Ormai il fatto che io e Charles fossimo piuttosto vicini era sotto gli occhi di tutti, anche se ci limitavamo a pochissime effusioni in pubblico, nessun bacio era mai stato immortalato.
«No mamma, non stiamo insieme» sospirai al telefono, mentre preparavo la valigia per il Messico.
Era la verità, non stavamo insieme, eravamo in quella fase di conoscenza un po' strana.
Quella fase in cui ti baciavi tutto il giorno, ma se qualcuno chiedeva se stavate insieme, urlavate "No" contemporaneamente.Non sapevo quando si sarebbe sbloccata e non mi interessava nemmeno, avevo intenzione di vivermelo giorno per giorno.
«Ma vi siete baciati» affermò con un tono più alto del dovuto «Si, ci siamo baciati ma non stiamo insieme» la sentì borbottare qualcosa «Ascolta mamma, devo andare che domani ho l'aereo per il Messico, salutami tanto papà. Vi amo» mi salutò e chiusi velocemente la telefonata.
Amavo davvero i miei genitori, era grazie ad un prestito se mi ritrovavo a studiare a Monte-Carlo, avrebbero fatto di tutto per i miei studi e io avrei fatto di tutto per renderle fieri di me.
Chiusi la telefonata e guardai i messaggi nel gruppo dei ragazzi.
Carol: @Anastasia stavolta portati qualcosa di sexy😉
Anastasia: Ti prego, niente programmi«Potete non scriverle sul gruppo con noi queste cose?» mi voltai verso David, beatamente disteso sul mio letto mentre giocava a qualche gioco sul cellulare.
Risi «Che c'è ti vergogni?» mi guardò di sbieco «No, mi infastidisce» intanto continuai la preparazione della mia valigia da 10kg.
Finalmente avevo messo i pantaloni, ora mancavano solo le magliette della scuderia «Perché ti infastidisce? Abbiamo chiarito e dovreste farlo anche voi due» lo sentì muoversi sul letto.
«Mi infastidisce perché non mi convince» mi voltai verso di lui e mi appoggiai alla scrivania «Forse sei solo prevenuto, cosa dovrebbe esserci di strano» poi continuai nella sistemazione.
«Non lo so» mi piegai per sistemare le 4 magliette che avevo preso «E allora non ti fissare nelle cose» poco dopo mi lanciò qualcosa addosso.
Mi voltai e trovai un paio di mutande in pizzo rosse a terra «Hai aperto il mio cassetto?» le presi e le fissai, non ricordavo neanche di averle comprate.
Poco dopo mi lanciò il reggiseno abbinato «Smettila di lanciarmi le cose!» riprese il telefono senza scomporsi più di tanto «Mettilo in valigia e basta»
«Ho detto che non voglio fare programmi» lui continuò senza guardarmi «Non è un programma, è un evenienza»
«Non è un programma, è un evenienza» gli feci il verso, storpiando completamente il suo tono di voce e le misi in valigia.
Lo sentì ridere e poco dopo chiusi la valigia, prontissima per il Gran Premio e per tutto quello che avrebbe comportato.
~
«Dai, dormi qua e domani mattina parti con me» sbuffai, intenta a mettere del pesce spada al forno per il pranzo.
Precisamente, il forno di casa di Charles.
«Charles, assolutamente no, già ci sono abbastanza voci su di noi. Sembra sempre che tu non veda l'ora di farci fotografare da qualcuno» mi girai dando le spalle al forno e appoggiando le braccia sul piano, di fronte a me Charles.
Mi strinse i fianchi in maniera repentina «Non me ne frega niente delle foto che ci fanno, avresti dovuto capirlo già da un po'» mi diede un bacio, poi andò verso l'orecchio «Vuoi che ti preghi?»
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Ricordati di guardare la luna // Charles Leclerc
Fiksi PenggemarNella vita si cambia e spesso accade quando qualcosa non piace più o comincia a star stretto. Ed è proprio la sua città che ormai, ad Anastasia, sta stretta, per lei, lì, non ci sono opportunità. Soprattutto per chi vuole girare il mondo con la Fo...