6. LUI

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Incontrai me stesso dopo tanto tempo e quasi stentavo a riconoscermi. Varcando la soglia della 3c, riflesso negli occhi color miele di acacia di Lei, ritrovai lo spazio di esprimere la mia essenza. È impensabile. Impossibile. Assolutamente borderline, un disordine fuori controllo. Quello stato di Caos improvviso riuscì in un tocco di orologio a rassettare un vita intera di toppe cucite male e non in armonia con il capo originale.
Nella Teogonia, Caos è una delle quattro potenze principali, insieme a Gea, Tartaro ed Eros. Originariamente si identificava però con CHAOS, spazio beante. Il principio di tutto. Esattamente così. Oggi posso dirlo con fermezza. Iryanne era il mio CHAOS. Il principio di ogni cosa. E' ciò che definisce meglio i contorni di tutto ciò che quell'incontro rappresenta da anni ormai.
Appesantito da una pessima rappresentazione di me, che forse avevo contribuito a creare, non avevo più voglia di volare leggero. Lei riportò il mondo ad essere maledettamente interessante ed il vento così a favore da gridarmi contro di decollare. Aprire le ali non sarebbe stato semplice, ma avevo voglia di farlo. Buttarmi in mare come un pellicano e posarmi poi su di un pontile ad ali spiegate sotto i raggi caldi del sole. Lavarmi di tutto e ripartire dal niente.
La parte divertente fu vederla rientrare in classe mentre pensavo a lei
senza riuscire a smettere di farlo. Ero uno sciocco. Destino forse.
Il Filosofo tedesco Leibniz (1648 – 1716) affermava che "Quello in cui viviamo è il migliore dei mondi possibili" ed ho sempre ritenuto che questo fosse un concetto utile a rendere meno difficile combattere contro ciò che non ci rende felici. Eppure iniziai a credere che davvero lo fosse. Non poteva essere un caso il suo tornare. Quello era il miglior futuro presente che potessi immaginare. Tra migliaia di possibili opzioni lei era ancora li.
Le parlai. Poche parole per capire cosa pensasse di me. L'incanto fu essere cullati dal suo semplice non dare risposte sporcandole di parole che gli altri avrebbero usato. Lei. Non una parola di più se non riguardante ciò che era riuscita a percepire. Per la prima volta dopo tanto tempo avevo trovato il coraggio di guardarmi allo specchio osservando l'immagine riflessa che lei aveva di me. Ero al sicuro.

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