Abbiamo deciso di fare un giro per la città dopo esserci messi d'accordo riguardo a Charlotte: starle più lontane possibile.
È strana la compagnia di Ethan, è un ragazzo silenzioso e guarda tutti in modo diffidente. Una cosa che mi ha colpito è che le ragazze lo guardano mentre Ethan non le calcola minimamente, ed è imbarazzante il modo in cui queste ci guardano quando lui parla con noi o solo ci lancia alcune occhiate.
-È meglio che torniamo a casa- ordina fermandosi, per poco non gli salto addosso. -Ethan!- Mi scappa un lamento.-Che c'è?- Chiede con una scrollata di spalle.
Samantha guarda l'orologio e annuisce -Si sta facendo tardi- afferma riponendo il telefono in tasca.-Che ore sono?- Chiedo incuriosita, non sembra così tardi...
-Le sei e quaranta- mi risponde la mia amica lanciando un'occhiata al ragazzo.
-E lo definite tardi?- Chiedo sorpresa.
-Alle sette dobbiamo essere alle mense della struttura.- Mi spiegano.
-E in più non abbiamo il permesso di rimanere fuori al lungo- esordisce Ethan tornando a camminare guardando davanti a sé con entrambe le mani in tasca. -Come?- sono scioccata -il permesso? Cosa siamo bambini?!- Sam mi fa segno di smetterla, ma io continuo infastidendo Ethan, il quale si volta e con la mascella contratta, mi si avvicina restando a pochi centimetri di distanza -senti ragazzina sei qui da quanto? Un giorno? E vuoi pure brontolare? Smettila di infastidirmi, chiaro?-
Non rimarrò zitta solo perché me lo ha detto lui. Il mio orgoglio e il mio essere femmina me lo impediscono. -Levati- lo spingo per allontanarlo ma per mia più grande sfortuna rimane immobile -Sennò?- Chiude gli occhi a due fessure serrando i denti.-Ethan!- Un ragazzo dietro di noi lo ammonisce. Dopo qualche secondo a guardarmi negli occhi si allontana sospirando.
-Ma che ti prende?- Il ragazzo sconosciuto gli da una pacca alla nuca.
-Ehi!- Si lamenta Ethan facendo sospirare l'amico. -Ciao... Samantha giusto?- Chiede indicandola.
-Sì...Sam, per gli amici- sorride imbarazzata.
-E tu sei...?- Chiede rivolgendosi a me questa volta.
-Una rompi palle- commenta Ethan beccandosi un'occhiataccia da me.
-Amber... mi chiamo Amber- rispondo educata.
-Trevor piacere!- Allunga la mano ed io gliela stringo. -Allora fratellino che mi combini?- Chiede Trevor appoggiandosi alla spalla di Ethan col gomito. Ora che li guardo meglio la noto una certa somiglianza!
-E dai, non rompere anche tu!- Si allontana sbuffando.
-Ma che ti prende oggi?- Lo guarda preoccupato il fratello. Mentre si incamminano verso "casa" come da loro definita. Io e la rossa restiamo indietro.
-Solo oggi?- Mormora Sam in modo da non farsi sentire dai ragazzi davanti a noi.
-Che vuoi dire?- Chiedo curiosa.
-Intendo che questo è il suo carattere.- Ridacchio.
-Auguri a chi gli sta sempre vicino- do un calcio ad un sassolino.
-Già- abbassa lo sguardo -ma è da capire...- borbotta.
-In che senso?- Alza lo sguardo sul mio.
-Ni...niente.- Balbetta -lascia stare- sorride nervosa, poi torna a guardare per terra. Pur essendo maledettamente curiosa per i gossip ed i segreti, decido di non fare domande.
-Palla!- Ci voltiamo verso la voce e troviamo delle ragazze impegnate a giocare a beach volley. Sam sorride quando una ragazza prende la palla con il bagher in malo modo infatti la palla al posto di andare dall'altra parte della rete viene verso di noi. Samantha la prende al volo e la porge alla ragazza -grazie- le dice quest'ultima. La rossa le sorride -se la prendi dall'avambraccio va indietro al posto di andare davanti e devi piegare di più le gambe... aiuta- le consiglia.
-Grazie ancora allora- ribadisce la ragazza. -Non c'è di che- appena Samantha torna da noi sorrido -sei una pallavolista?- Chiedo.
Scuote il capo -no, no.-
-È una surfista- s'intromette Ethan. -Ed è anche brava da ciò che mi racconta Vincent- Sam sorride imbarazzata -non è vero dai...-
Trevor ridacchia. -Aspetta sei Samantha Woodley?- Chiede esterrefatto
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Amber
Romance||COMPLETA|| Amber Robinson è una sedicenne a cui vengono a mancare i genitori. Viene costretta dalla zia a trasferirsi a Miami per andare in una struttura per orfani, la quale in apparenza sembra perfetta fino a quando salterà fuori qualcosa di sc...