3. Notte Stellata

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AGGIORNAMENTO DEL 25 OTTOBRE.
Wattpad ha cancellato alcune frasi di questo capitolo quindi dovrei averlo ricaricato completo. Tenetevi pronti perché tra oggi e domani vi arriva il capitolo nuovo! 😏

3.

Notte Stellata

Lisa

Roma la mattina presto è uno spettacolo unico.

Mentre una parte dei suoi abitanti sta ancora dormendo di un sonno profondo e beato, l'altra si gode l'istante prima del traffico e del chiasso.

Quella in cui mi trovo è una strana bolla di tranquillità che si nasconde poi per il resto della giornata.

Sono le 7, io e Martina siamo sedute al solito tavolino, del nostro abituale locale, in una Piazza del Popolo ancora perlopiù deserta. È tradizione almeno una volta a settimana ritrovarci assieme, per un momento solo nostro, anche se per conciliare i nostri impegni dobbiamo sacrificare qualche ora sul cuscino.

Va avanti da anni, eppure è forse l'unica abitudine che non abbiamo mai abbandonato. Nemmeno all'estero, perché anche l'anno e mezzo a New York l'abbiamo passato assieme.

«Si può sapere cosa ti è passato per la mente partecipando a quell'intervista?»

Oggi però ho davanti a me un'amica furiosa e poco aperta al dialogo. Non che mi aspettassi diversamente, sia chiaro.

E forse ne ha tutte le ragioni del mondo.

Ma tra l'ammetterlo a me stessa e il dirlo a lei, passerebbe l'intero mare.

«Non mi è passato niente per la mente Marti. Semplicemente mi sembrava un'idea allettante visto com'è andata la partita.»

Sollevo le spalle e mi lascio ricadere sulla sedia di metallo su cui sono seduta.

Lei mi guarda male. Malissimo anzi. Quasi mi fulmina con il suo sguardo di un verde profondo e acceso. Metterebbe in soggezione chiunque.

Va bene che ha ragione ma adesso sta esagerando.

«Puoi dirmi chi te l'ha detto, poi? Non mi sembra d'aver visto uno dei tuoi colleghi di mia conoscenza nel post partita. Altre volte abbiamo aggiunto la parte dell'intervista senza che nessuna delle due fosse davvero presente.»

Stavolta Martina sospira e afferra la tazzina stracolma di caffè ancora fumante, prendendone un piccolo sorso, mentre io addento un boccone del mio cornetto. Poi decide di parlare.

«Marco Valentini.»

All'inizio non capisco se ha deciso di prendersi gioco di me o se sta dicendo la verità, ma il suo viso, dopo un'attenta indagine capisco essere una maschera di pura sincerità e allora sbianco.

Spalanco gli occhi e quasi mi strozzo con il boccone ancora tra i denti.

Com'è possibile?

E soprattutto com'è possibile che non mi stia prendendo in giro?

Non c'è altra spiegazione. Non può esserci.

«C-come scusa?»

«Hai capito bene, Lisetta. Si è presentato in ufficio e ha chiesto di una certa Martina Morello. E quando ha fatto irruzione dalla mia porta, quasi sbranando la mia segretaria Nancy nel tragitto, si è reso conto che non ero io la Martina Morello con cui ha litigato all'intervista.»

Vorrei sprofondare. Qui e ora. È vero che la nostra discussione è stata esagerata ed evitabile ma non pensavo che Valentini potesse fare una mossa come questa. Una mossa così stupida.

The Journalist of Love - E se il calcio e l'arte parlassero la stessa lingua?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora