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Durante la colluttazione con quei cinque uomini mi ero sentita invasa dal panico più totale. Quell'energia che avevo percepito mentre litigavo con mia madre era tornata più forte che mai. Non avevo intenzione di fermarla. Avevo paura. Mi avevano già sollevata di peso mentre mi divincolavo come una matta.

Quando vidi un pezzo del vaso di vetro a terra non aspettai un secondo di più.

Scaricai tutta quell'energia sul pezzo di vetro che andò a conficcarsi nell'occhio del soldato davanti a me. Speravo che mollasse la presa. In quel modo, forse, mi sarei potuta liberare e difendere. Ma quelluomo era una fottuta roccia. Urlò di dolore e mi lasciò, ma solo per colpirmi con tutta la sua potenza in piena faccia.

Rivederlo davanti a me e con locchio fasciato era come il mio peggiore incubo. Sarei morta di lì a poco.

-Ma che hai? - mi chiese Kiara visibilmente preoccupata. Era normale considerando che mi ero fermata allimprovviso.

-Morirò- le dissi sconsolata. - sì e sarò io ad ucciderti se non ti muovi- mi intimò lei –o forse quel tizio, ma se non ti muovi muori- -tu non capisci, locchio bendato...è merito mio- sussurrai.

-Oh, cazzo- disse lei con un accenno di sorriso sulle labbra. In quellistante il soldato si volto verso di me e gli occhi...locchio gli luccicò. Si avvicinò a me con fare minaccioso. Mi avrebbe ucciso lì ed ora. Mi avrebbe strappato le budella a mani nude e nessuno avrebbe fatto niente. Si avvicinò così tanto che potei sentire la sua fiatella, ma evitai di fare smorfie. Era meglio non peggiorare la situazione.

-Datti una mossa ragazzina, non sono qui per aspettare i tuoi comodi- mi disse in tono brusco. Poi si allontanò con varie ragazze dietro. -Non mi ha riconosciuta. Mi ha vista ma non mi ha riconosciuta- dissi con un improvviso sollievo. -Non per rovinare il tuo entusiasmo ma gli hai ciecato un occhio, mi pare ovvio che non ci veda molto bene-mi disse Kiara. Le lanciai unocchiataccia –diamoci una mossa prima che ci uccida per davvero-.

Kiara mi aveva spiegato come si svolgevano le giornate. La mattina alle 7.00 venivamo portati a mangiare. Dalle 10.00 ci portavano in una sala per due orette giusto per controllare la potenza dei nostri poteri. Poi andavamo a pranzo. E poi si ripeteva la stessa cosa. Giornate un po monotone.

-Come hai fatto a sopravvivere per 12 anni? - le chiesi notevolmente sconvolta. -Non penserai che sia stato sempre così- disse divertita, come se avessi detto una battuta. -Fino allanno scorso avevamo il permesso di andare in giro fino ad un certo orario, le porte si bloccavano solo dopo le 22.00 ed avevamo addirittura un televisore- disse con nostalgia. -E poi? - la sollecitai a continuare –poi ci fu la rivolta. Non andò molto bene. Diciamo che abbiamo ottenuto solo delle giornate più monotone- rispose Kiara.

Improvvisamente sentimmo un bip metallico provenire dalla porta viola. La dottoressa che mi aveva dato il vestito mi porse una divisa come quella degli altri. Maglietta e pantaloni bianchi, più delle scarpe, anchesse bianche. Non feci in tempo a ringraziare che aprendo una scheda che teneva in mano iniziò a dire –Jane, Kiara ed Alice con me-.

Kiara si alzo dal suo letto. -Devo andare ma giuro che torno. Tu...socializza. - mi disse facendomi locchiolino. Poi si voltò e raggiunse la dottoressa insieme ad una ragazza con i capelli biondi ed a caschetto ed unaltra rasata.

-Perciò tu sei la ragazza nuova? - mi chiese una voce. Mi voltai verso una ragazza con i capelli bianchi raccolti in uno chignon. -Scusa se non ti ho parlato prima, ma eri sempre attaccata a Kie.- Mi disse riferendosi a Kiara. -Si, beh, non ho molti conoscenti qui dentro e lei mi stava spiegando come funzionavano le cose. - le risposi.

-Se vuoi ti presento le altre- disse e senza aspettare una risposta mi prese per il braccio e mi trascinò verso una ragazza alta con le lentiggini ed i capelli ramati. -Lei è Nora- Nora mi sorrise. -quella ragazza bassa con gli occhiali è Alexia, mentre la ragazza che ora è in bagno, con le treccine, si chiama Sasha. La ragazza rasata che è andata con Kiara si chiama Jane, mentre quella con il caschetto biondo è Alice. Oh, giusto, quasi dimenticavo, io sono Zoe-. Mi disse porgendomi la mano che io strinsi con un sorriso –Trix-.

-Ho notato che siamo solo ragazze, non solo qui dentro ma proprio in tutto il dormitorio- le dissi incuriosita. -Sei una brava osservatrice- si complimentò con me Zoe. -A quanto pare le nostre capacità sono collegate alla nostra genetica- vedendomi un po confusa disse –per farla breve se una ragazza ha la telecinesi un ragazzo non può averla. Noi siamo quelle in minor numero. Solo otto. Le ragazze con la capacità del fuoco sono 15, mentre quelli che possono leggere la mente sono 21- mi spiegò.

Venti minuti dopo le ragazze tornarono su dei lettini. Le poggiarono sui letti ancora incoscienti. Poi come se nulla fosse la dottoressa parlò - Nora, Sasha e Bellatrix con me-.

Feci un bel respiro. O la va o la spacca pensai. Ormai era diventato il mio motto. -Non ho fatto in tempo ad indossare la divisa- feci notare alla dottoressa. - Non importa- disse sorridente.

Seguimmo la dottoressa per i corridoi fino a raggiungere una porta bianca.

Lei passò il suo cartellino e ci fece entrare. C'erano tre lettini dentro una stanza con vari monitor, illuminata solo da una luce blu. Feci un bel respiro.

-Posizionatevi nellordine in cui vi ho chiamate- disse la dottoressa. Mi posizionai nel lettino vicino a Sasha che mi fece un sorriso rassicurante. Loro ci erano già passate minimo un miliardo di volte. Non dovevo avere paura. Ma quando la dottoressa si avvicinò a me con una siringa mi sentii mancare. In quel momento avevo cinque anni ed ero costretta a quel trattamento contro la mia volontà. -No- sussurrai –sta tranquilla sarà rapido ed indolore- mi rispose la dottoressa avvicinandosi –NO!- urlai fuori di me. Sentii quellenergia pomparmi nelle vene. Non potevo permetterlo. Cercai di reprimerla, ma la dottoressa si stava avvicinando.

Le strappai la siringa di mano. La dottoressa sembrò sconvolta per un secondo poi si riprese. -Ho bisogno di un po di aiuto con la nuova paziente- dichiarò tranquilla. -No, aspetti, non chiami quegli uomini. Aiutatemi- dissi rivolgendomi alle ragazze, ma loro non mi prestavano attenzione.

Era proprio come pensavo. Avrebbero potuto aprirmi a metà proprio lì, davanti a loro, per la mia disobbedienza e loro non mi avrebbero prestato nemmeno uno sguardo. Non avrebbero fatto nulla.

-Dottoressa- la implorai –mi guardi in faccia, lo vede questo livido? Sono stati loro a farmelo. E sono sicura che lei abbia visto anche tutti gli altri segni sul mio corpo. Lo so che li ha visti. Non lasci che mi facciano del male la prego- la supplicai con tutte le mie forze.

Niente.

Sentii un bip metallico. E poi vidi la porta aprirsi. In prima fila, davanti a tutti i soldati, lo vidi. Il soldato che avevo accecato. Mi sorrise maleficamente. Fu allora che capii.

Mi aveva riconosciuta. Mi aveva riconosciuta subito ma aspettava il momento giusto per attaccarmi.

Quello era il momento giusto.

Sentii quell'energia dentro di me. Urlai con tutte le forze tappandomi le orecchie e chiudendo gli occhi. Un monitor colpì i soldati. Ma il panico non mi aveva fatta concentrare e non li avevo centrati a pieno. Quell'energia dentro di me si era dissolta.

In un attimo mi furono addosso tenendomi per le gambe e per le braccia. La dottoressa si avvicinò con quella siringa. Mi ricordai di quando mia madre utilizzava quella siringa iniettandosela in vena. Mio padre che mi portava lontano. Poi le gridava di smetterla. Che doveva rimettersi in sesto come aveva fatto lui. Per me. Ed io mi tappavo le orecchie piangendo.

Sentii l'ago penetrarmi la pelle. Urlai con tutte le mie forze. Subito dopo mi indebolii. Sentivo che le forze mi stavano abbandonando. Lanciai un ultimo sguardo oltre un soldato. Sasha mi stava guardando con gli occhi lucidi, mentre Nora mi mimò un mi dispiace con le labbra, mentre la dottoressa si avvicinava a lei.

Poi tutto si fece buio.







Nota d'autrice:

Questo capitolo è stato un po' complesso da scrivere. Però serviva per far capire come tutti sono troppo spaventati dalle guardie per agire.

Vorrei poter dire che il prossimo capitolo sarà più allegro. Ma non posso.

Prometto che mi farò perdonare. Prima o poi. Più poi che prima però.

Detto questo non ho altro da aggiungere.

Grazie per leggere The Prisoner-The escape.

Have a nice life 🪞❤.

elvis_lovergood._

The prisoner ▪︎ The EscapeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora