Capitolo 5

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Trigger warning: VIOLENZA | Linguaggio volgare | Scelte discutibili | Situazioni dubbie



«Non me ne intendo molto, ma credo che tu abbia almeno un paio di costole rotte.»
«Mh.»
«E anche la ferita alla nuca non mi piace, potresti avere una commozione celebrale in corso.»
«Mh.»
«Quando torneremo alla Sunny ho intenzione di fare un'orgia con Franky, Jinbe e Brook. Forse anche Usopp, devo capire se pensa ancora a Kaya o no.»


«Mh... - piccolo verso sorpreso con tanto di colpo di tosse per l'aria andata dalla parte opposta nella gola - Che hai detto cuoco?» Zoro si gira di scatto a guardarlo e Sanji caccia un sospiro sconfitto: non era solo una sua impressione allora, l'idiota non lo stava davvero ascoltando! Si china su di lui e gli afferra con forza per elice, strattonando l'orecchio con abbastanza forza da fargli tirare su il mento con un salto sul posto, natiche contro terreno, visto che sta seduto «Quando ti parlo, broccolo marcio, sarei felice se mi dessi retta.»
Si fissano per un attimo, prima che lo spadaccino lo sorprenda con una palese espressione scocciata, con tanto di sguardo roteato verso l'alto «Beh?» lo incalza Sanji strattonandogli l'orecchio.
«Mi hai rifiutato.» Sono offeso. Zoro bofonchia testo e sottotesto del suo essere così palesemente infastidito e dopo un momento di pura perplessità, Sanji è costretto ad accigliarsi nello sforzo di fare mente locale. Lo ha rifiutato? Rifiutato qua...Ah! «Davvero ti sembrava il caso di scopare con due costole rotte, il cervello forse gonfio e con un assassino che vuole levarci la pelle di dosso che ci cerca?»
Lo sguardo di Zoro è più che eloquente e il cuoco si porta con uno schiaffetto la mano alla fronte «Perché ti parlo ancora?» mormora scrollando la testa sconfitto. Per Zoro una situazione del genere non è affatto da bollino rosso, visto che è stato immerso fino ai gomiti in situazioni, ma molto peggiori. Basti pensare in che condizione era quando Law lo ha fatto scappare dallo scontro fra Kaido, Big Mom e le supernove presenti a Wano. «A volte mi chiedo se ci fai o ci sei. Davvero.» mastica poggiandogli un piede sulla sommità della testa e spingendogliela in avanti sul petto col calcagno «Stupido edamame scondito.»

«Luffy e gli altri ci staranno sicuramente cercando.»
Sicuramente, ma non possono aspettare il loro intervento. Goro è stato abbastanza forte da prendere entrambi di sorpresa e una battaglia nella miniera vorrebbe dire la morte sicura di tutti gli uomini di Rehegua. Li sentono lavorare, nonostante il fondo del salto dove si trovano; picconi contro la pietra, sferragliare di catene e carri, urla improvvise. Le guardie devono avere la mano pesante, visto che Sanji ha avuto l'impressione che l'ultimo assalto a cui hanno assistito in lontananza, si fosse in realtà consumando a pochi passi da loro. «Dovremmo provare ad andarcene.» o almeno a risalire il burrone dove sono finiti, fa notare con un sospiro, alzando gli occhi verso l'alto «Anche per aiutare gli altri a trovarci. Nami san potrebbe rendersi conto di questo fiume se sfocia nel mare, ma va a capire che noi siamo qua sotto.» Anche se sicuramente, tutti i membri della ciurma li sapranno più che capaci di imbarcarsi in una missione come quella di liberare i prigionieri dell'isola.
«Nami san.»
«Cosa?»
«Cosa?»
Zoro sbuffa seccato dalle narici e Sanji si gratta la fronte perplesso prima di realizzare «Marimo non sarai geloso, spero.» ... Perché non sa se troverebbe la cosa più divertente o adorabile.

