2. LEI

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SE. Una piccola parola per smisurati pensieri che frugano crudeli tra fogli confusi della nostra follia. Il SE ci appartiene. È nostro. Tatuato sull'atrio destro del cuore senza volerlo. Aggrappato ai pensieri più intimi che abbiamo. SE. Equipaggio pesante portato sulle spalle di chi percorre il viaggio di una vita.
"Questo è il tempo di vivere te, fino all'ultima parte di me" recitava una canzone di Michele Zarrillo. Riesco a sentirla battere il suo ritmo incessantemente. Suona senza la necessità di premere PLAY sul dispositivo di ascolto.
L'essere umano è convinto di avere il tempo tra le mani a suo piacere e di poterlo plasmare a sua immagine. Come fosse plastilina. Morbida. Maneggiabile e semplice da modellare, anche lei ha però una sua fine. Quando non le riservi attenzioni e la lasci sola a prendersi cura di sé secca e non resta che buttarla. Senza poterla salvare. Questi siamo noi. Comprendiamo troppo tardi concetti semplici. Cataloghiamo pensieri secondo ordini illogici che ci rendono ignoranti. Scrigni di sapere sconosciuti. Lasciamo spazi incolti che potrebbero essere fioriti se non avessimo spezzato per sempre con un "lo farò domani" i loro destini.
E' divertente sapere di dare una definizione tanto sciocca e
superficiale del Tempo quando alle volte invece lo scorrere delle lancette ci rende pazzi. E' tardi, devo andare o chiude la posta. Corriamo o perderemo l'autobus. Esilarante pensare all'assurda importanza dell'età. Non hai diciotto anni, non puoi guidare. Novant'anni troppo vecchio. Vent'anni troppo giovane per avviare una storia seria. Non se ne parla, hai diciassette anni non puoi fare la mamma ti rovinerai la vita. Sciocchi. Siamo un popolo accecato dal luccichio di bugie inculcate negli anni nelle nostre menti. Pazzi.
Ogni pensiero prende forma seguendo schemi manipolati da menti saccenti. Siamo davvero noi a fare scelte oppure in qualche modo la direzione che prendiamo viene costretta da "usi e costumi" di un luogo? In Italia il gatto è un animale domestico. Lo amiamo. Ci fa compagnia. Dalla parte opposta del mondo però il felino non è che una carne prelibata da mangiare, eppure è sempre del medesimo soggetto che stiamo parlando.
Calpestiamo strade già percorse senza domandarci se non siano direzioni deviate da leggi inconsapevoli.
Un giorno inciampi. Cadi. Sbatti la testa e cadono le lenti che dipingevano il mondo, così inizi a domandarti se.
Tutto ha inizio o fine, come la si voglia definire, con dei se;
... se fossi nata venti o trenta anni fa;
... se tu fossi stato il mio compagno di banco; ... se fossi stata una persona più esuberante; ... se tu fossi stato meno responsabile;

... se avessimo fatto ciò che la ragione ci ha impedito di fare; ... se le cose fossero andate diversamente
Se le cose fossero andate diversamente forse, e lo ripeto FORSE, se il destino avesse deciso in ogni caso di farci incontrare, ci saremmo presi per mano ed un passo dopo l'altro avremmo affrontato il nostro cammino senza paura del domani. Magari. Che senso ha avere paura. E che motivo esiste di dover nascondere un amore per paura? La paura non è reale e può essere sconfitta. La paura si sconfigge con il coraggio. In soli venticinque secondi di coraggio.
E' strano, alla fine due persone destinate tornano sempre a scontrarsi l'un l'altra, non importa quanti anni siano trascorsi. Il destino erige mura laddove tu hai commesso l'errore più grande.
Ho provato a stargli lontana, ho camminato metri di vie cercando un'uscita. Ho direzionato i pensieri verso soggetti opposti a tutto ciò che rappresentava. Avrei voluto far tacere il cuore, ma pare sia impossibile, prima o dopo le nostre anime tornano inevitabilmente ad incrociarsi uscendo dalla posta, tra i banchi del mercato, all'entrata di un museo, sempre senza mai aspettarselo riappare, in un infinito attimo restiamo li ad osservarci da lontano senza avvicinare un passo l'uno verso l'altra, coscienti che facendolo poi ogni istante si ripeterebbe da zero, come fosse un loop temporale senza inizio o fine nel quale i protagonisti di un libro sono costretti senza sosta a rivivere cose già vissute. Un espediente narrativo che trova casa nei miei giorni ed in questa storia. RICOMINCIARE e RIPETERE e prendere strade diverse per non tornare al punto di partenza per poi trovarsi ancora li. Ancora noi. Ancora Iryanne. Ancora Antonio. Ancora il
Capitano e la sua Polena.
La vita è strana, certe cose non possono essere comprese sino a quando non sono state sbagliate. L'errore, spesso irrecuperabile, insegna.
Insegna che non siamo sempre così perfetti, che erriamo anche quando pensiamo di fare la cosa più giusta, che forse qualche volta è meglio trattenere il respiro e buttarsi, venticinque secondi di coraggio che cambierebbero tutta la storia.
Insegna che il tempo può solo scorrere in senso orario su di un orologio, le lancette non sono state costruite per girare al contrario, e pensare che sarebbe bastato così poco, avremmo avuto infinite possibilità se gli ingranaggi fossero stati ideati come palindromi. La sfida della vita però riguarda esattamente questo. Il non essere ovvia, facile, limpida. La vita è una partita di poker, qualche volta è leale, altre sta soltanto recitando mentre indossa i suoi migliori occhiali da sole.

IRYANNEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora