6. Lost in Hell

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Disclaimer:

Questa fanfiction originale si ispira alla web-serie animata Hazbin Hotel. Data l'ambientazione infernale e la natura dei personaggi che la popolano, questa storia potrebbe trattare temi e/o descrivere scene più o meno esplicite di: violenza fisica e psicologica (anche sessuale), morte, suicidio e omicidio, autolesionismo, tossicodipendenza, alcolismo, gioco d'azzardo, parafilie, ecc.
Reader in Hazbin è un'opera di pura fantasia, per cui ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.

Questa storia vuol far immergere il lettore nella narrazione, in quanto protagonista della trama. A maggior ragione, si segnala che i contenuti presenti nel testo potrebbero impressionare o urtare la sensibilità altrui.

In caso di particolare disagio, fastidio o coinvolgimento si raccomanda di interrompere la lettura.

Per quanto sopra dichiarato, è evidente che i contenuti non sono adatti ai minori ed in generale alle persone particolarmente sensibili, impressionabili o suggestionabili.

Proseguendo nella lettura ci si assume la piena responsabilità delle conseguenze che potrebbero derivare dalla stessa.

L'autore con la presente informativa declina ogni responsabilità in merito.

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Capitolo 6
Lost in Hell

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Quando ti siedi al bancone del bar, Husk non sembra particolarmente sorpreso di vederti. Anzi, oseresti dire che la tua presenza gli sia del tutto indifferente.

Aspetti che termini di bere l'ultimo sorso del solito alcol scadente e che si asciughi la bocca; solo allora, ti schiarisci la voce per richiamare la sua attenzione.

Lo studi, mentre si volta verso di te e alza un sopracciglio con aria annoiata.

«Non mi dire... Gola secca, Rossa?»

Annuisci, ma non fai in tempo ad emettere fiato. Con una destrezza incredibile Husk ti ha già sistemato davanti un bicchiere e infilato del ghiaccio nello shaker. Vicino a lui ha già posizionato tre diverse bottiglie. Prende la prima e inizia a versare ad occhio il liquore nel cilindro metallico. Con una giravolta la rimette a posto per ripetere la stessa operazione con la seconda. Lo guardi un po' intimorita e a quel punto ti sorride maligno.

«Niente latte e biscotti qui, ragazzina. Io servo solo adulti.»

Non riesci a trattenere il disappunto per quel commento, ma la sua agilità manuale ti incanta. Quando versa anche il liquido dell'ultima bottiglia, chiude lo shaker e inizia ad agitarlo come se andasse allo stesso ritmo del tuo cuore. Fissi il movimento e ne sei quasi ipnotizzata, tanto da non renderti conto che ha terminato e lo sta svuotando nel tuo bicchiere.

«A te, Daisy

Ritrae le zampe con la solita apatia che lo contraddistingue, ma nel suo sguardo noti una punta di sarcasmo. Non ti è chiaro se quello sia il nome del cocktail oppure l'ennesimo nomignolo che ti ha affibbiato, ma non t'importa molto.

Ruoti la base del bicchiere, mentre studi il colore chiaro della bevanda e il sale sul bordo, scoprendo che una parte di te lo trova dannatamente invitante.

«Se hai intenzione di fissarlo e basta, il tuo Margarita me lo scolo volentieri io.»

Di fronte a quella provocazione, cedi. Te lo porti alle labbra e lo sorseggi. Ha un sapore proibito e nostalgico ed è fresco quanto basta per darti sollievo. Ti lasci andare a un suono d'apprezzamento e Husk ne sembra divertito.

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