Capitolo 7- 3° parte

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Percepisco il gelo del metallo affilato, ma anche qualcos'altro. Delle braccia muscolose mi avvolgono la vita, e mi trascinano all'indietro un istante prima che la lama penetri più in profondità. Ruoto il collo quel tanto che mi basta per incrociare gli occhi del mio salvatore, e socchiudo la bocca notando che è stata l'altra guardia della principessa a strapparmi dalla morte. Ma è troppo presto per esultare di essere ancora viva.

Sandara mantiene l'arma sollevata e mi rivolge uno sguardo così tanto affilato che i pugnali in confronto sono dei pezzi di burro. La sua voce non è da meno. Il timbro è acuto, e al tempo stesso spietato da darmi l'impressione di udire il mormorio di una battaglia feroce.

«Se non fosse per Chul, a quest'ora sareste nient'altro che un corpo inerte ai miei piedi. Respirate ancora, ma sarà per poco. Sapete come l'imperatore punisce chiunque spezzi a metà il simbolo nel regno di Nimurota?»

Certo che lo so, penso fra di me. Rimango però con le labbra sigillate incapace di pronunciarlo.

«La morte» grida la risposta il popolo dei draghi.

«Scansati, Chul» la voce le trema poi ritorna forte come una tempesta. «La sgozzerò come un agnellino. È questo il volere dell'imperatore».

Se solo non fossi in svantaggio, e se queste maledette fitte mi concedessero una tregua le farei capire chi fra noi due si dovrebbe preoccupare per la propria incolumità. Con mani tremanti riesco a raggiungere la cintura del vestito, e non appena percepisco di aver afferrato uno stiletto lo stringo con forza. Sono pronta a reagire, l'unica incognita è scoprire che intenzioni abbia la creatura che è alle mie spalle. La guardia della principessa non solo prosegue a sorreggermi, ma mi preme un fazzoletto di seta sulla ferita.

«Sandara, abbassa l'ascia» rimbomba vicino al mio orecchio una voce decisa. «L'imperatore si adirerebbe con te per aver preso la vita di un'innocente. Non è stata questa guerriera a compiere il crimine» pronuncia fissandomi negli occhi. «Le piume sono state recise da un mancino».

«Mancino» bisbiglio sottovoce mentre penso alle persone che conosco, che usano la mano sinistra per impugnare la spada.

Oltre al mio caro amico, e a una manciata di soldati... il cuore mi batte frenetico e mi volto di scatto verso Michelangelo. Ripenso alle piume spezzate che sono state aggiunte ai petali dei tulipani, e all'insolita calma che hanno dimostrato i generali durante la danza. Serro di scatto la mascella percependo la rabbia ribollirmi nelle vene. Vogliono incastrare il mio amato. Vogliono incolparlo per ciò che è accaduto al solo scopo di avere un pretesto per dichiarare la guerra.

«Lasciatemi andare» sbotto svicolandomi dalla presa.

Nessuna reazione. Come una statua di marmo, la guardia di Nari prosegue a tenermi il fazzoletto contro la gola e non allenta nemmeno un istante la presa. Se non vuole capire con le buone, allora lo capirà con le cattive. Gli punto lo stiletto sul fianco e sforzo con la punta dell'arma una maglia dell'armatura. Premo con tutta la forza che mi resta, e il metallo cede facendomi raggiungere la tunica sottostante. Se questa è la qualità del loro equipaggiamento, non avranno mai speranze contro di noi. Spingo la lama ancora più in profondità fino a quando le nostre iridi non si incrociano di nuovo.

«Questo è l'ultimo avvertimento che vi do» sbotto dandogli dei calci agli stinchi, ma non ottengo l'esito sperato. Ora mi tiene più stretta a sé.

«Il vero colpevole è un altro» interviene all'improvviso una voce maschile fra la folla. 