«Posso trasportare anche te con un salto ben piazzato. Sono riuscito a portare Chopper, Nami e Carrot senza problemi» e tutti e tre, arrivano assieme tranquillamente se non a superare, a eguagliare il peso di Zoro.
«Hai la schiena messa peggio della mia, cuoco.»
Sanji passa la mano sulla ferita lasciata dal mbói, trovandola quasi del tutto cicatrizzata come sperava. Scrolla il capo i «In realtà no, sono già guarito. Dai vie... Che diavolo è quella faccia?» come Sanji ha allungato una mano verso di lui per fargli segno di avvicinarsi, Zoro gli ha scoccato uno sguardo carico dello stesso grado di repulsione che lui, di solito, riserverebbe non a un ragno qualsiasi - che già basterebbe a farlo strillare - ma a uno di quelli pelosi, pieni di zampe e con gli occhietti che sporgono dalla testa. Aggrotta la fronte, fissandolo a sua volta, prima di rendersi conto che, l'alga avariata, non vuole farsi aiutare, anche a costo di morire nel tentativo di scalare la parete di roccia che incombe su di loro.
«Non sono Nami o Robin.» ringhia infatti.
«Infatti, loro sono molto più carin... Metti giù Enma, idiota!» Alza entrambe le mani nello stesso momento in cui sente la lama della katana premere sul collo; Zoro sarebbe capacissimo di ammazzarlo in un momento d'ira, lo conosce fin troppo bene, e ora che c'è di mezzo anche qualche grammo di gelosia, il suo grado di pericolosità nelle reazioni è aumentato esponenzialmente. Dovrebbe smussare la situazione, metterci la proverbiale pezza, ma non lo fa... Nello stesso momento in cui si rende conto che Zoro è geloso di lui, ed è per questo che sta reagendo tanto male, si ritrova a ridere di gusto con la testa gettata all'indietro.
«Che cazzo ti ridi, cuoco?»
«Sei innamorato di me e me ne sono reso conto solo ora.»
Zoro quasi lascia cadere la spada mentre Sanji torna a guardarlo. Di nuovo ha l'impressione che lo stia odiando, ma stavolta, a differenza di giorni prima, sa perfettamente cosa sta succedendo e cosa dire «Sono contento, stupido. Per questo sto ridendo.»

«Sei contento?»
«Sì.»
«Sei contento.»
«Zoro lo so che non brilli per acume, ma cazzo, di solito lo capisci quando le persone ti parlano.»
«Sei contento.» ripete per la terza volta Zoro, modulandolo con le sole labbra, senza cacciare fuori un fiato ed è talmente sorpreso che Sanji si ritrova a cadere a sedere sui calcagni, svuotato dall'attacco di ilarità che lo ha colto. Prende fiato, passandosi una mano sulla pancia, mentre lo spadaccino non sembra ancora star credendo a quello che ha sentito e lo fissa come se si aspettasse di vederlo montare su un monociclo e fuggire sgommando fra clavette tirate in aria o qualcosa di altrettanto surreale. «Non ho capito perché sei così sorpreso.» si sente quasi costretto a chiedergli mentre questo rinfodera Enma.
«Sei stato tu a dire che ero buono solo a scopare.» Zoro cerca di simulare indifferenza, ma è chiaro che quella uscita di Sanji ancora gli bruci. Il cuoco lo guarda girarsi di tre quarti sul posto con uno sbuffo offeso, da diva drammatica consumata. Ride più forte, anche se si sente in dovere di dire qualcosa di serio.
«Sono stato uno stronzo.» mormora riprendendo fiato «Mi dispiace. Non lo penso.»
«Ah no. An...»
Si girano insieme verso il fondo del fiume, distratti dal suono di una risata lugubre, seguito da un gorgogliare profondo, di secondo in secondo sempre più vicino «Sanji!» esclama Zoro, ma l'acqua è più veloce di qualsiasi reazione avrebbe voluto avere. Un muro d'acqua si abbatte su di loro, un enorme onda di risacca che fa ritirare il fiume, scoprendo il letto, per poi farlo gettare su di loro con la potenza di un maremoto.

***


Quando Sanji riprende conoscenza, l'ultima cosa che ricorda è Zoro che cerca disperatamente di afferrarlo per un braccio, prima che un'onda più alta delle altre li separi definitivamente. L'immagine, nitida come una foto, della mano tesa dello spadaccino gli fa tirare su la testa dal braccio con uno strattone della schiena, che però, stranamente, lo manda a faccia avanti.
Strizza gli occhi, perplesso, mentre si rende conto, mano a mano che i secondi passano, di cos'è che non va. Ha le tempie schiacciate, la mascella bloccata, non potrebbe né bere né mangiare nemmeno con una cannuccia infilata fra le labbra. Alza le mani, e quello che sente sotto le dita è fin troppo familiare: ferro, bulloni, e un grosso lucchetto dietro il capo, in direzione della nuca.
Ha una maschera di ferro in testa, simile in tutto e per tutto a quella dei prigionieri di Rehegua, simile a quella dietro la quale, per ordine di suo padre, sarebbe dovuto morire di inedia da bambino. Urla, per quello che la maschera gli consente, afferrando con forza le bande di metallo che sente attorno alla fronte e cercando di strapparsele di dosso come se fossero una corona. Non importa del dolore che sente subito, delle unghie che si scheggiano mentre raspa con le dita che tremano, come farebbe un animale in gabbia.
Batte i calcagni a terra, scalcia, muovendosi sul pavimento fino a trovarsi schiena a muro, ed è solo in quel momento che si rende conto di non essere solo: un uomo vestito di bianco è di fronte a lui con una maschera di porcellana grezza in una mano. Ha un viso dolce, quasi femmineo, fatto di occhi verde scuro e lunghi capelli neri, mossi in morbidi ricci attorno al viso. Bellissimo, perfino per lui, se non fosse per la profonda cicatrice sul volto, il segno di un morso che gli ha quasi portato via l'occhio destro.
«Senza la maschera non riesce a parlare.»
Sanji muove il capo per quanto il peso della maschera glielo consente. Accanto a Goro c'è una donna, una donna dai lucidi capelli rossi raccolti in una coda alta che le scopre il bel viso a forma di cuore. Per la prima volta in vita sua, di fronte a un'oggettiva bella donna, il cuoco non ha alcuna reazione inconsulta
«Poverino.» sibila e la sua voce, castrata dalla morsa alla bocca, risulta estranea anche alle sue stesse orecchie.
Goro sorride, alzando leggermente il mento, mostrando la profonda cicatrice al collo.
«Sono molti anni che il capitano attende di prendersi la sua vendetta sul piccolo Zoro. Sei stato molto utile nel dargli una motivazione per portarlo a Rehegua, ma non devi assolutamente interferire con lo scontro Vinsmoke Sanji.» la donna gli si avvicina a larghi passi, sedendosi poi sui calcagni per portarsi al suo piano. Con un dito, percorre il profilo della maschera, fino a spingere il polpastrello fra gli occhi del cuoco, che si tira indietro infastidito
«Zoro non ha alcun bisogno del mio aiuto per battere uno come il tuo capitano.»
«Ah no?» gli chiede la donna, divertita, tirandosi su con le mani puntellate alle ginocchia «Staremo a vedere.»

***

«Non ho capito se il tuo spadaccino è stupido o cosa! Sono ore che sta girando attorno a queste celle senza rendersi conto che strada prendere per arrivare.» Sanji non si muove, non si volta, rimane sdraiato su un fianco, il braccio a sostenere il peso eccessivo della testa. Non ha idea di quanto tempo sia passato da quando si è risvegliato, se ore o giorni, sa solo che Fumie, il vicecapitano di Goro – e colei che ha scatenato su di loro quel muro d'acqua – è venuta spesso a parlare con lui. Anche adesso è seduta alle sue spalle, dondolando avanti e indietro sulle natiche sul pavimento, mentre stringe le caviglie con entrambe le mani «Andiamo Sanji, ho sistemato io stessa la maschera, puoi parlare, anche se non tantissimo.»
«E che vuoi che ti dica?»
«Non so. Raccontami di te.»
Sanji si gira a guardarla quel tanto che quel dannato casco di metallo che gli sta trapanando le meningi - almeno questo glielo concede- fissandola torvo. In un'altra circostanza si chiederebbe dove è finito il suo senso della galanteria, che diavolo è successo al suo amore incondizionato per ogni essere di sesso femminile, ma con quella dannata trappola in testa e Zoro a un passo dal mettere da solo il collo nel cappio di Goro, tutto quello che riesce a pensare, è che vorrebbe stenderla e andare fuori da quella dannata cella.
«D'accordo, parliamo. Perché il tuo bel capitano non va incontro a Zoro, così mettiamo fine a questa faccenda?» le chiede e subito, Fumie gli rivolge uno sguardo sbalordito, neanche avesse appena dichiarato che il cielo e verde e la pioggia fatta di latte «Cosa?»
«Il mio capitano è quel tipo di persona che ama giocare con le sue prede, te l'ha detto Zoro che ha fatto ai suoi genitori per colpire padron Tōgarashi, no?» Sanji annuisce e la ragazza gli rivolge uno sguardo divertito «Davvero non hai capito quindi?»
«Cosa?»
«Il Capitano Goro vuole che Zoro ti trovi morto. Abbiamo sentito tutte le vostre conversazioni, uno dei nostri ha un frutto del mare che gli ha dato il super udito.» hanno sentito di quando ha detto a Zoro della maschera di ferro e del suo essere claustrofobico, per questo glie l'hanno avvitata in testa. Sanji si gira verso la ragazza mentre questa, dopo aver raccolto le gambe al petto, posa il mento nell'incavo delle ginocchia.
«Ancora un cadavere per il piccolo Zoro. Dopo papino e mammina il suo quasi fidanzato morto di crepacuore.»
«Io non sono tipo da morire così facilmente.»
«Ah no?»
«No.»
«Io invece credo che lo troveremo appeso a un ramo come la sua cara mammina. Che sia per il senso di colpa o per mano di capitan Goro, è solo da ...» Sanji non sa dire quale demone lo abbia posseduto, ma è davvero lui a sfruttare le ultime energie per lanciarsi su Fumie. L'afferra per il collo, la solleva, sbattendola contro il muro dietro di lei.
Non aveva mai aggredito una donna prima e ora sta per strangolare una ragazza.
Il brutto? È che si sta dannando per non avere le forze di farlo «Che diavolo?» chiede sbalordito, trovandosi a mollare di colpo la presa e cadendo sulle ginocchia.

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