2. Segreti e Bugie

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2.

Segreti e Bugie

Marco

"Questo derby colora l'Olimpico di biancoceleste. Quando al secondo tempo questi hanno la splendida occasione della superiorità numerica non possono che coglierla e trasformarla in magia. Ma il vero protagonista di questi novanta minuti è stato il nervosismo ben visibile e palpabile dal primo fischio.

I primi quarantacinque minuti terminano con un pareggio. Alcune le occasioni che hanno coinvolto Valentini e Mariani, ma nulla di fatto. Differenti invece i diversi scontri di gioco al limite del regolamento che hanno costretto l'arbitro Goria a mettere immediatamente mano ai cartellini. Questi sono diventati più pesanti quando al minuto 60' il capitano della Roma è stato espulso con rosso diretto dopo un'aggressione ben poco sportiva nei confronti del nemico di sempre, il cugino.

Da qui tutto in discesa per il Lazio che si è ritrovato a segnare due gol a distanza di poco l'uno dall'altro. La magnifica giocata di Mariani al 68' manda in fibrillazione la curva, poi la sua doppietta al recupero chiude definitivamente il match cementandolo nella storia.

La lupa non può far altro che capitolare al cospetto di una grande squadra che ha saputo mantenere alta la concentrazione nonostante la cattiva aria che si respirava intorno all'intera partita.

Ottima anche la prestazione di Paghesi. Il numero 15 della Lazio fornisce per entrambe le volte l'assist vincente per portare alla vittoria la squadra.
Deludente invece i minuti giocati da Mancini e Mantovani della Roma che seguono la ruota decrescente di Valentini, lasciandosi trascinare da due gialli che pesano inesorabilmente sull'umore della squadra e dei tifosi che restano a bocca asciutta.

La ciliegina sulla torta la dona comunque il numero 7 romanista, che anche nell'intervista post partita regala ai giornalisti una performance a dir poco unica.
Il suo cattivo approccio alla stampa e il suo malumore nei confronti di chi scrive di lui sottolineano quanto poco s'interessi del parere di chi osserva da fuori la sua situazione.
Lamenta tanto il fatto che di lui oramai si parla solo grazie ai suoi scatti d'ira, ma ha davvero altro da dirci che non sia condito con urla e pugni?

Martina Morrello, La Nazionale."


Ho letto e riletto questo articolo per ben cinque volte.

Cinque dannatissime volte in cui avrei voluto solo prendere a pugni il muro dello spogliatoio o lanciare il cellulare direttamente sul campo di calcio.

Queste ultime settimane non stanno andando nel modo che mi aspettavo, anzi mi stanno proprio uccidendo. Mi sento schiacciato, oppresso e questi articoli non fanno altro che ricordarmi in continuazione tutto quello che non è al suo posto.

So com'è andata la partita.

So come ho rovinato tutto.

Ecco perché questa giornalista da quattro soldi che ieri si è voluta innalzare al di sopra di qualsiasi conoscenza calcistica mi ha dato così tanto fastidio. Ecco perché continua a darmene con le sue quattro righe messe assieme che non riesco a smettere di leggere.

Anche io vedo quanto orribile sia la situazione, non mi servono altri occhi e non mi serve nemmeno che la verità venga avvilita così.

Ieri avrei voluto urlarle questo in faccia mentre il suo sguardo altezzoso e indagatore mi giudicava dell'alto del suo piedistallo.

Cosa ne sa lei della vita che faccio?

Di quella che ho fatto?

Dei sacrifici che ho dovuto fare, di quelli fatti dai miei genitori. Di tutto quello a cui abbiamo dovuto dire addio pur di crescere in mezzo a questo mondo.

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