Ero ancora scossa dall'accaduto. Avevo un senso di spossatezza che non so se era dovuto a lui o all'alcol.
Comunque sia...Bussai subito alla porta di Kyla, con i capelli arruffati, una maglietta del mio professore e dei suoi pantaloncini. Senza scarpe.
Kyla aprii la porta.
Kyla:"DIANA?"
Subito mi abbraccia, come se non ci vedessimo da tanti anni.
Kyla:"stai bene?"
io:"dobbiamo parlare."
Entro in casa per poi prepararmi un discorso in mente per rimproverarla sull'accaduto.
Io:"PERCHÉ MI HAI MANDATO CON LUI."
Kyla:"calmati cazzo, era l'unica soluzione. E non credo che in realtà ti sia dispiaciuto. Ha insistito tanto nell'aiutarti."
Io:"si ok ma cazzo Kyla è il nostro professore."
ci fu qualche secondo di silenzio.
Kyla:"preferivi guidare la tua macchina nelle condizioni in cui eri?"
Non aveva tutti i torti.
Ma ero comunque un po contrariata. Ma d'altro canto, sapevo che una parte di me non avrebbe preferito altro.io:"d'accordo. è che è stato tutto molto improvviso."
mi guarda con uno sguardo confortante.
io:"è stato assurdo. Kyla io non so perché ma c'è una tensione sessuale altissima tra noi due. E non l'ha nemmeno negato.."
Kyla:"ma avete..."
Io:"no, ero ubriaca e non voleva approfittarsi di me. Ma in una condizione diversa lo avrebbe fatto.."
Kyla rimane in silenzio, ma sapevo che stava per fare una delle sue sclerate isteriche.
Kyla:"NON CI POSSO CREDERE CHE TI FARAI IL PROFESSORE PIÙ RINOMATO DELLA NOSTRA UNIVERSITÀ."
io:"kyla rallenta gli spiriti bollenti, non credo succederà."
kyla:"lo sai che ne trarresti solo vantaggio..."
io:"non voglio essere la più brava solo perché mi scopo il mio professore."
Kyla:"vabe un vantaggio fisico non fa mai male a nessuno dai."
la odio ma non posso darle torto.
Io:"non potrei mai. Devo dimenticarmi dell'accaduto, e tenere le distanze."
Annuii, sembrava essere d'accordo con me, nonostante fosse apparentemente delusa.
Kyla:"vuoi mangiare qui?"
io:"no grazie dai, dammi la borsa con le chiavi e tutto e torno a casa. Sono abbastanza distrutta."
Subito Kyla va a prendere le mie cose, e dopo averla salutata e ringraziata vado verso la macchina parcheggiata sotto casa sua.
Mi faccio prestare un paio di scarpe per poter guidare senza problemi, e parto.
———
solita routine.
arrivo a casa, saluto la mia Nellie, le do da mangiare, mi accendo una sigaretta...di solito a questo punto mi sarei messa o a studiare o a cucinare con beyonce di sottofondo.Ma ora come ora non avevo le forze di cimentarmi in nulla.
Mi misi sul letto con il posacenere alla mia destra, aspettando qualcosa. Un pensiero. Qualunque cosa che mi potesse smuovere da quella posizione. Il letto sembrava essere così confortevole quasi da sentirmi inglobata da esso.
Perché lo aveva fatto? Aveva insistito tanto nell'aiutarmi.
Perché io? Sarei potuta essere chiunque, mi avrebbe comunque aiutata?Il mio cervello non era capace di formulare delle possibili risposte.
Spensi la sigaretta e feci l'unica cosa che mi venne in mente di fare.
Mi addormentai.
————— ore 15:37
aprii gli occhi, guardai l'orario. Cazzo.
Dovevo ancora pranzare. Ma non so perché, la nausea che ancora avevo mi spingeva a non mangiare proprio nulla.
Saltai il pranzo, mi preparai una semplice tisana. Fuori il paesaggio autunnale londinese riusciva a tranquillizzarmi in un attimo, e con una coperta sulle spalle ammirai l'immagine che mi presentava la mia finestra.
Mentre mi davo al mio momento di relax, squillò il telefono.
Numero sconosciuto.
io:"pronto?"
x:"Come sta?"Era lui, ancora.
Io:"sto bene, ci vediamo a lezione. Arrivederci"
stavo per spegnere la chiamata, ma lui continuò a parlare.
kit:"perché fa così? lo sa che se mi ignora mi istiga sempre di più?"
io:"io sono una sua alunna. Non è professionale"
Lo sentii ridacchiare dall'altra parte del telefono.
kit:"lo sa che il suo andamento dipende da me?"
io:"è una minaccia?"
Kit:"le andrebbe di lavorare per me?"
Rimasi in silenzio.
Kit:"le darebbe crediti in più, e dei vantaggi agli esami. Tutto in regola."
Non sapevo cosa dirgli. Sapevo solo che con la sua voce difficilmente si lasciava dire di no.
kit:"vediamoci. Tra un ora. Al St. James bar. Non faccia tardi."
Chiuse la chiamata. Proprio ora che volevo cercare di eliminarlo dalla mia mente si ripresenta qui, per lavorare con me.
Ero in preda al panico, non sapevo che fare. Sarei dovuta andare, ma avevo il timore che fosse una sorta di trappola, dove non sarei dovuta cadere.
Ma sapete che c'è? Ero stanca di farmi tremila paranoie inutili.
Io so la mia posizione qual'è, e i miei obbiettivi. Nulla potrà distogliermi da quest'ultimi.45 minuti dopo——
Mi preparai velocemente, per poi dedicarmi all scelta di outfit.
Scelsi con accuratezza, per essere elegante ma allo stesso tempo non troppo provocatoria.
Presi tutte le mie cose, e nel mentre che chiudevo la porta alle mie spalle, mi accesi una sigaretta, che mi intrattenne durante il cammino.
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𝙨𝙖𝙥𝙤𝙧𝙚 𝙙𝙞 𝙧𝙤𝙨𝙨𝙤
Fanfic"E lei è?" "Diana, Diana Miller." Mi guardava così, come se fossi proibita. Potevo percepire anche solo con un dito la tensione che governava l'aula. Ma forse sono solo io ad essere così sognatrice, tant'è che il 𝗺𝗶𝗼 𝗣𝗿𝗼𝗳𝗲𝘀𝘀𝗼𝗿𝗲 cammin...