Capitolo 2

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Trigger warning: Linguaggio volgare | Scelte discutibili | Situazioni dubbie



Una parte di Sanji sperava che la sua natura di soldato del Germa si sarebbe resa utile in qualche modo...Dall'altra non credeva che sarebbe stato tanto doloroso! È certo che il piccolo bastardo si sia scavato una bella tana nel suo addome, nel fegato o poco sotto, e ora che tutto il suo corpo sta lavorando per espellerlo,merda!, se fa male.
Rotola sulle ginocchia, togliendosi le coperte di dosso con una sbracciata; la bocca aperta, pronta al fiotto di vomito che sente premere dal fondo dalla gola e una mano al fianco. Sente il mbói aggrapparsi, usare i suoi minuscoli artigli per tirarsi dietro quanta più carne possibile, e se non sapesse che il suo corpo è ben grado di curarsi da solo, farebbe di tutto per sedare la crisi di vomito ed evitare danni interni. E invece infila le dita, tasta la parte molle della gola fino a dove riesce a toccarla, spinge fino a farsi male con i denti sulle nocche, e finalmente si libera. Sangue e bile si rovesciano sul cuscino, il lenzuolo sotto, fra i sussulti sorpresi di Nami e Chopper addormentati accanto al suo letto, e l'arrivo di slancio di Usopp, probabilmente appisolato in corridoio.
I tre lo fissano sbalorditi pulirsi la bocca con le mani, prima che l'attenzione di tutti, compresa quella di Sanji, non è di nuovo sul piccolo demonio che stava per ucciderlo. Il verme, lungo circa due spanne, molto più di quanto il cuoco immaginasse, si dibatte, e poi sembra prepararsi a spiccare un salto verso di lui. Per fortuna Chopper è più lesto, e lo atterra con un colpo di vassoio, su cui scarica tutto il suo peso, salendoci con gli zoccoli. Anche Nami e Usopp lo aiutano, battendoci sopra le mani, al grido di: «Muori mostro, muori! Muori! Muori!»


«Sanji kun, meno male, stai bene!» Piagnucola Nami buttandogli le braccia al collo e premendo una guancia morbida contro la sua.
Nonostante lo spirito sia forte, Sanji non reagisce come vorrebbe a quel contatto, se non per un leggero rivolo di sangue giù da una narice, che tutti, perfino i più scafati come Brook e Franky, percepiscono come debolezza fisica.
«Ehi, dov'è la palla di muschio?» Farfuglia posando goffamente una mano in mezzo alla schiena della navigatrice, e battendoci contro il palmo delicatamente. Di solito non è molto fisica con lui, per via del suo modo di fare, ma come quella volta a Cake Island, deve essersi davvero spaventata.
«Sono tre giorni che lo aspettiamo – Chopper passa il peso del corpo da uno zoccolo all'altro, ondeggiando leggermente sul posto - Al secondo giorno Luffy è riuscito a sbarcare dalla nave, ha trovato i fiori, ma non Zoro.»
«Quindi sono stati i fiori?» Chiede Sanji.
La piccola renna scrolla la testa «Per il decotto ci vogliono due giorni. Sei guarito da solo.»
«Non proprio da solo.» Mormora Sanji lasciando cadere le spalle.

«Ehi aspetta, voglio venire con...»
La voce di Luffy si spegne alla prima spinta di Sanji verso l'alto. Sa perfettamente che il capitano darebbe la vita per ognuno di loro, come sa del piccolo debole che ha per Zoro rispetto a tutti loro che vede più come un migliore amico che vicecapitano. Così quando lo sente sbraitare che questa non gliela perdonerà, sa perfettamente che dovrà cucinare doppia dose di asado de tira per almeno tre giorni di fila, per fargli dimenticare questo suo colpo di testa.
Riesce a compiere una minima distanza, per i suoi standard, in cielo. Le falcate sono larghe come al solito, riesce a usare bene la forza di coscia e polpacci, ma la schiena gli fa troppo male. Il mbói si stava davvero attrezzando per farsi una bella tana nel suo corpo, a partire da un grazioso uscio panoramico. Infatti una fitta improvvisa ai reni lo sorprende, e con il solo portarsi una mano ai reni, sotto lo zaino che ha riempito di cibo per sfamare lo stupido Marimo, perde le energie e cade come un aquilone bucato.
Precipita di schianto, per diversi metri, aiutato nella caduta dai rami dell'albero sopra al quale si trovava a flottare quando la ferita alla schiena l'ha sopraffatto.

Quando apre gli occhi, per un attimo crede di avere avanti Reiju; la Reiju di dieci anni che piega le sbarre della sua cella a forza e gli dona la vita come aveva fatto la loro madre prima di lei. Si tira su di scatto, intanto che i connotati della bambina si fanno chiari: occhi neri, due dentini mancanti all'arcata superiore, e lunghe trecce rosa fino ai fianchi.
«Sei cavuto dal cielo signore?»
Sanji sorride a quell'adorabile errore di dizione dovuto ai dentini mancanti, e annuisce mentre si tocca la schiena «Sì scusa, ti ho spaventata?»
La bambina scrolla la testa mentre gli si avvicina «No. Ti sei fatto male?»

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