Capitolo 4

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La scomparsa misteriosa dei sette missili nucleari da 100 Megatoni è solo l'inizio di un incubo ancora più terribile

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La scomparsa misteriosa dei sette missili nucleari da 100 Megatoni è solo l'inizio di un incubo ancora più terribile.
Mentre gli esperti e le agenzie di intelligence cercano di comprendere dove precisamente siano finiti i missili, una nuova e spaventosa ondata di distruzione si scatena.

Le chiamate intercettate provenienti da stati stranieri e non, rivelano la confusione e lo sgomento delle nazioni di tutto il mondo.

L'ordine apparentemente casuale delle esplosioni rivela un disegno sinistro e deliberato.
I missili colpiscono in modo indiscriminato diversi stati americani come Brasile, Argentina e Canada, ma anche in nazioni straniere lontane come la Spagna, la Corea, la Cina e il Sud Africa.

Il suolo trema sotto la forza implacabile delle detonazioni, scuotendo la terra con una violenza inaudita.
Ogni esplosione emette un rombo assordante, un tuono apocalittico che sembra distorto dal dolore stesso.
La natura, in un attimo, viene stravolta, con il paesaggio trasformato in un caos di fumo, fuoco e detriti.
La terra è una tela distrutta, lacerata dal potere inarrestabile delle esplosioni.

Le onde d'urto mortali si propagano in cerchi concentrici, creando un'aura di distruzione che si espande rapidamente. La loro forza distruttiva è inarrestabile, spazzando via qualsiasi cosa si trovi sul loro cammino.
Edifici imponenti e fragili abitazioni, strade trafficate e silenziosi angoli di natura, tutto è vittima di questa furia impetuosa. Le onde d'urto si riverberano contro le montagne, si riflettono su fiumi e oceani, lasciando una scia di devastazione in ogni direzione.

Nell'atmosfera, la tensione si materializza in onde d'urto che attraversano l'aria con un fruscio minaccioso.
La calma apparente si sgretola nell'istante in cui le onde d'urto si fanno sentire, portando con sé una violenza inimmaginabile.

I venti si ergono come giganti furiosi, sollevando detriti, lanciandoli nell'aria come proiettili e, soprattutto, trasportando enormi quantità di radiazioni in qualsiasi parte della terra.
L'atmosfera stessa sembra piangere lacrime di fuoco mentre la distruzione si diffonde senza pietà.

Le città intere vengono gettate nell'oscurità dell'oblio, ridotte a ruderi fumanti e distesi campi di macerie.
Le strade, un tempo piene di vita e attività, ora giacciono vuote e desolate, come sentinelle impotenti di un mondo che è stato sconvolto dalla furia della guerra.
Gli edifici che avevano ospitato speranze e sogni sono ridotti a scheletri scarni e fumanti, un triste tributo a un passato che sembra svanire in un attimo.

Le infrastrutture vitali, una volta pulsanti di energia e attività, vengono annientate senza pietà.
Le reti di comunicazione si spezzano, lasciando il mondo in un'oscurità silenziosa, dove le voci sono soffocate e le informazioni sono perdute.
Le forniture di acqua, cibo ed elettricità sono interrotte, gettando le persone in una lotta per la sopravvivenza in un ambiente ormai ostile e caotico.

Le onde d'urto mortali non distinguono, non hanno pietà. Persone innocenti, uomini, donne e bambini, sono strappati via dalle loro vite con una ferocia spietata. Le famiglie vengono spezzate, le comunità vengono disperse e l'umanità si ritrova ad affrontare una tragedia senza precedenti.
I corpi e i frammenti di vite vengono gettati via come giocattoli rotti, una visione orribile che rappresenta il culmine della follia umana.

In un attimo, la normalità viene strappata via, sostituita dalla devastazione e dalla desolazione.
Il mondo assiste impotente, come un testimone mutolo di un'epoca che sta crollando su se stessa.
La paura, l'angoscia e l'incertezza si insinuano nelle menti di chiunque sia sopravvissuto alle esplosioni, gettando un'ombra lunga e inquietante sul futuro.

La giornata luminosa e serena che era stata ad Arlington, e in qualsiasi altro stato, è ormai un lontano ricordo, oscurato dalla tempesta di distruzione e sofferenza che si è abbattuta su tutto il mondo.

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