Terminai di mangiare il mio spuntino.
Farlo fu più difficile di quanto potessi credere.
Il momento prima avevo fame, mentre l'atro il mio stomaco mi si stringeva in una morsa letale.
L'uomo al mio fianco, nonostante rimase in totale silenzio, mi creava una certa paura mista alla curiosità di capirci di più.Per quanto mi sforzassi, nessuna immagine o un frammento di qualche ricordo passato mi si presentava davanti.
Roia mi tolse il piatto vuoto dalle mani e, con un gesto seccato, lo posò sul comodino.
Probabilmente aveva atteso tanto per arrivare a quel momento.
Lo capii dal modo di porsi nei miei confronti.
Io mi sentivo indifesa.
Perché mi avrebbe potuto fare di tutto e io, sola com'ero, non avrei avuto la forza di difendermi.Tuttavia, mi bloccò le mani ai lati della testa e con voracità si scagliò sul mio corpo.
Le mie labbra sapevano di marmellata ai mirtilli, la stessa che avevo mangiato poco prima.Rimasi immobile.
Non capivo cosa significava quel gesto e il perché la bocca di lui si fosse posata contro la mia.
D'un tratto, una sensazione a me sconosciuta mi invase l'intero corpo.
Perciò scoppiai a piangere, ignara ai comportamenti strani dell'uomo.Sussultai non appena la grande mano di Roia si adagiò in mezzo alle mie gambe.
Quel folle mi sfregava le dita sulle mutandine e non ne voleva sapere di togliersi.«Rilassati», mi sussurrò sulle labbra schiuse.
Vibrai.
Improvvisamente non fui in grado neanche di riprendere fiato dato che la mia bocca era completamente tappata.
Roia notò subito il mio cambiamento.
Probabilmente perché mi conosceva davvero, a differenza mia.Si allontanò dal mio viso, restando comunque sul mio corpo tremolante.
Mi mantenne ferma e con smania mi fissò dritta negli occhi lacrimanti.Forse la Sarah di prima era diversa.
Magari non gli piacevo più.
Oppure mi vedeva come un peso enorme.
Colta da una tremenda curiosità, domandai:
«Perché mi hai toccata qui?» con l'indice mi indicai l'intimità e subito dopo nascosi la mano sotto la coscia.Il suo sguardo era indecifrabile.
Perché non mi spiegava le cose, affinché capissi?
Al contrario, mi sfilò via la maglietta che mi copriva anche le cosce.
Le medicine che avevo assunto mi mantenevano Tranquilla, non mi davano modo di ingrandire il malessere interiore che mi portavo dietro.D'istinto, mi guardai i seni nudi e, prontamente, li coprii con le mani.
La mia mente mi suggeriva di provare vergogna, ma ovviamente non capivo esattamente il motivo.Ad ogni minima cosa che accadeva tra di noi, c'era sempre una parte di vuoto che si dissolveva senza una ragione ben precisa.
Dopo poco, le mani dell'uomo mi scivolarono lungo i fianchi, fermandosi alle mutandine che tirò via fino ai piedi.
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The Heir
ChickLitDark Romance. Colui che ha seguito le orme del padre senza battere ciglio. Cresciuto con regole ben imposte, il suo futuro era già scritto fin dalla nascita. Alejandro Smith, trasferitosi all'età di dieci anni in Messico e divenuto capo del cartell...