7. Radio Tower

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Disclaimer:

Questa fanfiction originale si ispira alla web-serie animata Hazbin Hotel. Data l'ambientazione infernale e la natura dei personaggi che la popolano, questa storia potrebbe trattare temi e/o descrivere scene più o meno esplicite di: violenza fisica e psicologica (anche sessuale), morte, suicidio e omicidio, autolesionismo, tossicodipendenza, alcolismo, gioco d'azzardo, parafilie, ecc.
Reader in Hazbin è un'opera di pura fantasia, per cui ogni riferimento a fatti realmente accaduti e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.

Questa storia vuol far immergere il lettore nella narrazione, in quanto protagonista della trama. A maggior ragione, si segnala che i contenuti presenti nel testo potrebbero impressionare o urtare la sensibilità altrui.

In caso di particolare disagio, fastidio o coinvolgimento si raccomanda di interrompere la lettura.

Per quanto sopra dichiarato, è evidente che i contenuti non sono adatti ai minori ed in generale alle persone particolarmente sensibili, impressionabili o suggestionabili.

Proseguendo nella lettura ci si assume la piena responsabilità delle conseguenze che potrebbero derivare dalla stessa.

L'autore con la presente informativa declina ogni responsabilità in merito.

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Capitolo 7
Radio Tower

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Lo puoi vedere attraverso lo specchio: il suo sorriso si allarga al punto da deformare la propria immagine. Senti lo scatto della mascella che si disloca con un agghiacciante suono di ossa rotte, mentre la bocca si apre e una seconda fila di denti ingialliti compaiono. I suoi occhi vengono risucchiati all'interno del cranio e due pozzi neri ne sostituiscono il loro rosso vivo. Il tuo corpo vorrebbe fuggire via, ma non riesci assolutamente a distogliere lo sguardo dal vostro riflesso. La sua grottesca e incombente presenza, ti tiene inchiodata alla sedia. Lo osservi ancora mutare: i palchi da cervo che normalmente appena si notano sulla sua testa, si diramano e crescono. Si fanno imponenti, quasi ingombranti, e le tue pupille si allargano.

Resti imbambolata, scossa appena dai tremori, finché un colato della sua bava ti cade in grembo. Ti ritrovi incapace di identificare quella sostanza nera e appiccicosa che ricorda il catrame e che ora ti avvinghia. Cerchi di scuotere le mani per liberarle, non celando il disgusto per quella sostanza viscida e maleodorante, ma non ti è possibile. Si è fatta dura come il cemento e le tue dita ne sono prigioniere.

Quando sollevi lo sguardo, noti che il petto di Alastor si è gonfiato. La sua risata profonda e malvagia esplode e riempie la stanza. Fa vibrare di terrore ogni anfratto della tua anima, ma sei impotente. Solleva il braccio e vedi che non regge il suo bastone. Tiene il rompighiaccio che ti ha sottratto poco prima e con l'inganno. Lo alza, come se fosse una bandiera da mostrare al mondo, un trofeo prezioso di cui essere orgogliosi. Poi, lo cala su di te con forza, crudeltà e precisione, tale da perforarti il petto. Ti trapassa. Senti il calore del sangue macchiarti le vesti e colarti lungo la schiena. La sostanza nera si mischia a quella rossa e torna liquida. Gemi senza fiato, mentre le dita si fanno fredde. Ti volti verso il tuo assassino, consapevole di ciò che ha fatto, con le mani aperte e bagnate di rosso. Non riesci ad articolare nessun pensiero, senti solo il panico crescere. Singhiozzi e sussulti, ma non reagisci. Non trovi abbia più alcun senso, mentre la pozza di sangue e rancore si allarga sotto ai tuoi piedi.

In quel momento, lo vedi spalancare le fauci e calarle su di te. Le serra di scatto, condannandoti al buio e al dolore di sentire le tue stesse carni venire dilaniate.

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Quando i tuoi occhi si aprono di soprassalto, ti ritrovi accecata dalla flebile luce rossastra che filtra dalle finestre. Ti muovi, quanto basta per scoprire che stai giacendo sul pavimento assieme alle lenzuola madide che ancora stringi tra le gambe. La testa ti gira, le orecchie ronzano, ma non abbastanza da sormontare il suono del tuo respiro affannato. Dovrebbe bastarti per calmare il panico, ma ti sembra ancora di soffocare.

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