhi e quando gli riaprii...

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Aprii gli occhi e mi tirai su col busto. Avevo il fiatone.

Sembrava così reale quell'incubo, del resto come tutti quelli che facevo in quel periodo.

Delle lacrime amare percorrevano il mio viso e pian piano quella fitta allo stomaco cresceva sempre di più.

Vidi Ethan sollevare il capo, ancora assonnato. L'avevo svegliato io.
Guardai l'ora ed erano le tre di notte.

<<tutto bene?>> mi chiese.

Girai il volto dall'altra parte senza rispondergli.
Non volevo la sua compassione.

Si alzò dal divano e venne a sedersi sul letto a fianco a me.

Non lo avevo ancora degnato di uno sguardo, avevo paura di scoppiare a piangere e non era da me, non potevo, io non volevo.

<<ehi>> mi prese il viso con una mano e delicatamente lo fece girare verso di lui facendo incontrare i nostri sguardi.
Mi sorrise amorevolmente e mi asciugò una lacrima gocciolante dal mio viso.

Col buio ma con qualche spiraglio di luce della luna che entrava dalle fessure delle persiane, Ethan era identico a Nick. E Nick mi mancava così tanto inoltre con tutti i pensieri che avevo in testa, a partire da mia madre... avevo bisogno di sfogarmi.

Mi avvicinai col viso e poco dopo lui fece la stessa cosa.
Misi le mie mani sulle guance e i nostri sguardi erano incatenati l'uno nel l'altro.

<<solo per sta notte>> sussurrai non staccando il contatto visivo.

<<quando vuoi, dove vuoi>> mi sussurrò anche lui pochi attimi dopo.

Respiravo a fondo e, prendendo coraggio, feci combaciare le nostre labbra cominciando con dei leggeri baci soavi.

Ci staccammo dopo una decina di secondi e guardandoci negli occhi capivo che avremmo dovuto tagliare quella distanza che in quel momento ci separava

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Ci staccammo dopo una decina di secondi e guardandoci negli occhi capivo che avremmo dovuto tagliare quella distanza che in quel momento ci separava.

Con aggressività cominciammo a baciarci andando di limone e gli sbottonai nel frattempo la camicia.
Mi tolsi poco dopo la mia canotta rimandando in reggiseno e mi stesi sul letto.

Ethan si posizionò sopra di me e cominciò a baciarmi il collo andando sempre più giù verso la pancia e quando arrivò poco più sopra del linguine, mi tirò via i pantaloni e le mutande e su riavvicinò al mio viso.

Mi guardò negli occhi. Si capiva che non era sicuro di ciò che stava facendo, più che altro pensava che io non fossi d'accordo e che lo stesso facendo solamente perché mi ero ritrovata in una situazione poco gradevole. Ma io volevo veramente farlo. Dopo tutto stavo di merda e dovevo essere tirata su di morale.

<<sicura>> mi chiese in un sussurro mentre cominciò a baciarmi il collo.

Non risposi, ma annuii con la testa.

Fatto ciò, sentii il suo membro entrare dentro di me e ansimai.

Cominciò con delle spinte lente ma molto piacevoli aumentando sempre più di velocità.

Le mie mani girovagavano tra i suoi capelli fino a graffiargli la schiena.

<<si cazzo>> urlai ma poco dopo mi tappò la bocca. Era notte fonda e non potevamo farci sentire.

<<cazzo sto per venire>> disse e pochi istanti dopo venne assieme a me "cadendo" sul lato sinistro del mio letto.

<<vuoi che rimanga a dormire qui con te?>> mi chiese capendo che non stavo molto bene emotivamente. Non per il sesso ma per il sogno è tutto ciò che era successo la sera prima.

<<si>> gli risposi girandomi sul fianco per poterlo guardare negli occhi.

Restammo a fissarci fin quando non ci addormentammo. Non sapevo come cazzo fosse successo quella notte, ma sapevo che in un futuro me ne sarei pentita.

stay away from me // Nick LeisterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora