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Spinsi piano la porta, cercando di non fare rumore. Mi guardai intorno. I corridoi al buio avevano un aspetto spaventoso. Ma in un certo senso bellissimo.

-Cavolo- sussurrò una voce alle mie spalle. Mi voltai di colpo con il cuore a mille. Cosmo se ne stava con le spalle al muro ed un sorrisetto sulle labbra. -Ti sei fatta bella per me- aggiunse malizioso.

-Tu voi farmi morire d'infarto- gli andai contro, ignorando la sua provocazione. Lui sgusciò lontano dal muro. Mossa intelligente considerando che se fosse rimasto lì lo avrei strozzato.

-Forza, andiamo- mi disse porgendomi la mano. -Ma dove?- gli chiesi insistente. Lui si portò un dito sulle labbra –shhhh...è una sorpresa.- mi disse divertito come non mai. -Ora ti ammazzo sul serio. Perché nessuno mi dice niente?- dissi al limite della mia pazienza. Ho già accennato che la mia pazienza è quasi inesistente?

-Se tu fossi stata zitta e non avessi rotto le scatole come stai facendo ormai da un minuto, saremmo già al luogo della sorpresa- disse Cosmo. Non feci in tempo a controbattere che mi afferrò il polso e mi trascinò con lui.

Svoltammo per vari corridoi. Non capirò mai come fanno a sapere la strada senza perdersi. Appena finita questa considerazione svoltando l'angolo ci trovammo in un vicolo cieco. Cosmo iniziò a tastare il muro.

-Oh, ottimo lavoro Conrad, ora ci siamo persi grazie a te. Tu te la scamperai perché ti basterà dire che sei stato influenzato dalla ragazza nuova che ha già provocato danni, ed io finirò al patibolo dove tutti mi guarderete sorridenti, senza fare nulla mentre io vengo fatta a pezzi da Fuffy...anzi no ho capito, conoscendoti, e non ti conosco molto, sei il tipo che mi potrebbe uccidere qui e poi mandare un selfie ai suoi amici con una battuta scadente. Che poi lo sai che cosa è un selfie? Perché non mi stupirei se...-

Cosmo si volto di scatto e mi si avvicinò premendomi la mano sulla bocca. -Ma ce la fai a stare zitta per 1 minuto? 1 MINUTO. Non chiedo tanto. Solo un minuto. Ce la fai?- annuii alzando gli occhi al cielo.

-Ottimo...che poi chi diavolo è Fuffy- mi chiese aggrottando le sopracciglia. - Il cane di Polifemo- sembrava ancora più confuso. -Lascia stare...lunga storia. Sto zitta.-

Lui ridacchiò a bassa voce e tornò ad occuparsi del muro. Chiuse gli occhi e poggiò le mani sulla parete. Solo a quel punto notai una placca rettangolare di metallo. Una brezza fredda mi colpì. Chiusi gli occhi.

Sentii uno scatto metallico. Quando riaprii gli occhi Cosmo era scomparso. Al posto del muro, però, si trovava un varco. O la va o la spacca mi ripetei per l'ennesima volta.

Attraversai il varco e salii delle scale a chiocciola. Alla fine delle scale vidi un'apertura. Quando la raggiunsi e guardai fuori non potei credere ai miei occhi.

Il cielo era chiaro e limpido sopra la mia testa, le stelle luminose come non mai. -Questo è...- non trovavo le parole per descrivere una tale bellezza. Sentii le lacrime bagnarmi le guance e non feci nulla per fermarle.

-È bellissimo- sussurrai singhiozzando. Non avevo mai visto uno spettacolo come questo. -Già- disse una voce conosciuta. Spostai lo sguardo su Cosmo che se ne stava semisdraiato sul tetto. -Lo è- disse guardandomi e porgendomi la mano.

Non appena mi fui seduta accanto a lui, mi chiese -è valso la pena di aspettare un minuto in silenzio?- -decisamente-.

Poi scoppiai a piangere. Non riuscivo a smettere. -Stai bene?- mi chiese Cosmo. -Si è solo che...mi ricorda tanto il mio papà. Gli sarebbe piaciuto. Lui amava le stelle...a volte la sera mi portava sul tetto di casa e...mi raccontava delle storie...solitamente miti...- dissi tra un singhiozzo e l'altro.

The prisoner ▪︎ The EscapeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora