3. Il virus

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Thomas teneva stretto Newt, ogni tanto gli lasciava un bacio sulla fronte.
Si erano rifugiati in un palazzo, Minho teneva la pistola e le ricariche prese dal loro vecchio mezzo di trasporto, attento a ogni singola cosa. Gally e Brenda, invece, avevano preso tutto per potersi medicare, comprese le cure per il virus.

Non era più rimasto niente in quella città se non Spaccati alla ricerca di prede.
Ogni singolo essere che l'asiatico vedeva veniva colpito, senza battere ciglio.
Gally guardava all'esterno della struttura.

«Caspio, non c'è più un essere umano che non sia stato colpito dal virus qui..» disse, senza distogliere lo sguardo dalle finestre crepate.

«Tommy..» si sentì sibilare, sempre da Newt.

Ogni tanto era cosciente, altre no.
Delle volte sibilava il nomignolo dato a Thomas, altre diceva delle frasi compiute, dando consigli e altro ancora, come se non stesse soffrendo.

I suoi occhi erano sempre posati su quelli del biondo.
Pian piano Newt cominciò a prendere conoscenza di nuovo, con la mano tremante accarezzò la guancia destra di Thomas.
«Caspio.. non ti sei dimenticato di me allora..» diceva.

«Non ne sarei stato capace.» fu la risposta, le guance di entrambi si fecero leggermente rosee.
Il bruno sorrise.
Non sorrideva da tanto tempo.

Il sorriso è stato lentamente ricambiato, non era forzato, semplicemente faceva fatica già soltanto a fare quel semplice movimento.

«Ragazzi, dobbiamo spostarci, qua non è sicuro.»  disse Minho.
«Ci conviene cercare un mezzo o farci la strada direttamente a piedi fuori da questa città»

Tutti dicono un "si" secco, il ragazzo dai tratti asiatici aveva ragione, più tempo passavano lì, più sarebbe stato difficile uscirne.
Thomas si alza con in braccio Newt, Gally e Brenda riprendono le medicazioni e le cure per il virus, Minho rimaneva invece attento a tutto.

***

Vince si era rassegnato, non sarebbero più tornati.
Non rispondevano alle comunicazioni da ore, non sapeva manco se fossero ancora in vita, se fossero feriti..
Non avrebbe mandato nessuno a cercarli, ormai era troppo tardi, non avrebbe permesso a nessun'altro di allontanarsi da Porto Sicuro, comportava soltanto altre perdite.

Erano partiti la sera prima, quanto ci voleva a seppellire un corpo? Si stava soltanto dando colpe in quel momento.
Se non li avesse lasciati andare, non avrebbe perso delle persone importanti per lui.
Si, per lui erano importanti quei ragazzi, forse troppo, per lui erano come figli ormai. Harriet e Sonya facevano spesso domande al riguardo, compreso Aris, ma lui non sapeva dare risposta.

***


Gally si era ferito salvando Brenda da uno Spaccato. Era infetto probabilmente, per la seconda volta.
Erano tutti in panico, tranne Thomas, lo guardava e basta tenendosi vicino Newt.
Minho era vicino alla ragazza, gli accarezzava la spalla.
«Perché non gli state somministrando la cura?» chiese il bruno.

L'asiatico lo aveva guardato silenziosamente, poi aveva spostato lo sguardo verso le boccette della cura, distrutte.
Adesso anche lui era leggermente in ansia.
«Abbiamo ancora la cura.. ma si trova a Porto Sicuro.» aveva detto infine, in pratica gli aveva detto che non ci sarebbe stata la possibilità di salvarlo.

Brenda lo guardava, delle lacrime gli bagnavano il viso. Lasciò un bacio sulle labbra del rasato, che come risposta gli lasciò un sorriso sincero, i suoi occhi si erano fatti lucidi.
«Lasciatemi qui..andate..» aveva detto a fatica.

Tutti si alzarono, tranne Thomas che era già in piedi, e partirono.
Un'altra persona li aveva lasciati.

Avevano incontrato molti altri Spaccati, ma sta volta erano tutti molto più attenti, non avrebbero perso qualcun'altro.
Erano usciti da quella che ormai non era più l'Ultima Città, ma un altro covo per gli infetti.

Avevano trovato un altro mezzo di trasporto, ovvero una macchina, solo il vetro di un finestrino dietro era rotto.
Non c'era traccia di infetto, solo polvere e sangue sul parabrezza.
Minho guidava e accanto a lui si trovava Brenda. Nei posti dietro si erano messi Thomas, seduto, e Newt, sdraiato con la testa sulle gambe dell'amico.

«Ci aspettano dur lunghi giorni di viaggio ragazzi.» disse Minho.
«E siamo senza provviste, come al solito»

Il bruno guardava negli occhi profondi del biondo, senza mai spostare il suo sguardo, le loro mani erano intrecciate, come per darsi supporto a vicenda.
«Non ti lascerò andare di nuovo..Newtie.»
Aveva paura di perderlo, in qualsiasi momento.
Brenda ogni tanto li controllava, sia per assicurarsi che stessero bene, sia per vedere se uno dei due avrebbe fatto il fatidico passo.
Si, da quando li ha visti sperava soltanto che loro fossero una coppia.




Due lunghi giorni erano passati, Minho e Brenda facevano a turno di guida, sapevano che se Thomas si sarebbe spostato, sia per lui che per il ferito, li avrebbero soltanto fatti star male dopo la sofferenza probabilmente provata ad entrambi in quel periodo in cui erano separati.
A volte il ragazzo dietro proponeva di fare il turno, con la voce un po' strozzata, ma ovviamente gli veniva detto di stare tranquillo e che non ci fosse bisogno.

Ogni tanto l'asiatico piangeva, sopratutto quando si riposava.
Non poteva chiudere occhio che il viso di Gally e di Winston gli occupassero i ricordi.
Soffriva tantissimo per questa perdita, già Alby, Chuck.. e i suoi vecchi compagni lo tormentavano girando nei suoi ricordi spesso.
Ora loro due..
Quanta sofferenza doveva ancora farsi sentire?

Poi pensò a Newt, che per loro fortuna era ancora vivo.
Chissà cosa avesse passato in quei mesi, fermo, senza poter muovere un dito e con un pugnale nel petto.
Quello un po' lo rassicurava, che nonostante tutto il suo amico aveva resistito a tutta quella sofferenza, senza perdere se stesso per via del virus.

Cavolo, quel dannato virus.

Quella dannata malattia era capace di far di tutto.
Ti mangiava il cervello lentamente, trasformando la sua vittima in mostri assetati di sangue, quasi come zombie.
E i suoi effetti.. cavolo.
Si ricordava ancora di quando si trovavano nella radura.
Ben, Alby.. e quelli che avevano sofferto molto tempo prima.
Poi arrivò lui, Thomas, che li aveva aiutati a scappare.
Non sapeva chi sia, cosa volesse, e non lo sapeva manco quello che era diventato ormai il suo amico più stretto chi lui fosse.
Volevano scappare, tutti assieme, donando a tutti gli altri la libertà che avevano cercato di ottenere per anni.

Come si era formato quel virus? Chi è stato? E soprattutto, chi lo aveva diffuso?

Troppe domande c'erano, e niente poteva rispondere.

Intanto, i due ragazzi seduti dietro si guardavano negli occhi da tutto il viaggio, ogni tanto chiudevano gli occhi per riposare, soprattutto il biondo, ancora sofferente. Invece Thomas cercava di rimanere sempre sveglio, per assicurarsi che stesse bene, non voleva perderlo un'altra volta. Ogni tanto gli occhi di Newt si spostavano e guardavano le labbra dell'amico da cui non si era staccato dal loro ritrovo, che sembrava un miracolo.

«Grazie.. Tommy.»

«Grazie a te, per non avermi dimenticato.» fu la risposta ricevuta.

Il bruno avvicino lentamente il viso a quello dell'amico appoggiato su di lui.
Gli lasciò un bacio sulla fronte, poi con la mano libera con cui si teneva al bracciolo della macchina, comincio ad accarezzargli i capelli, senza mai mollare l'altra mano ancora allacciata a quella tremante di colui che ancora non credeva fosse in vita.
Di colui che amava.

Ormai si era rassegnato, lo aveva accettato, forse se lo avesse rivelato tanto tempo fa Newt non sarebbe ferito e gli avrebbero già somministrato la cura prima.

Ogni tanto sistemava il biondo sotto di sé, in modo da farlo stare più comodo.

In quella macchina non si udiva niente se non il rumore della marcia e di una catenella che penzolava da quello che era lo specchietto retrovisore.
Si saranno parlari si e no due volte, per il resto comunicavano per quando si dovevano dare i cambi.

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