Capitolo 1

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Davanti a casa, c'era una limousine ad aspettarmi, insieme ad un sacco di gente che la fissava. Cavolo, avrei preferito andare a piedi piuttosto che dare tutto questo spettacolo. Velocemente mi infilai in macchina, mi sedetti e allacciai la cintura.
《Buongiorno signorina Ashley!》《Buongiorno.》
Jim, il guidatore, sapeva che non adoravo parlare, perciò stette zitto la maggior parte del tempo.
Guardai fuori dal finestrino: c'era il sole, almeno: odiavo uscire con la pioggia. Non mi aspettavo granché dal liceo,speravo solo che la figlia del collega di mia madre fosse simpatica, perché a quanto pare avrebbe vissuto con me e sarebbe stata la mia compagna di classe.
Tirai fuori dallo zaino le cuffie e comincio ad ascoltare la musica, sapendo che il viaggio sarebbe stato molto lungo.

Quando il motore si fermò, aprii la portiera ed uscii, osservando l'appartamento. Da fuori sembrava grande, con enormi finestre sulla facciata bianca. Entrai nel palazzo, presi l'ascensore e arrivai fino alla porta grigia, quando mi accorsi di aver lasciato le chiavi nella limousine.
Avevo due opzioni: aspettare che fosse arrivata la tizia, oppure chiamare mia madre e dirle di far tornare indietro Jim.
Optai per la seconda, ma mi resi conto che il telefono era scarico.
Peggio di così non sarebbe potuta andare, pensai.
A quel punto non mi restò altro che aspettare la tipa di cui non mi ricordavo neanche il nome.
Dopo circa un'ora, salì una ragazza che sembrava uscita dal mondo di Barbie: indossava un vestito argento con i brillantini, le scarpe con il tacco altissimo e i capelli mori raccolti in uno chignon pieno zeppo di lacca.
Con le labbra che puzzano di gloss alla fragola, aprì la bocca e disse:《Ciao! Sei tu quella che vive con me? Oh, tesoro, non c'era bisogno di aspettarmi alla porta!》tesoro??《Ehm, sì, sono io, veramente ho perso le chiavi...》
《Oh, ma che cosa terribile! Apro subito la porta!》
così dicendo prese una chiave con il portachiavi fucsia e la inserì nella serratura.
Ci sedemmo sul divano di pelle, e lei ricominciò a parlare ininterrottamente:《Mio papà mi ha parlato molto di te! Sai, lui e tua mamma sono grandi amici, oltre che colleghi! Solo, non ricordo il tuo nome, perdonami》《Mi chiamo Ashley, per gli amici Ash...》feci una pausa.
《scusami, nemmeno io ricordo il tuo nome》
《Vai tranquilla, io sono Sophie! Allora, adoro fare shopping, non mi piace molto studiare e ho una gattina bianca che si chiama Princess... e tu, invece?》Io? 《Ehm, vediamo... mi piace molto ascoltare la musica, leggere e dipingere e odio la pioggia. Senti, devo dirtelo, non sono molto brava con le conversazioni, sono piuttosto timida》era la verità.
《Ok, proverò a farti aprire un po'! Dobbiamo scegliere la camera, seguimi!》
Sophie mi fece vedere ben quattro camere, e io scelsi la meno sfarzosa, con una finestra che si apriva su un balcone molto grande.

Avevo appena finito di sistemare i vestiti nell'armadio, quando sentii qualcuno che bussava; aprii, e trovai la mia coinquilina che esclamò:《allora, che ne dici di fare una chiacchierata? Sai, fino a domattina non abbiamo granché da fare!》lanciai un'occhiata preoccupata alla cucina
《oh, non preoccuparti, per la cena ci pensa mio papà, ordinerà qualcosa dai suoi ristoranti!》
Non avevo proprio voglia di mangiare uno di quei piatti decoratissimi e anche molto schifosi, ma non potevo rifiutare, quindi le risposi:
《ah, perfetto! Allora certo, chiedimi quello che vuoi...》ero in imbarazzo, avrei voluto solo tornare nella mia stanza.
《Dimmi, tuo padre ha lo stesso successo di tua madre?》mio padre? Non poteva sapere nulla di quello che era successo con lui.《 mh, diciamo che lavora...》fortunatamente qualcuno suonò il campanello, interrompendo la conversazione. Quello che supponevo fosse un cuoco spalancò la porta, portando un carrello metallico con tantissimi piatti sopra. Ci sedemmo a tavola, e iniziai a mangiucchiare una tartar di non so che cosa, con una crema color pisello disgustosa. 《Io vado un secondo in bagno, torno subito》mi diressi in camera, presi dal mio zaino dei cracker, aprii il cestino sotto il lavandino e sputai tutta la carne, poi sgranocchiai velocemente lo snack per togliere il gusto della melma verde.
Tornai nella sala da pranzo,e avvisai Sophie di essere piena e di non volere il dolce. Capii che il giorno seguente avrei dovuto cucinare io, oppure sarei andata in un fast food, a meno che non volessi morire di fame.

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