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J E N N Y F E R
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Non sono mai andata d'accordo col mio padre adottivo. Ѐ troppo rigido e io mi sento soffocata. Per questo, da quando ho fatto sedici anni mi sono trovata un lavoro part-time come cassiera in un negozietto di cosmetici. Si trovava in un punto non molto noto della città, quindi c'erano pochi clienti ed erano praticamente tutti abituali. Questo lavoretto, dunque, non mi pesa molto. Ora che è estate e ho accumulato qualche soldo, sto cercando un piccolo appartamento in affitto, in modo da distanziarmi il più possibile da mio padre. Ovviamente mi dispiacerà lasciare Jude, anche perché da settembre frequenterò la Raimon, quindi non lo vedrò nemmeno a scuola, ma non riesco a resistere un attimo di più dentro questa casa. Jude se la caverà lo stesso, e ovviamente continueremo a sentirci e a vederci, siamo gemelli dopotutto. 

Ѐ stata un'altra giornata di ricerche, ma nulla, non trovavo un appartamento adatto, che fosse vicino a lavoro ma nemmeno troppo distante da scuola. Erano le 19.30 di sera e io mi stavo preparando per uscire con Axel. Era da un po' che ci sentivamo, poi ci siamo messi insieme ed ora, il 26 giugno, è finalmente un mese da fidanzati, quindi avremmo passato la serata insieme. Stavo giusto per chiamare un taxi che mi portasse in centro, quando Jude irruppe nella mia stanza.
«Esci?» mi chiese.
«Sì - risposi - anche tu?» chiesi a mia volta vedendolo vestito bene e sentendo l'ondata di profumo proveniente da lui.
«Sì, sono venuto a chiederti se ti va un passaggio in moto.» disse. Accettai con molto piacere e uscimmo insieme.

Aspettai Axel nel punto d'incontro prestabilito, e dopo qualche minuto d'attesa eccolo lì davanti a me.
«Sei in ritardo.» dissi con un finto broncio
«Scusami, c'era traffico.» rispose avvicinandosi per darmi un bacio.
«C'è traffico ogni volta che tu devi andare da qualche parte.» affermai divertita per poi baciarlo.
Iniziammo ad avviarci verso il McDonald's per prendere da mangiare, ed intanto lui iniziò a parlare: «Ti ho già detto che ho cambiato scuola?» domandò. Gli risposi di no, gli chiesi dove si fosse trasferito e rimasi un attimo interdetta quando affermò che avrebbe frequentato la Raimon. Non sapevo se dirgli che anche io avrei studiato lì o se non dirgli nulla e aspettare che lo scoprisse lui stesso, e dopo qualche secondo di riflessione scelsi la seconda opzione.

La serata passò tranquillamente e senza intoppi; parlammo del più e del meno, soffermandoci particolarmente sulla mia ricerca di un appartamento adatto alla mia situazione. Una volta consumato tutto il cibo, andammo a fare un giro in centro per poi dirigerci al parcheggio nel quale Axel aveva lasciato la sua moto. Salii con lui: mi riaccompagnò a casa e rimanemmo un altro po' di tempo insieme. Quando eravamo sul punto di salutarci lui tirò fuori dalla tasca una scatolina e me la diede: era un braccialetto con una piccola pietra blu al centro. Lo ringraziai del regalo e dopo qualche minuto ci separammo, entrambi con gli occhi pieni di gioia.

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