Il primo incontro.

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Capitolo 4.

Si dice che non esista , sensazione più bella , di incontrare qualcuno che ti faccia mancare il respiro.
Quando le cose vanno bene , siamo felici e innamorati, crediamo che sia quello il momento .
Si sbagliano, è sempre dettato dall'amore , ma soffrire per amore , quello ti fa mancare l'aria .
Non vivi, esisti piuttosto.
Ogni pensiero volontariamente e involontariamente, va a quella persona.
Le notti diventano più lunghe, le giornate insopportabili.
Una sofferenza costante e opprimente , sei continuamente distratta dalle pene del tuo cuore.
Quello fà davvero mancare il respiro, avverti un peso allo stomaco, non senti nulla ne fame, ne sete, soltanto in immensa tristezza che ti accompagna e si alimenta delle paure.
Tutte le tue sicurezze iniziano a vacillare, la paura ti attanaglia l'anima , rischi di soffocare in tutta quella sofferenza.
Sei consapevole che il problema e la soluzione, sono quella persona.
Ti ritrovi in un oblio.
Ti senti annegare in un abisso di disperazione.
Può maledire il fato, piangere fino a non aver più lacrime, può andare via.
Ma non si può scappare da ciò che abbiamo dentro.
Soltanto quando soffri per una persona , comprendi davvero quanto grande l'amore è per essa.
Più ne sei innamorata, più soffri.
Meno lo ami , meno soffri.
Matematico. Eppure ogni forma di razionalità, va al diavolo.
Il cuore non segue una logica.
L'unica persona che può rifarti la felicità , è la stessa per cui stai male.
Inizia a scorrere diversamente il tempo.
Il tempo cura tutte le ferite.
Ma nel frattempo, quelle ferite ti lacerano il cuore , le ore sembrano giorni.
Ti chiedi , quando finirà questo dolore.
A questa domanda , si hanno un infinita di rispose.
Mai.
Presto.
Col tempo ti farà meno male.
Non puoi star male in eterno.
Ma nessuno ha una risposta esatta, almeno non io.
So per certo , che per quanto lo amo, potrei davvero soffrire in eterno.

Rilessi per l'ennesima volta la pagina del mio diario, che avevo scritto pensando a Kol.
Innamorarmi ,non era nei miei programmi , eppure era successo. Inaspettatamente, intensamente, follemente mi ero innamorata di quel ragazzo.
Avevamo un anno di differenza, eppure nonostante fosse più piccolo di me, mi rapì il cuore e l'anima.
L' avevo incontrato due anni fà sulla terra, quando sono tornata nella città natale di mia madre.
Kol aveva gli occhi di un colore particolare , ovvero ambrati e i capelli neri . Era il classico ragazzo della porta a fianco, il classico bravo ragazzo.
Era il tipo che passava inosservato alle feste, quello che rimaneva sempre in disparte , eppure in breve tempo divenne il centro di tutto per me.

- Rossa, ti è caduto questo.
Urló un ragazzo seduto sul portico di casa,
Istintivamente non mi voltai. Era palese che parlasse con me, la strada era stranamente deserta. Era quasi mezza notte dal tronde.

- Non vorrei leggerlo , ma questo mi sembra un diario.
Sono ritornata ogni anno , aspettavo che arrivasse il momento, volevo rivederli, mi mancavano così tanto . Come potevano mancarmi se non li ho mai davvero conosciuti?...

Strappai il diario dalle mani di quel ragazzo inopportuno, privo di tatto .

- Non hai il permesso di invadere la mia privacy.
Urlai, ma presto rimasi in silenzio.
Delle calde labbra erano incollate alle mie, in primo momento, ricambia il bacio , maledicendomi.
Poi lo spinsi via , con troppo violenza. Il ragazzo cadde a terra , fissandomi coi suoi occhi ambrati sbalordito.

- Sei forte , rossa.
Disse balbettando, aveva perso tutta la sua stupida sicurezza.

- Chiamami di nuovo "rossa" e saranno le tue ultime parole.
Lo minacciai, fulminandolo con lo sguardo.

Si rialzò in silenzio, avvicinandosi con cautela, come se fossi un animale feroce e lo ero.

- Kolin, ma per gli amici Kol.
Disse, sorridendomi.

- Elisabeth. Elisabeth Walker.
Mi agitava , quando posava il suo sguardo su me.
Non mi era capitato mai prima d'ora.
Ero una guarriera, perché allora mi sentivo così?!
Mio nonno , mi aveva insegnato che le emozioni ci rendevano deboli, dava la colpa al mio lato umano, incolpava suo figlio di essersi innamorato di un umana, mia nonna puntualizzava non fosse una mortale , ma una cacciatrice. Ovviamente per il Dio degli inferi, erano dettagli.

- Domani alla stessa ora?
Chiese , con un velo di speranza e agitazione .

- Cos' è un appuntamento?
Risposi a mia volta, sarcastica.

- Solo se tu lo vuoi. Altrimenti sarà soltanto una diciamo coincidenza. In fondo può capitare di trovarsi , allo stesso posto , alla stessa ora e incontrare le stesse persone.

- Non credo nelle coincidenze.
Affermai, ferma.

- Significa che ti farò ricredere.
Dichiaro , sicuro di sè.

IL RITORNO DEI WALKER. (III La trilogia delle divinità). Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora