Spariti.

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Capitolo 7.

- Joseph. Calmati. Andrà tutto bene. Fidati di me.
Disse autoritario mio padre.

- Fidarmi di te ?!
Mi avete mentito per anni, ho vissuto una vita che non mi apparteneva, non mi avete dato scelta.
Urlai, colmo di rabbia , allontanandomi il più possibile.

- Cosa avremmo dovuto dirti che sei il figlio di una cacciatrice e di un Dio il cui scorre sangue di Angelo nelle vene.
Speravamo che fossi un mortale . Pregavamo che potessi vivere una vita da umano.
Fino ad oggi credevamo che non avessi nessun potere.

Mio padre si avvicinò a mia madre , poggiandole una mano sulle spalle, per confortarla.

- Interessante.
Elisabeth mi studiava con lo sguardo. Sembrava un predatore ed io la sua preda. Era divertita , ma non era affatto sorpresa e questo mi stupiva.

- Ultima arrivata cosa sarebbe interessante?
Chiesi infuriato. Non poteva rubarmi anche adesso la scena.

- Sai di avere poteri. Non è la prima volta che li usi.
Sei tu l'oracolo. Dovevo immaginarlo.

- Cosa stai dicendo , gli oracoli sono estinti. L'ultimo è stato l' angelo.
Adam si fermò un attimo poi continuò, perplesso.
Quello che Zeus uccise nella prima battaglia.
Disse mio padre , fissando sua figlia.

- Cosa sai davvero di quella vicenda?
Chiese Elisabeth. Ed eccola era di nuovo lei il centro del mondo.

- Non molto.
Rispose. Allontanandosi da sua moglie.

- Lo immaginavo.
Dobbiamo essere certi che sia lui l'oracolo.
Fratellino essendo che ti piace tanto essere al centro dell'attenzione, sarai l'oggetto di un mio piccolo esperimento.

Elisabeth si avvicinò velocemente a me. La paura mi spezzo il fiato.
Alzo una mano , con le dita sembrava disegnare dei cerchi in aria. Era nella direzione dei miei genitori, rimasero immobilizzati , non potevano difendersi, cosa stava succedendo, forse era venuta per fargli del male , non potevo permetterglielo.
Una forza primordiale si impadronì di me, un fulmine bianco percorse il mio braccio , dalla mano destra mi comparve un elsa la impugnai istintivamente, l'elettricità mi percorse tutto il corpo fino ad arrivare all'impugnatura dove ne uscì una lama bianca.
Preso dall'ira la sferrai verso mia sorella.
Un tonfo come di vetri rotti risuonò nella stanza, la luce si affievolì e mi ritrovai con la lama bloccata da un altra spada, Elisabeth aveva la mia identica arma, l'unica differenza era il colore, la mia era bianca con piccole correnti blu quando sferravo un colpo, mentre la sua era nera con dei fulmini rossastri.

- Abbassa la spada , non sei in grado di battermi e neppure di tenermi testa.
Mi avverti Elisabeth.
Mentre rotava la spada con grazia.

- Chi può dirlo.
Dissi spavaldo, mentre provavo a colpirla.
Iniziavo ad avvertire il peso della spada e strinsi il manico facendomi sbiancare le nocche.

- Io. Elisabeth Walker, stupido moccioso.
Ti farò cambiare atteggiamento.
Mi minaccio.
Avvertivo un dolore lancinante che mi fece perdere il controllo della spada.
Svanì in bagliore bianco.
Dal braccio che prima bandiva l'arma, scorreva un rivolo di sangue.
Il mio.
Avevo la spada di mia sorella ancora nella spalla, quando ritrasse l'arma provai un dolore straziante , mi fece mancare il respiro.
Non mi ero neppure reso conto che mia madre mi teneva premuta la ferita .

- Cosa ti passa per la mente , sei impazzita , potevi ucciderlo, hai la minima idea di quanto sei nei guai?
Urlo infuriato mio padre contro mia sorella.
Quella situazione mi strappo un sorriso , nonostante il dolore e la ferita.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 14, 2023 ⏰

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