28. Problemi in amore

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Quella mattina Vince si alzò presto, si era cambiato velocemente senza far rumore per lasciare dormire Nathan. Lasciò la cabina e andò a bussare ad Harriet.
Questa aprì poco dopo infastidita e ancora in pigiama.

«Puoi stare un po' con Nathan mentre sono a sistemare due faccende? Tranquilla, dorme..» parlò subito l'uomo unendo le mani a mo' di preghiera.

La ragazza sbuffò e annuì, senza esitare lo superò chiudendosi la porticina dietro e si avviò verso la casetta di Vince. Era rimasta in pigiama perché tanto avrebbe continuato a dormire anche là.
Lui gli sorrise per ringraziarla e partì subito per andare a parlare con Thomas.

Quando fu davanti la porticina e senza esitare bussò. A primo impatto nessuno venì ad aprire, perciò cominciò a bussare con più aggressività.
«Arrivo!» ringhiò annoiato qualcuno dall'interno, poco dopo sentì passi pesanti avvicinarsi e poi la porta si aprì.
Thomas era ancora con i pantaloncini e senza una maglietta addosso, i suoi capelli erano separati da tutte le parti e addirittura era scalzo.
«Oh, Vince..cosa succede?» sbadigliò a metà della frase, era facile da capire che fino a poco prima stesse dormendo.

«Dobbiamo parlare di questa.» rispose amaro Vince alzando la lettera di Nathan.
Thomas spalancò gli occhi e non accennò più movimenti, sembrava neanche respirare.
«Entriamo?» continuò guardandolo.

«Oh, sì, è che..» cominciò a balbettare il bruno.
«Newt sta..dormendo ancora.» concluse imbarazzato grattandosi dietro al collo, si girò in direzione di Newt per controllare che fosse ancora come aveva detto.

«Non sbraito come gli altri, tranquillo.» sbuffò annoiato l'uomo. Thomas annuì ed indietreggiò per farlo entrare, poi chiuse la porta dietro di lui.
«Ma perché dorme sulla tua brandina? Non può dormire nell'altra?» chiese poi indicando l'altra branda colma di vestiti ancora da piegare.

«Oh, è..complicato.»

«Dormite insieme?» chiese curioso Vince.

«Sì..» balbettava Thomas, pensava fosse a conoscenza della loro relazione, non lo aveva ancora capito? Pensava fosse ovvio.

Vince guardò attentamente Newt: era anche lui a petto nudo sdraiato sul letto e un braccio gli pendeva fuori da esso.
Ci mise qualche secondo prima di realizzare, e, quando lo fece guardò di nuovo Thomas.
«Okay, ho capito, credo.» disse poi guardandolo in modo sospetto.
«Comunque ti ricordo il motivo per cui sono qui.» parlò con tono serio tornando al discorso di prima.
Il bruno scostò un po' di vestiti, alcuni caddero per terra, e entrambi si sedettero dato che c'era abbastanza spazio per tutti e due.

Si guardarono per qualche secondo senza dirsi niente, Vince tirò nuovamente fuori la lettera accartocciata, Thomas non accennava guardare in direzione di essa.

«Come l'hai avuta?» chiese l'uomo guardando Thomas negli occhi.

«Era per terra nella cella, sono stato il primo a notarla probabilmente..» sbuffò il bruno spostando lo sguardo in direzione di Newt per controllare se ancora dormisse. Era a conoscenza di star mentendo, se gli avesse detto di averlo trovato nei vestiti di Newt avrebbe potuto fare domande in più oppure scomode.

«Va avanti» continuò amaro Vince.

«L'ho presa pensando che avrebbe potuto portarci da qualche parte, ma ovviamente non era così. Ho preferito tenerla perché se la avessi letta quando ancora li stavamo cercando saresti uscito fuori di testa, avevo capito che tenevi a lui, nonostante ciò che avesse combinato in pochi giorni.» rispose Thomas.
«Ieri la stavo proprio cercando perché mi ero ricordato di averla, volevo dartela per non tenerti all'oscuro di tutto, ma a quanto pare è troppo tardi.» ridacchiò.

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