Capitolo 18 - 2° parte Pov Chul

23 5 26
                                    

«È per questo motivo che avete dichiarato guerra al mio regno? Posso comprendere che ci ritenete colpevoli di averli rapiti, e sono disgustata nell'aver appreso questa sera che ci siano delle mele marce all'interno dell'esercito. Ma giuro sul mio onore che quegli uomini» mi indica il mantello nero «non fanno parte della milizia di Lousele. Sono loro i veri colpevoli! Informerò il re e vi prometto che farò luce su questo fatto increscioso. Se davvero siete la guardia personale dell'imperatore mettetelo al corrente di quanto vi ho appena riferito.»

«Apprezzo il vostro sforzo di mediare fra i nostri popoli, e ammiro la vostra sincerità. Purtroppo la guerra è inevitabile, Korain non ritratterà la sua decisione» scuoto la testa sospirando. Non ritratterò mai la decisione. La famiglia reale di Lousele deve pagare per i crimini che ha commesso.

«Conoscere la verità vi metterebbe in serio pericolo. Vi supplico» le bacio il dorso della mano «di seguire il consiglio di Ettore. Per nessuna ragione dovrete nominare la parola puledrini di fronte a nessuno. Non indagate sui rapimenti» la stringo forte a me impedendole di cadere. «Sappiate però che un giorno vi darò tutte le risposte che desiderate sentire».

«Nominare la parola puledrini» lo bisbiglia sottovoce. «Voi... voi avete ascoltato la conversazione fra me ed Ettore?»

«Dove sei?» una voce familiare echeggia all'esterno della grotta. Maledizione!

Smetto di abbracciare Lisandra e le do un colpetto sul collo. «Non vi perderò di vista un solo secondo, Narasia» le sussurro all'orecchio prendendola in braccio. La distendo con delicatezza in un angolo della grotta e spengo il fuoco con un incantesimo. Confido nel buio per renderla invisibile agli occhi di mia cugina.

La pioggia attutisce l'eco dei miei respiri, tuttavia l'acustica della grotta diffonde il ticchettio dei miei stivali verso l'esterno. Le pareti umide della cavità e gli aracnidi che tessono ragnatele fra le stallatiti assistono al mio disperato tentativo di celare la presenza della guerriera. Cammino spedito e raccolgo più in fretta che posso i pezzi dell'armatura di Lisandra riponendoli a fianco a lei. Afferro la custodia rossa tempestata di gemme e inclino la schiena per prendere l'arma del nonno.

La ferita sulla spalla si riapre all'improvviso, assisto impotente al sangue che cade sulla lama. Maledizione! Scaglio sull'ingresso diversi incantesimi. Neppure la nebbia è riuscita a nascondere la luce che si sprigiona dal pugnale. Avverto all'improvviso dei passi rapidi risuonare alle mie spalle. Mi affretto a nascondere l'arma dietro la schiena e mi distanzio da Narasia. Non posso fare più di così per fingere di essere da solo. Nari è stata più veloce a entrare nella cavità e io troppo lento a uscirne.

«Stai bene?» nella sua mano compare una piccola fiammella. Mi sposto rapido di lato, però non abbastanza in fretta da impedirle di notare un oggetto brillare. Una fiammata blu le avvolge in un istante i capelli.

«Dov'è lei? Dimmelo!» afferra l'elmo e lo fonde con le mani. «L'hai uccisa, vero?» scaglia il pezzo di ferro sui resti del focolare. «Oppure no?» serra gli occhi a due piccole fessure.

Le poso entrambe le mani sulle spalle e l'abbraccio forte. Percepisco un forte odore di Moutai. È fuori controllo, ha bevuto più del solito. «Andiamo fuori da qui».

«È qui non è vero?» si guarda intorno, dalle mani emergono decine di sfere infuocate.

Le colpisco con getti d'acqua, una però sopravvive. Osservo impotente il globo espandersi. Diventa così ampio da brillare come una piccola stella. Ogni affranto della grotta si illumina, le ombre si estinguono del tutto.

Gli occhi di Nari restano fissi su Lisandra. «Se non hai il coraggio di ucciderla, lo farò io con immenso piacere» mi scansa con la mano ma non retrocedo di un solo passo.

Anime ruggentiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora