1.
L'Olimpico e la sua magia
Lisa
«Non se ne parla Martina.»
La mia amica decide d'ignorare le mie proteste come al solito, mentre la sento correre su quello che credo sia un tapis roulant attraverso il cellulare in vivavoce.
Sto guidando imbottigliata nel traffico tra le strade di Roma di un sabato pomeriggio. Ed è fine estate.
Tradotto? Mi trovo all'inferno.
E il rumore cigolante dell'attrezzo in movimento dall'altro capo della telefonata mi sta mandando fuori di testa.
«Dai Lisa solo tu puoi darmi una mano per questa cosa. Non riesco a tornare a Roma entro domani mattina e la partita inizia alle 12:30.»
Adesso giuro che prendo il primo treno per Milano, vado a strozzarla e ritorno.
Martina è la persona meno organizzata che io conosca e sono cresciuta con due fratelli più grandi di me. Di disordine fisico e mentale me ne intendo. Eppure lei supera anche loro. Di molto.
Siamo amiche fin dal liceo e anche all'epoca ero io ad organizzarle la vita o a guardarle le spalle quando non riusciva a mantenere qualche impegno.
Anni dopo la situazione non è cambiata. Al massimo è peggiorata di tanto.
«Prendi un treno stasera. Torna con un autobus notturno. Affitta un'auto. Chiedi un passaggio. Ci sono tanti modi per essere qui domattina, ma posso assicurarti che nessuno di questi funzionerà con te che corri per chilometri immaginari su uno stupido tappeto!»
I clacson si mischiano tra loro ed io credo di essere a tanto così dall'urlare fuori dal finestrino a chiunque mi si accosti di fianco.
Martina Morello è una giornalista sportiva e scrive per le testate italiane più importanti che trattano anche in parte di sport, specie di calcio. A essere sincera è una delle giornaliste più richieste quando si tratta di avvenimenti importanti come Derby, finali o semifinali di campionato ed eventi dove sono presenti i volti più noti dello sport italiano.
Il motivo della sua chiamata lunga oramai due ore è il derby Roma - Lazio che si terrà tra meno di ventiquattr'ore e a cui lei avrebbe dovuto presenziare per La Nazionale, il giornale principale per cui lavora.
«Te l'ho ripetuto più o meno trenta volte. Non posso proprio. Ho un appuntamento di lavoro alla stessa ora di cui non ricordavo minimamente l'esistenza.»
Giusto. Perché tra i mille blog e giornali lei lavora anche per alcuni articoli internazionali indipendenti.
L'ideale per chi non ama particolarmente l'ordine, insomma.
«Non posso presentarmi all'Olimpico, guardare una partita come il Derby dei Derby e scriverci un articolo a nome tuo.»
Io invece sono una giornalista culturale e critica d'arte.
Il mio lavoro e quello di Martina sono agli antipodi, è vero, ma io e lei tra le altre cose condividiamo l'amore incondizionato per il pallone tanto che in adolescenza passavamo quasi tutti i fine settimana allo stadio per vedere la squadra della capitale. Questo, unito ai vari favori che le ho fatto durante gli anni, l'hanno spinta diverse volte a chiedermi di presenziare al suo posto per alcune partite. Ma sono sempre state partite con un peso minimo. Non è mai successo per un Derby.
E non è mai successo per la Roma di cui non perde mai nemmeno uno spostamento.
«Come se fosse la prima volta che questo capiti.»
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The Journalist of Love - E se il calcio e l'arte parlassero la stessa lingua?
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