Dopo aver parlato, Kwan estrae la katana dal fodero. Chiunque sia stato il fabbro a realizzarla, dev'essere stata un'impresa. Non è da tutti maneggiare un'arma così pesante. Sbatto le ciglia e non perdo di vista un solo movimento del generale. Lo osservo guardinga mentre direziona l'arma affilata verso di me per poi puntarla verso Ettore.

«No!» esclamo scalciando, urlando e graffiando con le unghie le mani del guerriero che mi sta ostacolando di raggiungere il mio caro amico.

Il respiro di Chul si scaglia contro la mia fronte sudata, passa sopra ai miei capelli in parte bagnati dalla tintura fino a sfiorarmi il collo. «Non mi lasciate altra scelta» mi riferisce inclinando la testa verso il basso. Le sue iridi vibrano per una frazione di secondo, poi ritornano cineree con sfumature d'azzurro cupo. In simultanea corruga la fronte incupendosi.

È questo il potere della magia? mi chiedo mentre la maggior parte dei miei muscoli si paralizza in un istante. Le braccia mi cadono inerti sul fianco e lo stiletto mi sfugge dalle dita tintinnando sul pavimento ligneo. Sono inerme, ma posso fare ancora qualcosa. Riesco ancora a muovere le mani. Poso lo sguardo verso Michelangelo cercando con una sequenza di occhiolini di comunicargli che sono ancora in grado di combattere nonostante l'incantesimo. Gli spiego cosa ho in mente di fare, e il numero di secondi che mi occorrono per portare a termine il piano.

«Dammi il permesso di usarlo» gli riferisco con il labiale mentre poso il dorso della mano sulla tasca destra.

«No, Lisa» controbatte strizzando gli occhi decine di volte. «Non farlo» mi fa un cenno verso gli altri tre generali che stanno parlando con il sovrano.

La speranza soffia in me, quando Kwan abbassa l'arma e partecipa alla discussione. Il re annuisce e stringe l'avambraccio di Bong prima di mettersi di fronte al gazebo.

«Poiché si tratta di un crimine nei confronti del regno Nimurota, la decisione spetta soltanto a loro» sentenzia il sovrano.

Sbatto frenetica le ciglia, e delle lacrime mi scivolano sulla guancia. Non sono le parole che mi aspettavo di udire. Il mondo mi crolla addosso mentre Kwan e Bong posano gli stivali sul pavimento del gazebo. Passano di fronte a me per poi fermarsi di fronte a Ettore. Se solo Chul non mi avesse compromesso i movimenti con la magia, se solo non fossi un umana così debole... Mi fermo di colpo a respirare notando la katana del libertino avvicinarsi al mio amico. Incrocio le iridi di Michelangelo formulando una richiesta d'aiuto attraverso gli occhiolini, ma quando abbassa lo sguardo verso il basso comprendo che nemmeno lui può fare nulla.

«È innocente» pronuncio disperata nella speranza che qualcuno intervenga. Nessuno da credito alle mie parole, tranne Chul.

«Lo sappiamo» è tutto ciò che mi bisbiglia all'orecchio prima di serrare di nuovo le labbra.

«Allora perché volete uccidere il mio amico?»

Nessuna risposta. Parlare con questa creatura è tempo perso. La katana del generale Kwan brilla sotto i raggi del Sole che ne illuminano l'elsa a forma di drago. Perché Ettore rimane immobile? Che anche lui sia vittima di un incantesimo? Non riesco a compiere il respiro successivo. 

Con una mossa fulminea, il guerriero affonda la lama sul fianco di Ettore e la tenda dietro di lui si tinge di scarlatto. La macchia si espande sul tessuto candido mentre grido con tutto il fiato che ho in gola.

Lo so, lo so il finale è un po' drammatico, però questa volta non vi faccio aspettare un mese per sapere come va a finire

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Lo so, lo so il finale è un po' drammatico, però questa volta non vi faccio aspettare un mese per sapere come va a finire. Ci vediamo la prossima settimana, con la prima parte del capitolo 8 ^-^

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