Capitolo 10 - 1° parte

55 13 9
                                    

Tre mesi prima, regno di Lousele.

«La chiave, Lisy» Ettore protrae verso di me una mano non appena siamo di fronte alla casa di cui conosco il numero esatto delle fessure che sono presenti sugli scuretti.

Non ho intenzione di consegnartele lo avviso attraverso il linguaggio dei segni. Gli faccio intendere con un'occhiataccia e un sfioramento dell'orecchio sinistro che lo sfido a duello per aver avuto l'assurda idea di portare un nemico presso la mia abitazione. Combattimento all'ultimo sangue specifico un attimo dopo scorrendo un dito sulla mia gola. Impallidisce all'istante, e non è per merito dell'insistenza con cui mi chiede scusa toccandosi dozzine di volte la punta del naso che decido di perdonarlo. Le fitte sono al limite della sopportazione, e ho così tante volte morso il labbro inferiore che mi resterà senz'altro un segno indelebile. Meglio avere una cicatrice sulle labbra piuttosto che far apprendere ai draghetti le mie reali condizioni di salute.

Mentre respiro con affanno e con riluttanza affondo una mano nella tasca sinistra, improvviso un piano per tramortire i draghetti. In ordine cronologico scaglio un pugnale ricoperto di polvere soporifera contro gli stivali di Kwan che però con scatto veloce riesce a evitarlo. In seguito, provo a estrarre la fionda ma mi scivola dalle dita vanificando il successivo tentativo di far perdere i sensi a entrambi. Quando cerco di afferrare la custodia degli aghi intrisi di sedativo non sono solo le biglie di metallo che mi fuoriescono dal vestito. Ciò che tintinna al suolo è la mia chiave che viene afferrata con uno scatto deciso dal libertino. La creatura muscolosa la fa oscillare con puro divertimento di fronte ai miei occhi, come se si trattasse di un trofeo, prima di porgerla a Ettore. Un altro nome si è appena aggiunto alla lista di obbiettivi che intendo eliminare prima di morire. Questione di qualche settimana, e l'imperatore dovrà trovare un sostituito che prenda il posto di Kwan.

La porta della mia dimora si spalanca di fronte a me, e mentre Daeshim segue Ettore attraversando il corridoio che conduce alla mia camera, la voce del dongiovanni rimbomba potente sulle pareti che ritenevo fino a qualche secondo fa irraggiungibili dai miei nemici.

«Sono sorpreso. Non pensavo che la tana della guardia personale del principe fosse così modesta, buia e spoglia di arredamento. Le paghe del regno di Lousele sono dunque misere?» ipotizza ironico.

Vorrei controbattere, ma la nausea mi coglie impreparata. Il medico generale, nel frattempo, mi posa piano sul letto. Gli sussurro sottovoce un breve ringraziamento. Di pari passo stringo con forza un lembo delle coperte sperando che Ettore congedi i generali il più in fretta possibile. Sono arrivata al limite della sopportazione, e fra poco urlerò.

«Vi ringrazio Daeshim per avermi aiutato a portarla fin qui. Mi occuperò io di lei, dopotutto è solo un'insolazione» il mio amico lo liquida con una spiegazione poco probabile da credere. Tuttavia la pronuncia con tale naturalezza da farla sembrare autentica. Considerando l'intelligenza di questi animali parlanti, che non sanno nemmeno distinguere un'abitazione da una tana, dubito che faticheranno a reputarla vera.

«Un'insolazione?» esordisce Kwan scandagliando ogni centimetro della mia stanza come se sulle pareti di pietra ci fossero appesi dei piani militari da memorizzare. «Oh andiamo!» esclama ridacchiando volgendo un'occhiata fulminea ai candelabri appoggiati sui mobili. «Credevate che fossimo così babbei da non averlo intuito?» afferma con tono grave. «È da stamattina che la vostra amica ha delle fitte al torace. E non sono dovute alla stanchezza della notte passata insonne, né causate dalla spossatezza per aver eseguito una danza frenetica. È affetta da una malattia che si protrae da anni».

«Non so a cosa vi state riferendo» lo interrompo sforzandomi a parlare con tono sereno, anche se di tranquillità non mi è rimasta che una briciola. Come fa a sapere che ho trascorso una notte insonne, e peggio ancora come mai è al corrente del mio stato di salute?

Anime ruggentiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora