Capitolo 2

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La vita è molto semplice

ma noi insistiamo nel renderla complicata.

Confucio

Grace

<<Ancora non ci credo che tra poco varcheremo la soglia di casa Thompson!>> strillò entusiasta Megan.

<<Non saprei cosa tu ci veda di buono in lui!>> risposi stremata.

"Devi essere proprio cieca per non vederlo!"

<<Io ci vedo solo arroganza, stupidità ed ego ai massimi livelli>>

<<Io noto solo una parola sola: B. E. L. L. E. Z. Z. A.>> esordì scandendo l'ultima parola lettera per lettera come se non capissi il suo significato.

<<Tu fai pure con comodo però...>> aggiunse con una certa nonchalance.

<<Pure con comodo cosa?>> domandai stranita.

<<Muori pure aspettando il tuo principe azzurro inesistente!>>

<<Il mio principe azzurro esiste eccome e si chiama Thomas Forbes!>>

<<Ma perchè non ne scegli un altro? Lui non ti guarda nemmeno!>>

<<Dai andiamo in...>> dissi estraendo la mia agenda dove l'altro giorno mi ero appuntata la via.

<<Grant Street>> aggiunsi riponendo nello zaino l'agenda.

Percorremmo un bel po' di strada ma alla fine riuscimmo a trovare la via. Era immensa e trovammo ben tre case con il cancello in ferro battuto perciò decimmo di leggere i nomi sui campanelli delle case ma nessuno portava il nome Thompson.

<<Quello scemo mi ha preso in giro!>> esordii portandomi le mani sui fianchi.

<<Dai non abbatterti così facilmente! Proviamo a suonare e vedere se qualcuno ci risponde>>

Suonammo alla prima casa e dopo dieci minuti ci aprì la porta una graziosa signora anziana che non seppe dirci niente. Alla seconda casa ci aprirono il portone una coppia giovane e anche loro non seppero dirci niente se non offrirci una tazza di caffè dal gusto fin troppo deciso. All'ultima casa ci aprì la porta una signora sui cinquant'anni che al nome Lucas Thompson si illuminò.

<<Lulu vieni giù che ci sono due belle fanciulle!>>urlò la signora. Quando, presumo fosse sua madre, chiamò Lucas "Lulu" credetti di svenire sul colpo: il capitano di una squadra di football, arrogante e presuntuoso non si lascerebbe mai far chiamare in quello strano e ridicolo modo. Mentre ero nel bel mezzo dei miei pensieri Thompson venne giù.

<<Sai che non devi chiamarmi in quel modo...E tu, anzi, voi due, venite su con me>> disse Lulu, la prima frase tra i denti mentre la seconda con fare infastidito.

<<Ci scusi signora Thompson per il disturbo!>> mormorai

<<Oh ma io non sono la signora Thompson! Chiamami pure Isabella, tesoro!>> esclamò lei.

<<Oh, mi scusi, non volevo...>>

<<Non ti preoccupare! Tu come ti...>> non potè finire la frase poiché Lucas ci sbraitò contro dicendo di muovere il culo e salire le cazzo di scale: usò una delicatezza pari a quella che ho io quando mangio del cibo spazzatura dopo sei mesi di dieta. Così io ed Eggs raggiungemmo Lucas in camera sua. La sua camera non era troppo piccola, la poca luce entrava da una finestrella, le pareti erano dipinte di blu scuro con attaccati molti poster sul football, di Ted Hendricks e di Tom Brady; il letto era sfatto e la scrivania sembrava mai usata.

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