JACOB POV:
"Scacco matto" mi disse Jack con quella sua aria di sfida, amava sempre scherzare quando era di buon umore.
"Cazzo fratello mi hai battuto ancora"... imbrogliavo sempre a scacchi, sapevo benissimo giocare ma essendo i brutti periodi di Jack, preferivo dargli almeno la gioia di sapere che aveva vinto. Da quando stavo lì era sempre stato il mio migliore amico, mi ero trovato subito in sintonia con lui...sapevo mi capisse al 100% su tutto e tutti. La partita finì in men che non si dica, ed essendo che eravamo nella nostra area relax dissi a uno dei dottori se potessi dirigermi in bagno. Andai subito dal signor Andrews, era quel dottore con cui potevi parlare di tutto non ti avrebbe mai criticato; faceva semplicemente il suo lavoro e basta, riuscì a scroccargli una sigaretta. E lentamente senza farci scoprire me la filò in mano e ma la portai nella tasca dei miei jeans, presi la mia giacchetta e la misi sopra la mia canottiera. Aprì la porta e camminai lentamente per il corridoio, mi stavo godendo al meglio il mio relax, ormai li ero di casa sapevo benissimo i posti per nascondersi, per stare soli, le persone che erano simpatiche e quelli stronzi. I miei pensieri furono interrotti da dalle urla provenienti al fine del corridoio, mi precipitai subito infondo nascondendomi però un po' dietro il muretto per poter vedere ciò che stava succedendo, non potevo credere ai miei occhi... ERA LEI. Ma era diversa, aveva un po' di sangue nel suo vestitino, e i capelli tutti in aria spettinati..e per urlare sarà successo qualcosa di grave pensai. Notai in lontananza la presenza delle suore e i vari infermieri con l'aria arrabbiata che si avviavano verso di lei con in mano la camicia di forza. Di scatto iniziai a correre, l'afferrai dai fianchi tappandogli la bocca per evitare che urlarsse e la presi sulle mie spalle. In quel momento non pensai a cosa sarebbe successo, se si sarebbe arrabbiata o mi avrebbe ringraziato ma so solo che dovevo farlo. Con lei sulle spalle la portai dall'altra parte del corridoio detta la parte ovest, che non veniva usata mai tranne per consigli e riunioni speciali. Entrai nella prima stanza che vidi, la poggiai lentamente nella barella davanti a me, notando subito che avesse il labbro spaccato che perdeva molto sangue e il viso gonfio e nero; lei si dimeno lentamente per poi guardarmi negli occhi socchiudendoli piano piano. Io controllai se fossero andati via, e non appena loro si allontanarono presi una sedia e mi avvicinai a lei guardandola negli occhi. Vedevo il fatto che si sentisse a disagio e per rompere un po' il ghiaccio gli feci una domanda.
"Scintilla....che succede?" mi guardò stranita, per poi non rispondere e voltarsi dall'altra parte. AH LA METTI COSÌ?
Presi la sedia e la portai dal lato in cui si era girata, rivolgendogli la stessa identica domanda. Che lei ignoró nuovamente; ma io non mi arresi gliela chiesi decine e decine di volte senza risultato. Così mi alzai in piedi, mi diressi all'armadietto delle cure tirai fuori un pezzo di cotone morbido, presi un po' di disenfettante adatto al viso mi avvicinai lentamente e glielo passai. Sospirò leggermente dal dolore, ma non fece tante storie. La guardai in viso...quel suo viso così dolce.
"Puoi dirmi se ti faccio male"
"S-sto bene" rispose con un filo di voce che a stento potevo sentire.
"Ah allora non giocavi al gioco del silenzio" dissi in modo divertente, cercando di non offenderla. Ma vidi che non rispose alla domanda, magari si sentiva a disagio pensai...o magari era solo un po' scombussolata. Osservandola notai che nella mano aveva preso una scheggia.
"Oh che hai qui?" dissi prendendogliela e alzandola in alto per poter vedere che avesse.
"Ora ci penso io tranquilla" dissi con una voce più dolce.
Mi riavvicinai all'armadietto e tirai fuori una crema e una garza, posizionandole entrambe nella mano ed eliminando la scheggia. Dopo aver finito il mio lavoretto,mi lavai le mani e mi sedetti accanto a lei guardandola. Ma lei era troppo impegnata a guardarsi la mano,possibilmente perché gli faceva male?
"Ti fa così male?"chiesi.
"N-no,stavo solo osservando che sei molto bravo a fare queste cose..."
"Grazie grazie lo riconosco"
Si stette di nuovo zitta, e per non permettere ciò continuai a parlarle per non crearle il disagio.
"Ora che è finito il gioco del silenzio, mi dici che è successo?"
"È stata quella stronza!!" disse con una voce arrabbiatissima...non l'avevo ancora vista così ma nonostante tutto il suo viso rimaneva dolce.
"Chi è la stronza?"dissi con una voce incuriosita.
"La bionda alta."
"HAHAHAHAHHA"
"P-perché ridi?" disse con quell'aria quasi delusa.
"Intendi per caso Marie? La bionda mossa?"
"Si esattamente lei!!"
"È molto particolare si" dissi con voce molto divertita. Ma notando ancora la sua aria più spaventata e disorientata provai a rassicurarla.
"Ma tranquilla le ferite non sono gravi" non rispose e mi pagò ancora col suo silenzio. Si ok non sapevo consolare per niente, ma lei poteva almeno apprezzare il mio aiuto.
"P-perché mi chiami scintilla?" disse con quella sua voce così piccola e con una faccia incuoriosita.
"Beh sei una scintilla...ci assomigli e poi..."
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𝓈𝓅𝒶𝓇𝓀
FanfictionL'amore può davvero diventare impossibile?o l'amore vero esiste e supera tutto? Scopritelo leggendo "spark" ‼️Avvertenze‼️ La storia contiene scene di violenza fisica e violenza psicologica,uso eccessivo di droghe e atti sessuali.Se ritenete di ess...