Prologo

235 19 12
                                    

 Ashley

Avevo sempre odiato le domestiche, con quella vocina terribile che ogni mattina mi svegliavano presto strillando come galline, senza nemmeno un po' di ritegno per me che stavo dormendo beatamente.
A volte invidiavo le persone normali, che potevano essere svegliate dai loro genitori con baci e abbracci; sì, beh, essendo ricca non potevo godere di questo privilegio.

Quella mattina ebbi  seriamente l'impulso di schiaffeggiare Margharet, una signora sulla cinquantina dai capelli dritti come spaghetti che era stata assunta da qualche settimana.
Purtroppo però, controvoglia, mi alzai dal mio letto enorme, scesi le scale di marmo bianco e cominciai a mangiare il porridge alla banana. Provai a non pensare alle giornate che mi aspettavano, ma non ci riuscii. Odiavo gli avvocati, e il pensiero che tra poco avrei dovuto esserlo anch'io mi distruggeva.
Sfortunatamente, non potei far nulla quando mia madre mi aveva iscritta al liceo, se non accettarlo.

Dopo colazione indossai un maglioncino azzurro sopra a un paio di cargo neri e una camicetta bianca, mi lavai i denti e spazzolai i miei capelli biondi, raccogliendoli in una trecca ordinata.
Poi scesi al primo piano, dove mia madre mi fissò con un sorriso stampato in faccia, esclamando:《Oddio Ash, oggi è il tuo primo giorno al liceo, non sei felice? Mi sembra ieri quando eri una piccola bambina che giocava con le bambole!》 Non mi piacque per niente che mi trattò come una bimba, ma non potei  fare altro che assecondarla:
《Certo mamma, sono davvero contenta, non vedo l'ora di conoscere tutti!》
Mentii.
Non ero una persona particolarmente brava a relazionarsi con gli altri, non lo ero mai stata. Ma tanto lei non era a conoscenza di questa cosa.
Detto questo, la salutai con la poca gioia che avevo, aprii la porta ed uscii.

We're just broken glassDove le storie prendono vita. Scoprilo ora